Non solo Alien. Tutto il genio di Giger in mostra a Torino  

A dieci anni dalla scomparsa, il visionario artista svizzero viene celebrato a Torino con una grande mostra che si propone di ripercorrere la sua carriera al di là del film. Ecco la recensione, tra luci e ombre sulla riuscita del progetto

Sebbene sia entrato nell’immaginario collettivo grazie soprattutto agli ambienti e alle creature biomeccaniche concepite per il film Alien, di Ridley Scott, Hans Ruedi Giger (Coira, 1940 – Zurigo, 2014) è stato in realtà un artista a tutto tondo capace di esprimere il proprio genio in maniera decisamente unica e al contempo versatile. Autore di un’estetica così potente da continuare a influenzare ancora oggi autori e prodotti di ogni tipo (si prendano ad esempio l’ultimo capitolo dell’epopea cinematografica iniziata da Scott, Alien: Romulus, 2024, o il videogioco del 2022, Scorn), Giger è protagonista di un’importante retrospettiva allestita al Mastio della Cittadella di Torino. 
 

La grande mostra di Giger al Mastio della Cittadella a Torino 

Intitolata non a caso Beyond Alien: H.R. Giger, l’esposizione è stata pensata con l’obiettivo principale di far riscoprire tutto l’universo immaginifico dell’artista elvetico, offrendo la possibilità di ammirare oltre settanta opere provenienti dallo stesso H.R. Giger Museum. Un intento nobile, che però non è stato portato a termine in maniera del tutto soddisfacente. Ma proseguiamo con ordine. 
Curata da Marco Witzig (archivista del lascito gigeriano, nonché ex assistente del maestro svizzero), la mostra si avvale della collaborazione con Navigare, Glocal Project e ONO arte per far entrare lo spettatore nel mondo allucinato e premonitore di Giger: una dimensione distopica e controversa, dominata da paesaggi inospitali e personaggi così ambigui da risultare terrificanti ed estremamente sensuali allo stesso tempo. 
 

Le opere di Giger in mostra a Torino 

Fra schizzi a matita, aerografie, sculture e tante stampe (forse troppe, rispetto al numero proposto di opere originali) ci si perde così in un mondo inquietante e sbalorditivo, la cui potenza visiva si fa vibrante grazie alla rappresentazione continua dall’eterno rapporto osmotico tra Eros e Thanatos. Elementi imprescindibili all’interno della ricerca artistica di Giger, queste due forze aleggiano costantemente negli spazi del museo, puntando l’attenzione su tematiche quali le conseguenze del sovrappopolamento o la totale contaminazione tra uomo e tecnologia che, seppur trattate dalla fine degli anni ’60, oggi appaiono più che mai attuali per non dire addirittura profetiche.     

Il percorso espositivo di Beyond Alien a Torino 

Ad accogliere il pubblico di Beyond Alien, è la riproduzione in stampa 3D di uno xenomorfo, una scelta che fa storcere un po’ il naso sia per il suo triste ruolo di “opera da selfie” sia per il grosso dubbio che porta con sé. Ossia: se il concetto alla base della mostra è quello di voler valorizzare tutto il resto della produzione artistica di Giger, perché la prima cosa esposta è proprio uno dei personaggi principali della saga di Alien?  

Si passa al piano superiore del Mastio, dove si è invitati ad attraversare una tendina di catene in plastica (altra scelta infelice, dettata questa volta dalle restrizioni dello spazio che, ricordiamolo, è pur sempre il museo più antico dell’esercito italiano e dunque attento alla sicurezza e al rigore) per entrare nel vivo della mostra. Avventurandosi in un percorso labirintico, formato da diverse sale monotematiche, si ha modo di ripercorrere l’intera carriera di Giger. Si tratta di un viaggio stupefacente, nel quale spicca il genio di una personalità estremamente curiosa, e in qualche modo magica, in grado di confrontarsi abilmente con discipline differenti come il cinema, l’architettura, e il mondo dell’industria discografica.
Tra le sezioni più sorprendenti è d’obbligo ricordare quella incentrata sui progetti per il mai realizzato Dune di Alejandro Jodorowsky, quella dedicata alla prima ex moglie, Li Tobler, e l’ultima incentrata sulla musica. 

Giger: tra musica e cinema 

E se si pensava di aver visto tutto, è nella sala conclusiva che si possono ammirare alcune perle, come la sinuosa asta da microfono disegnata per il frontman dei Korn, Jonathan Davis, e il controverso concept grafico di KooKoo, il primo album da solista della frontwoman dei Blondie, Debbie Harry, per la quale Giger ha anche diretto i videoclip dei singoli Backfired e Now I Know You Know. Da guardare, infine, il breve documentario appositamente rimontato dal Giger Museum che scandaglia i lati più sensibili e profondi dell’artista. 

Luci e ombre della mostra su Giger a Torino: una valutazione finale 

Data la particolarità di un personaggio come Giger, sul piano dell’allestimento e soprattutto dell’illuminotecnica ci si aspettava invece qualche azzardo in più rispetto all’approccio standard che in fin dei conti viene offerto. Sicuramente, come detto sopra, i vincoli del museo avranno avuto il loro peso, ma rimane comunque un peccato non aver assistito a una coerenza e a un dialogo maggiori tra le opere esposte e lo spazio ospitante. Nonostante tutto, Beyond Alien è una mostra che vale sicuramente la pena di essere vista, anzi, di essere vissuta. Una rassegna dedicata a fan e neofiti che si estende anche al Museo del Cinema di Torino, attraverso le conferenze H.R. Giger: beyond Alien, Lovecraft e l’orrore cosmico, e Art x Music. From surrealism to vinyls, rispettivamente previste per il 17 e il 25 ottobre, e per il 5 dicembre. 

Valerio Veneruso 

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Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

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