Karl Bartos, musicista visivo
Non per niente è stato membro dei Kraftwerk per quindici anni. Si sente tutto il sound della band di Düsseldorf nel primo singolo che fa da traino a “Off The Record”, album solista di Karl Bartos, fresco di uscita per l’etichetta Bureau B di Amburgo.
Atomium è il titolo del singolo di Karl Bartos (Berchtesgaden, 1952), ma è anche il nome del gigantesco cristallo di ferro, costruito in occasione dell’Esposizione Universale di Bruxelles del 1958. Un monumento all’ascesa e caduta dell’energia atomica che trova, così, il suo portavoce nella musica iconica di questo “visual-musician”, come si è autodefinito in un’intervista di qualche anno fa.
Anche nel videoclip del singolo, i riferimenti alle avanguardie storiche, come Futurismo e Bauhaus, si sprecano per la ripetizione modulare del ritmo, la composizione in diagonale della scritta-ritornello-slogan e l’immagine in negativo, sapientemente combinati con il suono elettronico. Ma, per poter fare tutto questo, Bartos ha pescato nei suoi archivi musicali. All’apice della carriera con i Kraftwerk, di cui è stato un componente pesante, influenzando con le sua musica dischi come The Man-Machine (1978) e Computer World (1981), ha scritto, off the record, in segreto, un diario acustico, da dove ora ha attinto per realizzare questo album “audio-visualsensation”, con dodici brani inediti ma dal sapore vintage.
Uso massiccio di vocoder, suoni robotici e melodie electropop sono presenti in quantità industriale, rivisti però alla luce dell’attuale esperienza di produttore e compositore del progetto musicale Elektric Music, portato avanti sia in solo che insieme agli amici musicisti Bernard Sumner (New Order), Johnny Marr (The Smiths) e Andy McCluskey (OMD). A cui si aggiunge il piglio da teorico, grazie ai suoi studi di comunicazione che lo hanno condotto a fondare nel 2004 il corso Sound Studies Acoustic Communication all’Università delle Arti di Berlino, dove ha insegnato Auditory Media Design fino al 2009.
Da sempre affascinato dalle interferenze dell’immagine col suono, ha anche preparato un film, Live Cinema, per una durata di 90 minuti di suoni elettronici e filmati video, che accompagnerà il tour 2013 per l’uscita del nuovo album.
Claudia Giraud
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #13/14
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