In arrivo in Italia il film horror più atteso del momento: Longlegs
Un vero caso negli USA e con un ottimo riscontro in tutto il mondo, il 31 ottobre arriva nelle sale italiane l’horror indipendente di maggior successo dell’ultimo decennio. Ma di che cosa si tratta?
Longlegs esce negli Stati Uniti il 12 luglio 2024 e, già il 14, dopo soli due giorni in sala, ha incassato più del doppio del suo budget. In meno di tre settimane diventa l’horror indipendente di maggior successo degli ultimi 10 anni, e avanza affiancato anche da un entusiasta consenso critico. Il film è ora in tutte le sale, tranne in Italia, dove uscirà il 31 ottobre con Be Water Film. In questi giorni è già virale la campagna pubblicitaria, prima causa del successo del film. Omettendo il titolo da video criptici su youtube e inserzioni cifrate sui giornali e arricchendosi poi di titoli clickbait dopo la presentazione del film (“il nuovo Silenzio degli Innocenti”, “il film più spaventoso del decennio”) si è generata un’attesa il cui unico precedente è The Blair Witch Project(1999). Fortunatamente ho potuto spezzare l’attesa durante un soggiorno a Oslo, dove il film era già nelle sale.
Longlegs. Un’attesa sempre più snervante
Già dal prologo, che finisce un fotogramma prima che l’aspetto del fantomatico Longlegs (Nicolas Cage) possa essere svelato e pospone ancora la rivelazione tanto attesa, è subito chiaro che la pellicola si nutre di aspettativa. L’ambientazione – sobborghi americani, metà anni ‘90, pieno Satanic Panic – suscita i peggiori presagi, mentre le ispirazioni esplicite del film (Il Silenzio degli Innocenti, Se7en, Zodiac) creano precise anticipazioni, ma allo stesso tempo lo status di film indipendente e scioccante che si è guadagnato Longlegs promette di sorprendere deviando dalle previsioni stesse. Persino la fotografia genera attesa, lasciandoci a scandagliare in cerca di minacce l’ampio spazio sfocato attorno ai soggetti – rigorosamente al centro del fotogramma. Sommato al marketing virale, tale sovraccarico di hype è sia elettrizzante come poche esperienze cinematografiche degli ultimi anni che un’arma a doppio taglio.
Longlegs. Un incipit promettente
Il regista Osgood Perkins sembra però avere in pugno la situazione, spiazzando già nel primo atto del film, quando il filone investigativo sfuma inaspettatamente. Risolto l’enigma, il ritmo collaudato da procedurale va scemando, spaesando lo spettatore e lasciandolo a brancolare nella consapevolezza che manca ancora più di un’ora ai titoli di coda. Già dalla metà del film si insinua però la spiacevole sensazione che Longlegssembri non sapere cosa fare del suo promettente incipit, procrastinando la decisione il più possibile fino a ricadere infine in territorio da horror b-movie. Rimane costante la qualità tecnica, ma la fotografia pulita e simmetrica stanca presto. Il prezzo di un’estetica talmente affettata è la perdita di credibilità e atmosfera: Longlegs è indubbiamente ‘bello’, soprattutto se in piccole dosi (in un trailer o, meglio ancora, in fotogrammi estratti dal film e utilizzati per difenderlo in diverbi online), ma spesso l’artificio è così spinto da annullare l’immersione. Lo stesso problema permea i personaggi, troppo stilizzati per generare empatia e sopportare il peso della storia, soprattutto dopo che il focus si sposta dalla narrativa investigativa a loro stessi.
Tra misteri irrisolti e troppe risposte
Il film conclude rivelando più del dovuto, come se temesse l’ambiguità che fino a quel momento è stata la sua linfa vitale. E la forza di Longlegs è proprio la spudoratezza con cui inizialmente semina immagini profondamente inquietanti senza spiegazione immediata: è uno stratagemma efficace e insolito, che purtroppo viene neutralizzato quando alla fine ogni dettaglio viene delucidato. L’unica eccezione è Longlegs stesso, personaggio che il film resiste alla tentazione di motivare univocamente, conferendogli quindi un magnetismo più unico che raro. La sua è una stranezza profonda e inspiegabile, priva di un senso che possa aiutarci ad accettarlo come il cattivo del film. Si situa nel mezzo della uncanny valley, con una miriade di dettagli e movenze buffe sulla carta e agghiaccianti in pratica. Lasciando molto all’immaginazione dello spettatore e forte della sua apparenza disturbante, Longlegs è imprevedibile, minaccioso e memorabile; peccato che ciò non si possa dire del film a cui dà il titolo.
Luca Avigo
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