Without blood, il film diretto da Angelina Jolie tratto dal romanzo breve di Baricco

A Torino la regista hollywoodiana ha presentato il suo ultimo film in un incontro con Baricco, l'autore da cui ha preso in prestito una storia di violenza e guerra ma, soprattutto, di confronto

Angelina Jolie al Torino Film Festival per presentare il suo Senza sangue (Without blood) tratto dall’omonimo romanzo breve di Alessandro Baricco, film girato Roma e negli Studi di Cinecittà. I protagonisti sono Salma Hayek e Demián Bichir, rispettivamente Nina e Tito, la prima testimone del massacro inflitto al padre e ai fratelli in un’isolata fattoria del selvaggio Ovest e il secondo uno degli assassini che pur vedendola quel giorno all’interno di un nascondiglio, decise di tacere. A distanza di tempo i due si ritrovano e, seduti al tavolo di un caffè, parlano di quel drammatico e traumatico avvenimento.

L’incontro tra Angelina Jolie ed Alessandro Baricco

“È una di quelle esperienze magiche che possono avvenire a chi fa un mestiere magico“, commenta lo scrittore Alessandro Baricco, protagonista di un incontro con la Jolie e la stampa. “Mi ha scritto una mail ed è stato come se mi avesse scritto Jessica Rabbit o Topolino. Non pensavo esistesse davvero. Mi ha scritto una lettera bellissima su questo mio racconto, lettera che custodisco gelosamente“. Baricco non ha preso parte al lavoro del film ma ha osservato da lontano, in completa sinergia con la regista. “Sono stato ad Hollywood a casa sua, dove ha cucinato un piatto di spaghetti niente male e abbiamo cominciato a parlare del libro. Lei mi ha raccontato il motivo della sua scelta, di come lo aveva conosciuto. Da lì in poi lei è andata per la sua strada e io per la mia. A Roma arrivando sul set mi sono reso conto che stavo entrando nel mio libro. Ho capito che lei vedeva precisamente ciò che vedevo io”.

TFF, Without Blood, ph Stefano C. Montesi
OFF, Without Blood, ph Stefano C. Montesi

Un film sulla capacità di ascoltarsi a vicenda

Il film, presentato in anteprima mondiale qualche mese fa al Toronto Film Festival non è stato accolto da recensioni del tutto positive, eppure in meno di 90 minuti tiene incollati alla sedia. Soprattutto quando i due protagonisti, seduti l’una davanti l’altro, si raccontano la stessa storia da due punti di vista differenti. È un duello western ma senza colpi bassi, avventati o disturbanti, quelli sono lasciati al momento dell’azione che non manca. “Per certi versi il mio atteggiamento è stato di grande umiltà“, dice Angelina Jolie. “Ho ascoltato le parole scritte; tutti i componenti della troupe hanno letto il libro. Abbiamo cercato insieme di entrare nella mente di Alessandro ed è stato illuminante per tutti noi. Il libro ci ha posto difronte una serie di quesiti. Se pensiamo di trovare un buono e un cattivo, qui siamo fuori stradaPerché, proprio come nella vita, in questo libro c’è un assoluto: tutta la complessità che ogni individuo porta con sé in quanto essere umano“. E aggiunge: “il viaggio non è stato solo fare il film ma stare insieme per riflettere sulla nostra capacità di ascoltare l’altro. Su ciò che comporta mettersi a confronto intorno ad un tavolo per trovare qualcosa in comune. Il film non risolve qualcosa ma aiuta a riflettere sugli esseri umani e sullo stare insieme“.

Una storia in cui non ci sono buoni e non ci sono cattivi

Penso che i libri debbano scomparire nei film. In sala si deve respirare solo il cinema”, continua Baricco, grato del lavoro fatto dalla Jolie. “Sono contento di sapere che le persone guarderanno il suo film perché so che dentro questo racconto cinematografico ci sono un colore, una distanza, che sono miei”. A proposito della violenza e della guerra la regista, nota attivista, si esprime così: “nel film non vediamo solo la violenza subita dalle donne ma anche subita dagli uomini. Indipendentemente dal genere, è doveroso proteggere gli esseri umani più fragili e indifesi. Vediamo situazioni peggiorare di continuo e mi preoccupa molto il modo in cui guerre e violenze siano state purtroppo normalizzate. Vorrei che fossimo in grado di smettere di parlare come se non sapessimo che tutto questo è disumano; da contrastare in ogni modo e con ogni mezzo possibile. Dobbiamo chiederci come noi, donne e uomini insieme, possiamo opporci a chi è ignorante e violento”. E Baricco: “è una storia in cui è impossibile identificare buoni e cattivi, tutti hanno colpa ma al tempo stesso nessuno la ha. A differenza del lettore, lo spettatore non è abituato a questo punto di vista e questa, che era la mia scommessa, lei l’ha rispettata e mi piace. Io sarei contento se il pubblico, andando al cinema, si dimenticasse che ‘Senza sangue’ è un mio libro e pensasse solo che è il suo film”.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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