Boombarstick Festival: l’arte è una bomba a orologeria in Croazia
Un ponte tra Europa e Istria fatto di street art, performance, installazioni, musica. Dal 3 al 7 luglio Dignano/Vodnjan, piccolo borgo medievale situato a 10 km da Pola e dal suo mare croato, si riempie di musicisti locali e artisti internazionali. Che dipingono le case abbandonate, rivitalizzando il cuore del paese.
…do it yourself, or they’ll do it worse! È la filosofia di Boombarstick, festival indipendente e gratuito di arte e musica ospitato dalla città di Dignano/Vodnjan, in Istria, alla sua edizione numero zero. Un evento che nasce soprattutto per dare un calcio ai falsi miti, in primis quello che vede la Croazia come un paradiso fiscale (sicuramente per chi non ci vive), con la sua tassazione unica sul reddito al 17%. A maggior ragione ora che, dal 1° luglio, è diventata il 28esimo Paese europeo, con tutti i pro e i contro che ne possono derivare.
“Tassano sì sul reddito al 17%”, ci spiega uno degli organizzatori del festival, Marco Contardi, “ma è solo perché chi ha la fortuna di avere un reddito, ovviamente ce l’ha bassissimo (parliamo di neanche 400 euro al mese, e a chi va di lusso)”. Ecco perché la scelta di far ricadere un concentrato di stimoli artistici, musicali e culturali in questo borgo medievale, dove la crisi economica, le tasse più folli (“Addirittura sull’acqua piovana: chi ha un giardino con magari un pozzetto di pietra o cose simili deve pagare anche per questo”), la disoccupazione giovanile al 60% e la stasi si fanno sentire molto più che in Italia. “In generale il clima è quello della sfiducia e della rassegnazione”, continua Marco, “mentre la situazione generale credo sia anche peggio di quella greca per certi aspetti. L’arrivo dell’Europa mi sembra lo attendano col fare di chi ha sentito una ‘storia simile’ già troppe volte e non s’aspetta un gran lieto fine”.
Come se non bastasse, molte delle abitazioni sparse ovunque, anche nel centro città, abbandonate durante il triste periodo dell’esodo istriano, oggi appaiono dismesse o in rovina, sottolineando ulteriormente quel clima di sconforto che il festival vuole combattere attraverso wall painting e installazioni in città. “Noi facciamo il festival a Vodnjan proprio per combattere nel nostro piccolo un grigiore che è sia metaforico che letterale. Per farti un altro esempio sul borghetto di 6mila abitanti in cui siamo, è bellissimo ma è un po’ vuoto (non è direttamente sul mare, anche se è molto vicino), per cui, magari, i paesi vicini un po’ più grossi sono già più riempiti dai turisti, mentre qui a Vodnjan la gente si sente un po’ dimenticata, come se pensasse che non valesse la pena visitare il posto; infatti si sono tutti stupiti che il Boombarstick sarà qui e non altrove, e in tanti aspettano con ansia l’evento mentre altrettanti ci stanno aiutando come possono”.
L’idea del festival è di Klara Mrsic, nata a Parigi da genitori di Vodnjan (le due città dove vive, a seconda dei progetti attivi), giovane presidente di un’associazione culturale francese (Zoo Free Art & Music) che ne sta fondando a Dignano anche una croata (Matriosk’art). Klara lavora da anni nel mondo di creatività, arte e comunicazione, e ha partecipato a vari progetti soprattutto in Francia e in Italia; al Boombarstick si occupa principalmente dell’organizzazione e direzione a 360 gradi. A darle una mano col festival, per quanto riguarda co-art direction, comunicazione e ufficio stampa pensa Marco Contardi, copywriter e scrittore freelance da sempre nel mondo delle arti underground (già impegnato in passato su eventi simili al Boombarstick in Italia e Spagna). Tra gli altri supporter, la città di Vodnjan come patrocinio, oltre ai partner “tecnici” come Illustris Travel, col quale hanno studiato soluzioni diverse per l’alloggio e gli spostamenti di artisti e turisti, Pozitivan Ritam, che fornisce impianti e assistenza per la parte musicale, e Guarana Production, agenzia di booking che “presta” alcune sue band e musicisti. Poi ancora l’associazione dei giovani locale, e vari amici e volontari che hanno capito la mission del progetto e la sostengono attivamente.
“La cosa che più ci ‘gratifica’ degli artisti e musicisti del Boombarstick”, sottolinea Marco, “è che tutti hanno letto bene la situazione e, condividendone lo spirito DIY, a parte il simbolico e giusto rimborso spese (oltre a essere graditi e attesi ospiti di Vodnjan, che già di suo vanta poeti, artisti e musicisti) non chiedono cachet, ma ‘donano’ la loro arte alla città e ai suoi abitanti”. Chi saranno gli artisti coinvolti? Per la parte arte: Liqen (pittore-wallpainter spagnolo), Remed (street artist francese), Phlegm (disegnatore underground inglese), Franco Manzin (scultore di Dignano), Eme (street-artist spagnola), NeSpoon (artista-artigiana polacca), OKO (street-artist croata), Interesni Kazki (duo di muralisti ucraini), Ufocinque (artista-scenografo italiano), Miron Milic (disegnatore croato), Giorgio Bartocci (urban artist italiano), Ludo (street artist francese), Emilio Cejalvo (pittore spagnolo), Sam3 (artista spagnolo), Hitnes (illustratore italiano) e i serbi Elektrika Pancevo e Supertoon. Mentre per quella musicale: Soundcheck Regaz (hip-hop band di Vodnjan), Drunken Balordi (ska-gipsy band formatasi in UK), Ardzen (folk-poet francese), Spleen (cantante-performer franco-camerunense), Minima Social Club (swingy rock’n roll band francese), Manouch’k (orchestra folk francese), DJ Sisma (techouse dj-producer di Vodnjan) e molti altri.
Quali le modalità di scelta della line-up? “Abbiamo scelto gli artisti”, risponde Marco “cercando di coinvolgere sia personalità ‘affermate’ sia freschi talenti (internazionali e croati) di quella scena che potremmo sbrigativamente definire street art perché, al di là dell’etichetta, crediamo sia l’ideale per interagire con la gente comune. È un’arte che ‘parla chiaro’, come appunto gli artisti selezionati”. Ma il fine del festival non è solo di rivitalizzare il paese grazie alla “metaforica resurrezione” di grigie pareti grazie all’arte, o di piazzette e “spazi dimenticati” grazie alla musica, “è soprattutto quello di infondere nuova speranza ai locali, mostrando che, nonostante le difficoltà, non bisogna mollare e che invece far succedere qualcosa di bello e interessante per tutti (senza magari farlo solo per un ritorno economico) è possibile, oltre che doveroso”.
Infatti, oltre ad arte e musica, il festival propone dei workshop artistici e culturali, soprattutto per gli studenti e per la gente del posto, e coinvolge artigiani e produttori di specialità agroalimentari tipiche in mini-eventi (come esposizioni e degustazioni) “satellite” del festival, così che il Boombarstick possa fare da piccola “vetrina” concreta anche per i locali.
Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati