Itaca. Il ritorno: il film di Uberto Pasolini rilegge al cinema l’Odissea
Dal 30 gennaio 2025 al cinema la storia di Ulisse e Penelope è al cinema riletta secondo i meccanismi umani per riportare unione e coesione familiare. Qui il trailer
Il dolore della guerra, la nostalgia, l’attesa sono i pilastri di Itaca – Il ritorno di Uberto Pasolini che, come suggerito dal titolo, è un’epopea, realizzata con il grande desiderio di rileggere e indagare quella straordinaria opera che è l’Odissea.
Il film, dal 30 gennaio al cinema con 01Distribution, è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma ed ha per interpreti Ralph Fiennes, Juliette Binoche e Claudio Santamaria, e ha un interessante intento: quello di solleticare l’immaginazione dello spettatore davanti ad un’opera che solo in apparenza non dovrebbe avere più alcun “segreto”.
Pasolini rilegge l’Odissea dopo anni
“Sono settant’anni che non si vede una versione cinematografica che non racconti l’Odissea in maniera speciale; l’ultimo film risale al 1954 con Ulisse di Mario Camerini”, commenta Uberto Pasolini. “Io sono trent’anni che sto provando a fare questo film, ci ho messo di più io che Odisseo a vincere la guerra, dormire con le donne del mediterraneo e tornare a casa”.
E continua: “Non so perché veramente gli autori cinematografici non si siano cimentati nella sfida di rileggere l’Odissea, io l’ho fatto per arroganza, perché ci vuole arroganza per mettersi in confronto con Omero, per la fortuna di avere Juliette, Ralph, Claudio insieme a me e poi perché, come mi disse Dante Ferretti due anni fa, quando mi dava dei consigli, gli unici passi che vale la pena fare sono quelli più lunghi della gamba”.
“Itaca. Il ritorno” mostra storie universali
Itaca – Il ritorno è un film, oltre che un racconto narrativo, che rientra in quella speciale gamma di storie universali di cui, anche se si parla di uno spazio e tempo lontanissimi da noi, resistono vivi e vivaci i simboli e gli archetipi. Un padre lontano da casa, una donna sola che difende se stessa e il proprio figlio, alcuni che vivono di fame e violenza e altri che allo stesso modo cercano di contrastarli. Una storia presente, contemporanea solo che con costumi e usi diversi.
Sempre il regista dichiara: “L’ordine dei fatti nel mio film è stato cambiato a volte: abbiamo fatto un’operazione che potremmo chiamare aristotelica nel condensare eventi del passato e del presente. Ci sono certamente battute ispirate al testo di Omero e altre ispirate a testi più recenti. Per esempio, ho letto molte interviste di reduci del Vietnam, che parlavano della loro difficoltà nel gestire la violenza perpetrata in guerra e nel tornare in famiglia”.
Il viaggio interiore di una famiglia
Proprio come l’Odissea di Omero racconta e riflette su cosa vuol dire essere padri, mariti, mogli, figli e quindi su cosa vuol dire essere umani, nel bene e nel male, Itaca – Il ritorno sfrega questa potente esplorazione sociale e antropologica lasciando un’immagine contemporanea delle situazioni e dei personaggi. Un intreccio di amore, senso di colpa e violenza repressa che rimanda anche alla necessità e possibilità di ricostruire ciò che è andato smarrito e perduto.
“Trattandosi di una storia di ritorno e di redenzione dalla guerra, il mio interesse è sempre stato non tanto per l’elemento del fantastico delle peregrinazioni di Odisseo, quanto più per il ricongiungimento dei personaggi alla fine del viaggio”, commenta Pasolini. “Pur conservando alcuni dei momenti più iconici dell’epopea di Omero, la nostra è un’Odissea della mente, senza viaggi, senza mostri, senza dei, il percorso di una famiglia che trova il modo di riunirsi contro gli ostacoli esterni ma, soprattutto, contro quelli del proprio cuore”.
Margherita Bordino
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