Torna l’Ottobre Alessandrino, la manifestazione di cinema e arte lunga un mese
Ad Alessandria una “fabbrica culturale” coinvolge un pubblico locale diverso dal solito ma altrettanto interessato e motivato: “C'è un grande desiderio di cultura da queste parti”, spiega l'ideatore, il regista Luca Ribuoli
Cultura e territorio, non c’è nulla di più importante: ogni iniziativa di cinema, fotografia, arte che invade le strade della provincia, e non solo delle grandi metropoli, è vincente già in partenza perché coinvolge un pubblico locale diverso dal solito ma altrettanto curioso, interessato e motivato. E per questo non si può non ammettere che il regista Luca Ribuoli (Noi, Call My Agent, Speravo de Morì prima) ha avuto la giusta intuizione quando è stato chiamato a dirigere l’Alessandria Film Festival, la rassegna cinematografica della sua città: dare vita all’Ottobre Alessandrino – Mese del Cinema. Si tratta di un rafforzamento delle reti cittadine con un ricco programma culturale esteso – dal 28 settembre e fino a fine di ottobre – che sta animando la città piemontese.
L’intervista al regista Luca Ribuoli
Qual è la premessa dell’Ottobre Alessandrino?
Io regista che vivo di Roma vengo chiamato a fare il direttore dell’Alessandria Film Festival e penso ‘ma se facciamo un gemellaggio con l’altro festival che si svolge qui, quello di critica cinematografica, Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica?’. Unendo queste due rassegne abbiamo avuto l’opportunità di creare un grande contenitore legato al cinema ma che abbraccia tutta la cultura. Così questo è diventato l’Ottobre Alessandrino e sono contento di dire che sta avendo un successo incredibile, in continuo aumento.
Il pubblico sta quindi partecipando attivamente?
Le persone continuano a partecipare numerose a ogni evento, al punto che alcuni appuntamenti sono stati collocati in altri posti rispetto a dove erano in programma perché è servita una maggiore capienza. C’è un grande desiderio di cultura da queste parti, e il fatto che ci siano tutti questi eventi così diversificati che cercano anche pubblici diversi sta ripagando tutti.
Arte e cinema all’Ottobre Alessandrino
Riguardo il cinema, spesso si dice che il pubblico va rieducato alla sala. Io credo che sia il cinema a dover andare tra le persone, cosa che dovrebbe fare un po’ l’arte tutta. Lei cosa ne pensa?
Sono d’accordo. C’è stato un bell’evento sulle sale cinematografiche, che in provincia sono sempre meno, in cui è stato mostrato un documentario che un insegnante del liceo Umberto Eco ha girato con dei ragazzi e che racconta gli spazi del cinema di una volta. È stato un momento emozionatissimo a cui hanno partecipato circa duecento persone, e c’è stato un applauso a scena aperta quando un professionista faceva vedere come si montavano le pellicole prima di dare motore al proiettore. Questo per dire che c’è molta curiosità e passione rispetto a quel immaginario, a quanto abbiamo vissuto, che è qualcosa di indimenticabile e che dobbiamo continuare a raccontare e a fare.
L’immagine che rimanda dell’Ottobre Alessandrino è quella di una fabbrica culturale.
C’è un po’ di tutto però nulla è messo a caso. C’è proprio una costruzione che coinvolge il territorio e gli artisti del territorio, non soltanto quelli nazionali. C’è proprio un percorso narrativo che ci sta guidando giorno per giorno e che secondo me sta funzionando. La gente sta capendo che ogni volta si introduce in un qualcosa che è nuovo, che non conosceva o che in alcuni casi ritrova. Parliamo di film che sono già usciti, è vero, però sono il modo e il racconto che facciamo, le persone che invitiamo a discuterne, che rendono poi l’evento unico e straordinario.
Allontanandoci per un momento al cinema, il 22 ottobre c’è in cartellone l’artista Marzia Migliora, anche lei originaria di queste zone.
È stato proprio questo lo scopo che mi sono prefissato, portare cultura qui da fuori ma anche e soprattutto facendo scoprire tutti quegli artisti locali che hanno successo e popolarità altrove ma che a casa non tutti conoscono. Volevo esaltare gli artisti del territorio, sì, e Marzia Migliora quest’anno celebra i trent’anni di carriera con una monografia che presenterà in anteprima da noi in un incontro moderato dalla storia dell’arte e delle religioni Eleonora D’Alessandro. Mi sembrava una cosa necessaria da fare. Lei è un’artista che lavora e sperimenta con le immagini, con varie forme. In più ci conosciamo dagli inizi: io al tempo suonavo e lei muoveva i primi passi nella fotografia. Tanti anni dopo abbiamo costruito due percorsi differenti ma vicini, abbiamo lavorato insieme anche ad un cortometraggio. Riguardo agli artisti locali, devo citare anche Riccardo Guasco che ha realizzato la locandina dell’Ottobre Alessandrino. Lui è un illustratore popolarissimo che ha fatto e fa tantissime cose.
L’Ottobre Alessandrino, la Festa del Cinema di Roma e l’Alessandria Film Festival
Riguardo all’Alessandria Film Festival, in programma dal 25 al 27 Ottobre, quali sono gli appuntamenti che attendi di più per la tua città?
Paz!, il film di Renato De Maria, perché c’entra tanto con me. È stato il film che in qualche modo mi ha fatto capire quello che volevo fare nella vita e soprattutto che avevo scelto la via giusta. Con questo incontro voglio riconoscere a Renato De Maria la gratitudine per avermi dato la possibilità di vivere un momento incredibile della sua carriera, anche perché si tratta di un film che mette assieme i personaggi immaginati e disegnati da Andrea Pazienza. E poi C’è ancora domani di Paola Cortellesi che mostreremo il 26 Ottobre, ad un anno esatto dalla sua uscita in sala, e racconteremo con la sua regista cosa è successo in questi 12 mesi, analizzando quello che è stato e che è, visto che il film sta uscendo adesso anche negli USA.
Un’ultima cosa, che non ha a che vedere con il suo festival… Alla Festa del Cinema è presente per la serie Miss Fallaci. Che esperienza è stata raccontare la storia di Oriana prima che diventasse appunto “la Fallaci”?
Chiunque fa il mio lavoro vorrebbe fare un film d’epoca a un certo punto e io ne ho fatti già alcuni ma mai non con questo grandissimo impianto. Le sfide maggiori sono state due: raccontare gli anni 50 e la sua protagonista, Oriana Fallaci, personaggio complesso e difficile da restituire. Abbiamo fatto una ricerca per capire chi era questa ragazza prima che venisse conosciuta da tutti, prima che diventasse la grande giornalista che è stata, ma il grande enigma è stato ‘come fare a costruire gli Stati Uniti pur restando in Italia?’ Il budget era altissimo ma non così tanto da poter andare a girare negli USA. E creare tutto ciò che vedrete è stata una parte per me molto divertente. Roma è diventata a tutti gli effetti Hollywood e spero che il pubblico riesca a calarsi dentro questa dimensione, spero riesca a immedesimarsi nel sogno di una giovane donna e nel viaggio importante che compie in America.
Margherita Bordino
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