Col film La gazza ladra, Robert Guédiguian torna a raccontare la sua Marsiglia
L’ultimo film del regista di origine armena girato ancora una volta nell’ex villaggio di pescatori dell’Estaque mette in scena una cronaca del quartiere fra malinconia e sorrisi amari

Ci sono alcune immagini nell’ultimo film di Robert Guédiguian, La gazza ladra (La pie voleuse, Francia, 2024) che racchiudono tutto il mondo poetico del regista marsigliese.
Il quartiere dell’Estaque, un microcosmo per raccontare il mondo
Dal terrazzo della sua casa, il co-protagonista, costretto sulla sedia a rotelle, contempla il mare di fronte all’Estaque. L’obiettivo cattura l’immagine di una nave che entra nella rada di Marsiglia, poi un aereo che, nella direzione opposta, atterra all’aeroporto di Marignane. C’è la linea blu del Mediterraneo, la luce accecante del Sud, le casette e le stradine che compongono il nucleo più antico dell’ex borgo di pescatori, oggi diventato il 16° Arrondissement della metropoli provenzale. “Il quartiere più comunista di Marsiglia” ebbe a dichiarare Guédiguian (cognome di origine armena, alle sue radici ha dedicato il film Le voyage en Arménie, 2006) che ha ambientato molti dei suoi film proprio nel borgo in cui lui stesso è nato.

Il cinema di Robert Guédiguian
Da intellettuale comunista militante, ama raccontare le storie minime, a volte banali, degli abitanti dell’Estaque. “I muri dei poveri dell’Estaque sono dipinti da Cézanne in quadri che finiscono inevitabilmente sui muri dei ricchi” recita una voce fuori campo al termine di Marius e Jeannette (1997), dove lui è il guardiano di un cementificio abbandonato e lei è una donna sola con due figli che fa la cassiera in un supermercato. In À l’attaque (2000) si racconta la storia della famiglia di origine italiana che gestisce il garage “Moliterno & Co”, mentre in Gloria mundi (2019) protagonista è un ex carcerato. E anche quando dei figli ormai benestanti tornano per assistere il padre malato nel quartiere natale da cui si sono allontanati – La casa sul mare (La Villa, 2017) – vengono riportati alla realtà di una città da sempre crogiuolo di etnie e approdo di immigrazioni le più disparate e disperate.
I fedelissimi attori di Guédiguian protagonisti di una commedia agrodolce
La gazza ladra è, ancora una volta, la cronaca, qui un po’ più malinconica, del quartiere. Gli attori feticcio di Guédiguian sono invecchiati, ma ci sono tutti. A partire dalla protagonista, Ariane Ascaride, moglie e musa del regista, che interpreta Maria, una badante con il vizio di fare la cresta sulla spesa agli anziani che assiste e che, peraltro, la adorano. Accanto a lei Gérard Meylan, Bruno il marito di Maria, che butta via i pochi soldi di famiglia giocando a carte nei bar; e il solito, bravissimo, Jean-Pierre Darroussin, Monsier Moreau, l’anziano in carrozzina a cui Maria ruba gli assegni. Se c’è qualcosa che può a volte sembrare eccessivo nei film di Guédiguian è la vena didascalica, più strettamente militante, che appesantisce la trama narrativa.

I riferimenti a Victor Hugo
Anche ne La gazza ladra, ad un certo punto, Darroussin recita Les pauvres gens di Victor Hugo al commissariato, ma a prevalere sono le emozioni e i sentimenti. Forse fin tanto esibiti e un po’ improbabili, come nel coup de foudre fra i figli trentenni dei protagonisti. Certo la Marsiglia di Guédiguian non può più essere quella bonacciona e a tratti macchiettistica raccontata negli anni Trenta da Marcel Pagnol. La sua rimane una battaglia poetica e umanista contro il neocapitalismo arrivato, da tempo, anche nel microcosmo dell’Estaque a rompere quei legami di fraternità e solidarietà in cui regista si ostina a credere.
Dario Bragaglia
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati