Death of a unicorn. Al cinema una nuova folle black comedy con Jenna Ortega

Cosa c’entrano gli arazzi conservati al Metropolitan di New York con l’opera prima di Alex Scharfman? Qui il trailer del film, nelle sale dal 10 aprile con I Wonder Pictures

Paul Rudd (Ant-Man, Avengers: Endgame, Only Murders in the Building) e Jenna Ortega (Mercoledì, Beetlejuice Beetlejuice) sono rispettivamente Elliot e Ridley Kintner, un padre e una figlia protagonisti di Death of a Unicorn.

La coppia è in viaggio sulle Montagne Rocciose Canadesi, diretta verso la casa di un ricco magnate farmaceutico, Odell Leopold (Richard E. Grant) – che sta morendo per una malattia terminale. Nel tragitto investono per sbaglio un animale selvatico o meglio… un unicorno. Si, avete capito bene! La vera domanda è: è morto veramente? No, non lo è. Perché non solo è una creatura che ha il potere di guarire gli altri, ma anche di salvare se stesso. Da qui una serie di “sfortunati” eventi darà vita ad una black comedy folle, inusuale e di vero intrattenimento targata A24 e in sala italiane dal 10 aprile con I Wonder Pictures.

Death of a Unicorn: la vendetta degli unicorni

In Death of a Unicorn da un lato ci sono la scienza e la prosperità finanziaria, dall’altro invece la storia dell’arte e il folklore. E mentre la famiglia Leopold pensa solo ad arricchirsi, ed Elliot cerca di ottenere una quota nella società, con il solo scopo di garantire un futuro migliore a sé e a Ridley, i genitori dell’unicorno “morto” infuriano e danno vita, prima nel bosco e poi nella casa, ad un vero conflitto violento e sanguinario.

Gli unicorni del film sono quindi tre e per renderli “reali” sullo schermo sono state coinvolte diverse società di effetti speciali: Zoic Studios, con sede a Vancouver, che ha progettato le creature e realizzato gli effetti digitali del film, Filmefex, con sede a Budapest, che ha fabbricato i pupazzi e altri oggetti di scena chiave utilizzati nella produzione e successivamente migliorati digitalmente in post- produzione e Wētā Workshop, in Nuova Zelanda, che ha sviluppato i primi concept delle creature.

Il design scelto per gli unicorni

“Con il design della creatura, volevamo allontanarci da ciò che tipicamente pensiamo sia un unicorno, cioè un cavallo con un corno, e avvicinarci a creature che assomigliano a divinità antiche”, ha raccontato Scharfman.

“Il team di progettazione ha fatto riferimento a molte descrizioni di unicorni storiche di millenni fa e, per mantenerli realistici e concreti, abbiamo fatto un’estrapolazione per immaginare come potrebbe essere l’antenato predatore di un cavallo dell’era glaciale, per trovare l’equivalente equino di un rinoceronte lanoso rispetto a un rinoceronte”.

Gli arazzi del 1400 raffiguranti gli unicorni

Gli unicorni, elemento fondamentale nella narrativa fin dal 400 a.C., sono esseri che appartengono tanto alla mitologia quanto all’arte. Queste creature magiche, apprezzate per le loro proprietà curative, simboleggiano la purezza e la libertà, e come è noto, nel Medioevo, hanno assunto un significato mistico, di qualcosa di troppo puro per il nostro mondo, assumendo il senso di allegorico di Cristo.

Per questo motivo sono stati raffigurati come vittime sacrificali nelle mani dell’uomo, proprio come raffigurato negli arazzi del Cloisters, i sette arazzi della Caccia all’Unicorno conservati al Metropolitan di New York, e appartenuti al principio alla famiglia francese dei La Rochefoucauld. Death of a Unicorn celebra queste figure mitologiche ricordando che i mostri sono fuori casa tanto quanto dentro le mura domestiche, nascondendosi spesso tra gli insospettabili.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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