Paternal Leave. Rapporto padre-figlia nell’opera prima della regista Alissa Jung
Il primo lungometraggio di finzione di Alissa Jung è stato presentato alla Berlinale 75. Protagonista Luca Marinelli nei panni di un padre che si ritrova faccia a faccia con la figlia che non ha mai conosciuto
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Sembra retorico dirlo, ma è così: è nata una regista. Alissa Jung ha presentato il suo primo lungometraggio, Paternal Leave con protagonista Luca Marinelli (suo compagno nella vita reale), nella sezione Generation 14 alla 75esima Berlinale, una coproduzione Italia-Germania che arriverà nelle nostre sale in primavera con Vision Distribution.
Paternal Leave è un film prezioso che si interroga sul rapporto genitori-figli e lo fa partendo da una situazione di abbandono. Leo (Juli Grabenhenrich) è infatti una ragazza tedesca sola, arrabbiata e in cerca di risposte, che intraprende un viaggio nella riviera romagnola per incontrare il padre biologico, Paolo, che non ha mai conosciuto: il loro primo incontro è un vortice di emozioni, forti e incontrollate. In questo film – e ne è una forza – i personaggi non possono essere incasellati in alcun preciso contesto sociale. La volontà di Jung non è quella di una storia universale ma di un preciso racconto padre – figlia.
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“Paternal Leave”, un film girato in Romagna e in più lingue
Con questo film, dichiara la regista, “sono partita da due diversi interrogativi: in che modo esplorare in modo profondo il rapporto genitore-figli e per quale motivo ci sono genitori che non vogliono conoscere i propri figli. Da qui è pian piano arrivata la storia”. Paternal Leave, girato in riviera romagnola, luogo scelto dalla Jung quasi per caso quando, durante l’inizio dell’autunno, si è trovata lì, è interpretato in più lingue. Cosa che non ha disorientato i protagonisti, anche perché la volontà stessa di della regista era quella di andare oltre la parola scritta e orale: “Con le parole spesso non ci si comprende, può succedere, mentre con il linguaggio del corpo si possono capire molte più cose secondo me. È stato interessante esplorare questo tipo di comunicazione che va oltre l’italiano, il tedesco o l’inglese. È un ulteriore modo per sottolineare come sia necessario mettersi in ascolto dei propri figli. Credo che ascoltare senza giudicare sia fondamentale tra tutti”.
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Il punto di vista di Marinelli sulla storia di “Paternal Leave”
Luca Marinelli, attore dal grande talento che già in passato ha affrontato personaggi fragili, disorientati, paterni, è ora reduce dal successo di M. Il figlio del secolo, storia ben distante da questo piccolo grande film. In Paternal Leave “si incontrano due persone che sono un po’ in uno stesso momento della vita, solo che una ne ha diritto e l’altra è in ritardo rispetto alle tappe che avrebbe dovuto fare”, ha affermato Marinelli. “L’arrivo di lei, di Leo, è uno dei regali più belli che la vita possa fare a Paolo. La figlia è uno specchio che gli viene messo davanti. Attraverso questa giovane donna si spera che lui possa cogliere questa nuova occasione”. E riguardo al rapporto genitori-figli, facendo eco alla regista, ha aggiunto: “Penso che sia importante che i genitori stiano ad ascoltare i figli. I giovani sono molto collegati al tempo presente, molto più di noi. Noi abbiamo più esperienza ma loro vivono il presente. Qui ci sono un padre che scappa e una figlia che lo rincorre, e vediamo quanto lei sia più avanti di lui e solo quando lui si mette ad ascoltarla accoglie il regalo più grande”.
Alissa Jung, “Paternal Leave”, il rapporto con i bambini e la musica
Alissa Jung – che ha dichiarato di trovare interessanti registi italiani come Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Jonas Carpignano – è un’artista da tenere d’occhio. Cresciuta a Lipsia, ha vissuto sin da giovanissima sia il teatro sia il cinema. Anche se queste arti sono entrate molto presto nella sua vita, ha scelto di diventare pediatra, e verso i bambini ha avuto negli anni una cura medica e non solo. È sempre lei infatti la fondatrice di Pen Paper Peace, associazione con sede anche in Italia, che promuove il dialogo tra i Paesi del Nord e del Sud del mondo.
Una chicca del suo Paternal Leave riguarda l’aspetto musicale: “Volevo un film senza colonna sonora. Volevo concentrarmi sulla recitazione e ho solo dei brani che fossero diretti e precisi riguardo la storia. Volevo poca musica ma giustissima”, ha commentato la regista riferendosi al brano inglese Hold Your Own e all’italiano Solo per gioco. “Alissa mi ha chiesto, ‘Che canzone ti piacerebbe per Paolo?’ E io ho pensato a questa canzone di Giorgio Poi, che è anche un mio caro amico, che mi emoziona tantissimo”, ha riferito Marinelli. “C’è una parte che mi piace molto e che dice ‘e tu che mi capisci bene rimani un po’’, rimanda a un senso di umanità molto bello, che riguarda quello che Paolo vorrebbe fare o avrebbe voluto fare”.
Margherita Bordino
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