Win or Lose: la prima serie tv Pixar debutta sul piccolo schermo
Punta ancora su emozioni e sentimenti il nuovo progetto Pixar che arriverà su Disney+ dal 19 febbraio 2025: dal titolo “Win or Lose”, la serie tv ha per protagonisti otto diversi personaggi. Il trailer
Guardando il trailer di Win or Lose tornano subito alla mente i personaggi di Inside Out, il fortunato lungometraggio Pixar ispirato alle emozioni di una ragazzina. In effetti, la serie tv dal 19 febbraio visibile su Disney+, indaga ancora una volta la sfera emotiva di bambini e adulti attraverso l’animazione.
Win or Lose: la prima serie tv Pixar
Diretta, scritta e con la produzione esecutiva di Carrie Hobson e Michael Yates, Win or Lose è la prima serie originale dei Pixar Animation Studios, la cui ideazione era stata già annunciata nel 2020. Prodotta da David Lally, si sviluppa in otto episodi ed ha per protagonisti otto diversi personaggi.
Lo stile dell’animazione, che ricorda quello di un altro capolavoro Pixar come Luca, è a firma di Brendan Beesley, Brandon Kern e Tom Zach.
La sinossi di Win or Lose
Win or Lose segue, secondo la sinossi ufficiale, “le storie intrecciate di otto diversi personaggi che si preparano per la loro grande partita di softball. La serie rivela come ci si sente realmente nei panni di ogni personaggio – i ragazzi insicuri, i loro genitori, persino un arbitro innamorato – con prospettive incredibilmente divertenti, molto emotive e unicamente animate”.
Pur essendo un prodotto rivolto a bambini dai 6 anni in su, Win or Lose non ha per protagonisti solo i piccoli, ma anche gli adulti che si relazionano con loro, strizzando l’occhio anche a telespettatori più maturi, spesso costretti a condividere lo schermo con i ragazzi.
Censurati i riferimenti transgender
Sebbene la serie non sia ancora andata in onda, già ha fatto parlare di sé. Sembrerebbe infatti che siano stati rimossi i dialoghi relativi all’orientamento sessuale transgender di uno dei personaggi. Una portavoce Disney ha motivato così la scelta: “Quando parliamo di contenuti animati per un pubblico più giovane, ci rendiamo conto che molti genitori preferirebbero discutere di alcuni argomenti con i propri figli, a modo loro e quando lo ritengano opportuno”.
Eppure Dinsey e Pixar avevano già inserito in altre produzioni elementi Lgbtq come nel film del 2022 Lightyear – La vera storia di Buzz e Strange World: il vento politico evidentemente è cambiato e anche le grandi produzioni statunitensi si piegano alle sue minacciose folate.
Roberta Pisa
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