Nanni Moretti one man show. Succede al Bif&st di Bari

Il Bif&st dedica a Moretti una retrospettiva per festeggiare i suoi 50 anni di carriera e il regista prende la scena. Oltre un’ora di show tra lezioni di cinema e grande intrattenimento

Da artigiano a professionista del cinema. Nanni Moretti si racconta al pubblico del Bif&st ripercorrendo e suddividendo la sua carriera in ben 10 capitoli. Il Teatro Petruzzelli di Bari, sold out di domenica mattina, lo accoglie con immenso calore dopo la proiezione del suo Ecce bombo, il secondo dei titoli previsti in cartellone al festival che a lui dedica una larga retrospettiva in questa edizione, la prima guidata da Oscar Iarussi.

Nanni Moretti e il racconto di un’intera carriera

Parlare del mio ambiente politico e sociale, prenderlo in giro quindi prendere in giro me, non stando solo dietro ma anche davanti alla macchina da presa, non come attore ma come persona, sono state cose che mi sono venute spontanee”, ammette Moretti. Attraverso la regia, la sceneggiatura, la recitazione e il rapporto con pubblico e stampa, il regista racconta le sue prime volte confrontandosi con l’uomo e artista che è stato ieri e che è divenuto oggi. Racconta se stesso e la sua carriera, e lo fa in una chiave del tutto inusuale, come solo un grande intrattenitore sa fare: da solo sul palcoscenico, richiamando aneddoti, utilizzando grande umorismo (quello tipico dei suoi film!) e mettendo in campo una distinta sincerità. Una lezione di cinema a tutto tondo e in prima persona che difficilmente il pubblico presente dimenticherà.

Nanni Moretti e cosa è successo dopo “Ecce bombo”

Ho scritto e girato Ecce bombo senza pretendere di conoscere i gusti del pubblico e di andargli incontro”, continua il regista di Palombella rossa e Habemus Papam. “Non mi aspettavo questo successo anche perché pensavo di aver fatto un film doloroso, per pochi, e invece scoprii di aver fatto un film comico per tutti”. Ecce bombo è il film che ci conduce nelle giornate di Michele, studente universitario, attraverso i suoi rapporti con i genitori e con la sorella, quelli con le ragazze e la sua vita di gruppo. Un film stravagante, giovanile, forse di svago, che ha avuto una solida ed enorme accoglienza da parte di tutti. Ecce bombo, datato 1978, segna per Moretti un momento di grande consapevolezza: “ho capito che mi interessava stare dentro l’industria cinematografica, non poeticamente ai suoi margini. Volevo esserci come regista, esercente e produttore. Volevo stare dentro e con le mie idee”.

Nanni Moretti grande regista ma prima di tutto attento spettatore

Il regista parla di sé anche come attento, curioso e paziente spettatore: “Mi piacevano molto in quegli anni, e anche dopo, i film dei fratelli Taviani che usavano la macchina fissa. Non volevano illudere lo spettatore e quello era il loro modo di dichiarare che stava assistendo ad uno spettacolo di finzione”. E in questa sua lezione – spettacolo, sempre sul suo essere un grande fruitore della sala cinematografica, aggiunge: “Come spettatore avevo attenzione verso il cinema. Un’attenzione feticista, ai dettagli e alla forma. Con il tempo ho capito che era il caso di dare più importanza al materiale sceneggiatura. Fino a Sogni d’oro i miei film erano orizzontali, non avevano uno sviluppo narrativo definito. Solo dopo la visione de La signora della porta accanto ho capito che dovevo dare maggiore importanza alla sceneggiatura e le prime le ho scritte con Sandro Petraglia”.

Nanni Moretti e la materia narrativa

È qui che, in questo flusso meraviglioso, in cui non si sottrae a nessun pensiero o commento, neanche per un secondo, spiega meglio e per bene l’evoluzione del suo cinema e i suoi inevitabili cambiamenti: “All’inizio scrivevo da solo, e devo dire mi veniva abbastanza facile scrivere, oggi non mi va e non potrei più farlo da solo. Mi piace molto l’avventura della scrittura di un film insieme ad altre persone, e negli ultimi film sempre con sceneggiatrici donne”. Ebbene, al Bif&st 2025 si è svolto un evento che si spera non sarà un unicum, in cui Moretti ha raccontato Moretti e il suo cinema. Ovvio, un momento assolutamente egoriferito ma brillante, interessante e appassionante, degno di un grande autore che nel tempo è rimasto fedele a se stesso pur cambiando spesso modo di agire. E a chi si chiede cosa succede oggi tra Moretti e il pubblico: “Per me è importante capire cosa si aspetta il pubblico per andargli contro”.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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