Il mestiere di vivere: al cinema il film dedicato allo scrittore Cesare Pavese 

Dal 13 gennaio 2025 arriva al cinema, con una serie di proiezioni evento, il nuovo documentario “Il mestiere di vivere” di Giovanna Gagliardo, dedicato allo scrittore e intellettuale Cesare Pavese. Ecco il trailer

Il mestiere di vivere di Giovanna Gagliardo, presentato in Concorso nella sezione documentari al Torino Film Festival 2024, arriva nelle sale cinematografiche dal 13 gennaio con Luce Cinecittà. Dopo la prima, che si svolgerà a Roma, il film arriverà con proiezioni evento, accompagnate dalla stessa regista, a Torino, Milano, Bologna, Bergamo, Firenze, Pisa, Perugia, Avellino e altre città. 

Il mestiere di vivere: un film su Cesare Pavese 

Giovanna Gagliardo con Il mestiere di vivere sceglie di raccontare Cesare Pavese attraverso i suoi tanti mestieri ma partendo dalla fine, dal suo ultimo atto, liberandosi così di un cliché reale e narrativo – Pavese si è suicidato per amore – per poi dedicarsi alla straordinaria vita di un intellettuale, scrittore e artista, che in qualche misura ha segnato a tutti gli effetti il Novecento italiano.

In 41 anni di esistenza Cesare Pavese è stato in grado di fare grandi cose. I suoi “mestieri” riguardano certo le sue grandi passioni ma hanno tutti una relazione con l’altro, con il pubblico, con il destinatario, in primis dei suoi libri, dei suoi racconti e anche delle sue traduzioni. 

La vitalità di Cesare Pavese 

Citando un importante autore del nostro tempo, quale Domenico Starnone, “per Pavese la letteratura è mestiere, la poesia è mestiere, la vita è mestiere”. Ed è così che la parola chiave sulla quale Giovanna Gagliardo ha deciso di costruire il suo documentario è appunto “vitalità”. La vitalità di un uomo, un artista che attraverso la poesia narrativa, il romanzo breve, la grande letteratura americana e molto altro ancora ha consegnato alla società un patrimonio immenso.

Tra interviste nuove e d’archivio nel film si ascoltato le parole e le testimonianze di personaggi come Steve Della Casa, Claudia Durastanti, Laura Nay, Pierluigi Vaccaneo e ancora Tullio Pinelli, Fernanda Pivano, Natalia Ginzburg, Carlo Lizzani e molti altri. 

Le parole della regista Giovanna Gagliardo 

“Sono nata in Piemonte, cresciuta a Torino, da più di quarant’anni vivo a Roma”, afferma Giovanna Gagliardo. “Pavese, certo, l’ho incrociato nella mia adolescenza torinese e non solo. Ovviamente l’ho amato, l’ho letto. Ho imparato a memoria molte delle sue poesie. L’ho messo tra i ricordi di quel fruttuoso passato vissuto nella Torino irripetibile degli anni Sessanta. Ritrovarlo e rileggerlo oggi, a distanza di tanti anni, è stata per me una vera e propria folgorazione. Prendi in mano i suoi romanzi, le sue poesie, soprattutto i suoi diari e già dalle prime righe capisci che ti sta parlando del “presente”. Non del suo presente, ma del “nostro.” Mette in scena la complessità degli eventi e ti fa capire che non hai scampo. Ti costringe a non cercare risposte semplici, ti sbarra la strada se provi a schierarti. Ti mette alla prova. Lui non spiega, non suggerisce, non cerca la tua approvazione”.

E aggiunge: “Quel Pavese che ricordiamo frettolosamente come il poeta infelice, suicida per amore, probabilmente è molto di più. Forse è l’intellettuale scomodo che oggi ci manca, l’antipatico mai compiacente che ti complica la giornata, il magnifico compagno di viaggio che – nelle colline di Santo Stefano Belbo – ti fa intravedere il mare azzurro di Itaca. Ho lasciato un Pavese che credevo locale e generazionale, ho ritrovato uno scrittore con il respiro dei classici”.

Margherita Bordino 

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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