Primavera Club Festival. Il gusto indie in Spagna e Portogallo
L’inverno non sarà la stagione privilegiata dai grandi festival musicali, eppure ve ne è uno piuttosto sui generis, che è riuscito a far emancipare la sua versione “invernale” nella penisola iberica. Questa settimana torna a Madrid e a Barcellona il festival indie rock di riferimento per il Mediterraneo.
Ne è passato di tempo da quando il piccolo festival ospitato dallo scenografico Poble Español di Barcellona, sull’onda di tendenze inglesi e americane, creava le premesse per un cult dell’industria musicale indipendente. La promozione delle case discografiche indipendenti e di alcuni musicisti rock e non solo, etichettati con il complesso appellativo indie, era la sfida che si prefissero gli organizzatori del Primavera Sound. E così giunge alla sesta edizione il Primavera Club, discendente del decennale PS, che quest’anno decide di internazionalizzare anche l’appuntamento invernale, atterrando nel nord del Portogallo a Guimarães – Capitale Europea della Cultura 2012 – dove si è celebrato proprio la settimana scorsa.
La formula vincente è un mix tra artisti che sono rimasti fuori dall’edizione primaverile, alcuni altri che tornano al Primavera a grande acclamazione, e idoli del passato che hanno segnato la musica indie degli Anni Ottanta e Novanta. Protagonisti del programma di oltre sette sale tra Madrid e Barcellona saranno gli artisti provenienti dal panorama musicale inglese e statunitense, ovvero le prime scene musicali che negli Anni Ottanta-Novanta mostrarono segni d’insofferenza alla cultura mainstream.
Dalla California arriva il rock dei Deerhoff e i loro stravaganti arrangiamenti che rivelano una straordinaria propensione alla noise music, la stessa passione che segnò gli Swans, la band formatasi in pieno movimento No Wave nella New York degli Ottanta, che torna in Spagna dopo il grande successo del Primavera Sound 2012. Sempre dagli Usa i Red Cross e il loro variato catalogo power pop, che gioca sulla con pop e rock melodico, per non dimenticarsi dell’hardcore punk e dell’hard rock. Proprio la band Red Cross, dal nome psichedelicamente ispirato alla scena del film L’esorcista (1973), chiuderà il sabato del festival al Matadero di Madrid. E ancora tanti americani come il chitarrista Sir Richard Bishop, la Mark Lanegan Band, i Sonic Youth, e tra gli europei i finlandesi Cat on fire, gli inglesi The Vaccines e i TOY. Molto attesi dagli spagnoli il gruppo grandino Los Planetas e il nuovo disco della maiorchina Antónia Font.
Chiuderà il Primavera Club Barcellona, al San Jordi Club, il ricercato suono degli Ariel Pink’s Haunted Graffiti, giudicati nella storica classifica del blog di Simon Reynolds – noto per l’aver coniato termini come ‘post-rock’ e ‘retromania’ – gli autori del disco numero uno del passaggio al nuovo millennio, The Doldrums.
Enrichetta Cardinale Ciccotti
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