Tra letteratura, pittura e fotografia. Ecco il nuovo volto della Festa del Cinema di Roma 2024
Sotto la guida della direttrice artistica Paola Malanga, il festival del cinema della Capitale si avvia verso un’edizione nuova in cui l’arte e la cultura hanno un peso notevole, sfumato e anche intrigante. Di seguito dieci film da non perdere
Tra documentari e racconti di finzione, ecco una selezione di dieci titoli che spaziano dalla grande arte alla letteratura. Alcuni sono film molto attesi, altri sono tutti da scoprire. In ognuno di essi ci sono dietro grandi interpreti o registi affermati, talenti trasversali che in alcuni casi anche molto eclettici. Si passa dal nuovo lavoro dei Masbedo a quello di Elisa Fuksas, dal film su Modigliani al documentario di Martin Parr, dal ritratto di Eleonora Duse a quello di Pirandello: grande spazio alla cultura in un programma ricco, complesso, stratificato, che fa veramente il giro del mondo.
Reading Lolita in Tehran (Leggere Lolita a Tehran) di Eran Riklis
Una professoressa di letteratura angloamericana e un ingegnere civile: una coppia di coniugi iraniani che tornano a Teheran dopo la rivoluzione di Khomeini, nel 1979. La valigia di Azar Nafisi è piena di libri, le sue passioni, i suoi amori: Il grande Gatsby di Fitzgerald, Lolita di Nabokov, Daisy Miller di James, Orgoglio e pregiudizio di Austen, capolavori pericolosi per la legge islamica, intorno ai quali si snodano tensioni e temi. Tratto dal best seller del 2003 di Azar Nafisi, che tornò negli Stati Uniti nel 1997 per insegnare all’università di Washington, racconta la lotta della protagonista per trasmettere bellezza e cultura agli studenti sempre più catechizzati e, una volta lasciato l’insegnamento pubblico, condividere i suoi seminari settimanali con le sue sette allieve migliori. Diretto da Eran Riklis (di La sposa siriana, Il giardino dei limoni), con Golshifteh Farahani (già presente in Paterson, Pirati dei Caraibi) nel ruolo della protagonista.
Arsa di Masbedo
Il primo vero e proprio lungometraggio di finzione del duo Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) è ambientato a Stromboli, già al centro di alcune loro opere e videoinstallazioni. E unisce il lavoro straordinario sull’immagine con quello sulla parola (grazie alla collaborazione con lo scrittore Giorgio Vasta) e con una costruzione complessa, in più tempi e più luoghi. La vicenda della giovane e solitaria Arsa si intreccia con quella di un giovane (Jacopo Olmo Antinori), affascinato da lei e deciso a svelarne il mistero. E periodicamente riemerge un passato, dove un padre artigiano e scultore (interpretato da Lino Musella) venne svilito nella sua creatività. I Masbedo cercano un cinema che non assomiglia a nient’altro (anche se lo sguardo a tratti è memore di Stromboli, terra di Dio), fatto rigorosamente per il grande schermo, esplorando nuovi modi di raccontare con le immagini.
Marko Polo di Elisa Fuksas
Quando la regista Elisa Fuksas apprende dell’improvvisa interruzione del film a cui stava lavorando, progettato per anni e incentrato sul suo percorso di conversione al cattolicesimo, tutto nella sua vita inizia a vacillare. Compresa la sua fede. Decide così d’intraprendere una crociera verso Medjugorje accompagnata da sua sorella, dalla sceneggiatrice e dall’attore protagonista del film fallito e dalla Madonna. Tra realtà e invenzione, documentario e fiction, una riflessione sul concetto di fede (non solo religiosa) e quindi sulla necessità di riscoprire il proprio senso di appartenenza al mondo, affrontando le proprie vulnerabilità e i propri sogni. Un viaggio in cui la regista si mette in scena con intelligenza e ironia, cercando di ricostruire il suo mondo interiore e riconciliarsi con la sua storia.
Il complotto di Tirana di Manfredi Lucibello
Nell’anno 2000 Oliviero Toscani accetta l’invito di Giancarlo Politi di Flash Art a curare una sezione della prima edizione della Biennale di Tirana. Il grande fotografo presenta quattro artisti scandalosi: pornografi, jihadisti, pedofili. In realtà i quattro artisti non esistono, così come Oliviero Toscani mai si è prestato a un’operazione del genere: a ideare tutta la beffa è stato un provocatore di Cogoleto, Marco Lavagetto, che ha un lavoro ufficiale nel ramo delle pompe funebri. Lucibello ricostruisce questa storia come un gioco di scatole cinesi che svela man mano la verità, tra un finto Toscani interpretato da Bebo Storti e un vero Toscani che interviene con ironico disincanto; e quando compare il vero ideatore della beffa, chi può dirci che sia davvero lui? Tra scherzi e paradossi, la riflessione riguarda anche il fatto che critici e istituzioni ormai non hanno più alcuna capacità di certificare che cosa è arte e cosa no.
Duse, the greatest di Sonia Bergamasco
Eleonora Duse (Vigevano, 1858 – Pittsburg, 1924) aveva compreso molto bene le potenzialità del cinema e ne diffidava. Le uniche immagini in movimento che rimangono di lei sono quelle del film Cenere di Febo Mari, tratto non da un classico del suo repertorio ma da Grazia Deledda. Ma la memoria della sua arte teatrale è stata tramandata per diverse generazioni, e Bergamasco ne cattura gli ultimi bagliori: come quando intervista la splendida Ellen Burstyn, allieva di Lee Strasberg, il fondatore dell’Actors Studio, che riuscì a vedere la Divina dal vivo. Tra materiali d’archivio imperdibili (Luchino Visconti intervistato da Lilla Brignone) e giovani attrici che si confrontano con il mito, Bergamasco realizza un film che è un viaggio nel tempo, un autoritratto obliquo e discreto, un’affascinante indagine nel mestiere di recitare.
I am Martin Parr di Lee Shulman
Nato nel 1952, Martin Parr è uno dei più grandi fotografi degli ultimi cinquant’anni. Un testimone distaccato di un mondo sempre più assurdo, un cronista ironico del kitsch britannico, un critico feroce del consumismo, ma soprattutto un narratore di storie sospese tra commedia e tragedia. Perché “una buona foto è quella che racconta una storia, che ha un’energia che attrae lo spettatore”, attesta l’artista. “Essere un fotografo significa saper scegliere un’immagine. Ma non è qualcosa che si possa teorizzare. Se avessi trovato la formula perfetta, forse non sarei ancora qui a fare foto”. A entrare nel mondo di Parr è un complice perfetto come Lee Shulman: non è un nome a caso, essendo l’ideatore dell’Anonymous Project, dedicato alla raccolta di scatti anonimi e amatoriali che in passato ha fatto dialogare con quelli di Parr.
Eterno Visionario di Michele Placido
Dalle solfatare della Sicilia più arretrata a Stoccolma, dove vince il Nobel per la letteratura nel 1934: la vita di Luigi Pirandello è fatta di estremi, e anche ciò affascina Michele Placido. Che, ispirandosi alla biografia di Matteo Collura, Il gioco delle parti, racconta l’inferno della vita famigliare (la moglie Antonietta Portulano, Valeria Bruni Tedeschi, rinchiusa in un manicomio) dell’autore di Sei personaggi in cerca d’autore e i suoi trionfi (ma anche le contestazioni e gli scandali) del palcoscenico, il sogno di un amore assoluto con Marta Abba (Federica Luna Vincenti) e il rapporto controverso con il fascismo. Placido si ritaglia la parte di Saul Colin, agente e collaboratore di Pirandello, e trova in Fabrizio Bentivoglio l’interprete congeniale di un artista che seppe capire la dissoluzione dell’identità dell’uomo novecentesco e descrivere quella gabbia di simulazioni che è la società.
Modì – Tre giorni sulle ali della follia di Johnny Depp
Non una biopic, ma solo 72 ore nella vita di Amedeo Modigliani, Modì per i francesi. Nel 1916, il pittore è in fuga dalla polizia, a Parigi; vorrebbe abbandonare la città dove è vissuto a lungo, mentre gli amici Utrillo e Soutine e la musa Beatrice Hastings cercano di convincerlo a restare e a continuare a dipingere. Attraverso una notte di allucinazioni e di incontri, con l’amico mercante d’arte e con un collezionista americano, la sua storia cambia. Il progetto, basato sulla commedia Modigliani di Dennis McIntyre, nasce decenni fa, proposto ad Al Pacino, rimandato, sospeso, dimenticato, ritornato con Johnny Depp alla regia, Pacino tra i produttori e nei panni del collezionista, Mary e Jerzy Kromolowski alla sceneggiatura e Riccardo Scamarcio protagonista.
Lumière, le cinéma! di Thierry Frémaux
Il seguito di Lumière! The Adventure Begins ospita circa cento film dei Lumière, tutti perfettamente restaurati. Questo nuovo lungometraggio, dopo il grande successo del suo predecessore, conferma al pubblico di tutto il mondo che alla base delle più belle opere della storia del cinema ci sono le sue origini, profondamente francesi e, allo stesso tempo, internazionali. La colonna sonora è tratta da opere del compositore Gabriel Fauré, contemporaneo dei fratelli Lumière. Il film è ideato e narrato da Thierry Frémaux, direttore generale dell’Institut Lumière.
Architecton di Viktor Kossakovskij
Un minuscolo progetto paesaggistico dell’architetto Michele De Lucchi: un cerchio di pietre, costruito nel giardino di casa, all’interno del quale nessun essere umano potrà mettere piede e che verrà interamente colonizzato dalla natura lasciata incolta. Partendo dall’osservazione di questo spazio, il documentarista russo Victor Kossakovskij propone una meditazione visiva, imponente e al tempo stesso intima e poetica, sull’architettura. La Terra non può più sostenere i grandiosi monumenti architettonici che si sono serviti per la loro costruzione della Terra stessa e i moderni edifici in cemento hanno un impatto ambientale devastante. Immagini mozzafiato di ruderi di antichi templi, città turche distrutte da terremoti recenti, o case ucraine sventrate dalle bombe russe, intrecciano civiltà e società disparate, tracciando il sottile filo rosso del folle design dell’umanità. In concorso alla Berlinale 2024.
Margherita Bordino
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