Calvino in vinile
Un doppio vinile combinato con un notebook Moleskine in edizione speciale. Dove si ibridano poemi, illustrazioni, opere grafiche e tracce audio che celebrano le opere di Italo Calvino. Si tratta di “Canzoni Invisibili”, un nuovo modo di mescolare materiale discografico e contenuti editoriali, che raccoglie le idee creative di 20 artisti provenienti da differenti mondi, background e nazionalità.
Il progetto Canzoni Invisibili nasce dall’idea di Alessandro Cremonesi (La Crus) e Lagash (Marlene Kuntz) e si compone di 10 canzoni liberamente ispirate ai titoli di altrettante opere di Calvino. Perché proprio lui? A chiarirlo è Marco Belpoliti nel suo libro L’occhio di Calvino, che indaga la vocazione visiva dello scrittore: “Calvino è il nome che rappresenta in Italia, e non solo in Italia, una forma di cultura fondata sull’interdisciplina, sulla comunicazione dei saperi, sullo scambio proficuo tra letteratura ed arte”. Questo meticciato di suoni elettronici, cantautorato, acustica, jazz e rock, poesie, brevi racconti, annotazioni, disegni, reading, video e film, finora ha coinvolto un ampio spettro di artisti: da Ellen Allien a Masbedo ed Eugenio Finardi; da Fran Healy, Erna Omarsdottir, Tamara Ferioli, a Claudio Sinatti, Jeet Tahyil, The Sight Below e Draftsmen’s Congress. E non ha intenzione di fermarsi qui.
Perché, al di là del concept grafico dell’album, diretto da Thomas Gangnet e formalizzato con due vinili di 7″ e 12″, il primo inserito nella copertina di un Moleskine da 120 pagine, il progetto rimane aperto. Sul website c’è, infatti, un’apposita sezione dedicata ai contributi di tutti gli artisti, già partecipanti a Canzoni Invisibili, ma anche nuovi, disponibili a ulteriori riletture dei brani. Senza dimenticare i momenti live nei luoghi deputati all’arte, come ci spiega Cremonesi: “Di recente c’è stato il coinvolgimento della galleria parigina Yvon Lambert che ci ha chiesto 50 copie del lavoro da tenere nel loro bookshop e con la quale abbiamo organizzato una presentazione/performance a settembre, anche col patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. In seguito, un’operazione dello stesso tipo avverrà anche a Berlino, dove siamo in stretto contatto con Douglas Gordon e il suo entourage”.
Claudia Giraud
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #15
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