Su Netflix arriva la nuova serie del grande regista giapponese Hirokazu Kore-eda

“Asura” rappresenta un’occasione imperdibile per immergersi nell’universo narrativo di uno dei più grandi osservatori dell’animo umano nel panorama cinematografico contemporaneo

Vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes con Un affare di famiglia (2018), Hirokazu Kore-eda è ampiamente riconosciuto come uno dei registi più raffinati del cinema giapponese. Celebre per la delicatezza con cui esplora le relazioni umane, Kore-eda torna con una nuova serie che affronta il tema della famiglia, da sempre al centro della sua poetica, Asura. Che è un’occasione preziosa per scoprire, o riscoprire, il suo talento unico.

Hirokazu Kore-eda, un narratore dell’animo umano

Nato a Tokyo il 6 giugno 1962, Kore-eda inizia la carriera come documentarista, sviluppando una sensibilità unica nel catturare le sfumature delle emozioni quotidiane. Questa esperienza ha lasciato un’impronta indelebile nella sua produzione di fiction, dove il minimalismo della messa in scena e l’introspezione dei personaggi si intrecciano per esplorare temi universali come la famiglia, la memoria e l’identità. Al centro delle sue storie c’è spesso un senso di mancanza e la ricerca di un equilibrio emotivo, che diventa motore del viaggio interiore dei suoi protagonisti.

Father and Son, il film di Hirokazu Kore-eda

Un esempio emblematico del suo stile è il film Father and Son (2013), vincitore del Premio della giuria al Festival di Cannes. Il film racconta la storia di due genitori che scoprono che il loro figlio biologico è stato scambiato alla nascita con un altro neonato. La notizia incrina gli equilibri della famiglia Nonomiya, agiata e all’apparenza felice, che si trova a doversi confrontare con la famiglia che ha cresciuto il loro figlio naturale, i Saiki, economicamente meno avvantaggiati ma più spensierati. Attraverso il viaggio interiore del protagonista Ryota, un uomo ossessionato dal successo e abituato a vedere la vita come una competizione, Kore-eda ci invita a una profonda riflessione sul senso del rapporto filiale: cosa unisce davvero un padre a un figlio? Il sangue o il tempo e l’affetto condivisi giorno dopo giorno?

Asura, il microcosmo femminile di Hirokazu Kore-eda

Questo interesse per la complessità dei legami familiari trova nuova linfa in Asura, ispirata al romanzo Ashura no Gotoku di Kuniko Mukoda. La serie si concentra sui rapporti tra quattro sorelle, offendo uno sguardo intimo e riflessivo sulle dinamiche femminili, un tema già esplorato dal regista nel film Little Sister (2015). Le due opere condividono diversi punti di contatto: se in Little Sister tre sorelle, abbandonate dal padre, scoprono dopo la sua morte di avere una sorellastra, in Asura la narrazione ruota attorno a quattro sorelle che si riuniscono per una cena in una notte d’inverno. Durante l’incontro, Takiko, una delle protagoniste, rivela che il padre ha una relazione con una donna più giovane dalla quale ha avuto un figlio. Questa scoperta, come un sasso lanciato nell’acqua, turba l’apparente equilibrio familiare,portando a galla emozioni represse nella vita delle singole donne. In un contesto culturale giapponese a cavallo tra gli Anni ’70 e ‘80, caratterizzato dalla riservatezza e dal sacrificio per mantenere l’armonia familiare – sacrificio incarnato dalla figura materna -, le protagoniste si pongono una domanda cruciale: “Tirare avanti senza creare problemi rende davvero le donne felici?”

Un nuovo capitolo dell’album di famiglie di Hirokazu Kore-eda

Con Asura, Hirokazu Kore-eda riafferma il suo straordinario talento nel raccontare storie universali da una prospettiva profondamente personale. Per gli appassionati del suo cinema, la serie si inserisce perfettamente nella sua poetica, arricchendo il suo personale “album di famiglie”. Per chi, invece, non ha ancora avuto modo di avvicinarsi alle sue opere, Asura può rappresentare un punto di partenza ideale.

Simone Marangi

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Redazione

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