Il cinema d’autore diventa installazione al Salone del Mobile 2025
Dopo l'esperienza dell'anno scorso con il visionario David Lynch, quest'anno il Salone del Mobile guarda a Paolo Sorrentino, che con la sua “Dolce Attesa” va a trasformare il cinema in esperienza immersiva

E se l’universo poetico di un regista diventasse uno spazio da vivere? Dopo aver accolto nel 2024 la visione di David Lynch con Thinking Room, quest’anno il Salone del Mobile 2025 si apre alla poetica di Paolo Sorrentino con La Dolce Attesa. Arte e design si incontrano per dare vita a un’esperienza immersiva, il cui il cinema si libera dallo schermo per trasformarsi in installazione.









Thinking Room: l’invito a pensare di David Lynch
Presentata al Salone del Mobile 2024, Thinking Room era una soglia simbolica che conduceva in una dimensione parallela, un’estensione tangibile dell’universo visionario di Lynch. Qui, come nei suoi film, lo spazio è un’entità viva, parte di un mondo onirico e perturbante in cui gli elementi inanimati sono tanto significativi quanto quelli animati. Due stanze gemelle, immerse in un blu profondo che avvolge e rilassa, favoriscono il pensiero. Al centro, un trono con sette camini che si innalzano fino al soffitto, canalizzando pensieri e intuizioni verso una dimensione superiore. Thinking Room è un rituale di estraniazione che invita a sedersi e semplicemente pensare perché, come ci ha insegnato il regista di Blue Velvet e Twin Peaks venuto a mancare da poche settimane, l’inconscio non va spiegato ma intuito.

La Dolce Attesa: il tempo sospeso di Paolo Sorrentino
Per l’edizione 2025, il Salone del Mobile ospita La Dolce Attesa, l’installazione firmata da Paolo Sorrentino. Immaginiamo di essere seduti nella sala d’attesa di uno studio medico. Tra speranza e inquietudine, ci troviamo sospesi in quel tempo indefinito che precede una risposta. Come addolcire l’attesa?
È questa la domanda da cui parte Sorrentino per dare vita alla sua opera. Come nei suoi film, il regista trasforma l’angoscia esistenziale in un gioco di leggerezza e ironia. “La nostra sala d’attesa”, spiega Sorrentino, “non ti costringe a star fermo, ma ti lascia andare: un piccolo viaggio, come da bambini, su giostre rassicuranti”. Un invito a ripensare i momenti di stasi, a fermarsi e respirare, riscoprendo il valore della pazienza e la bellezza del tempo che scorre lento.

Cinema e Design: un legame imprescindibile
Thinking Room e La Dolce Attesa dimostrano il legame profondo che c’è tra cinema e design. Il cinema, linguaggio delle immagini in movimento, esce dalla bidimensionalità dello schermo per trasformarsi in esperienza immersiva. Così, al Salone del Mobile, il cinema non si guarda soltanto: si attraversa, si vive, si respira.
Simone Marangi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati