Pop di nicchia su tape di carta. L’esperimento This Is Not A Love Song
Se la musica è diventata liquida, serve qualcosa che la trattenga. Quel qualcos’altro non è che la cara estinta musicassetta, però di carta. Con This Is Not A Love Song l’effetto nostalgia è assicurato, ma sublimato dal fatto artistico. Perché ogni custodia di plastica contiene i disegni di illustratori e fumettisti, dedicati a una canzone d'amore e con annessa scheda narrativa.
This Is Not A Love Song è un progetto editoriale prodotto dall’italiana New Monkey Press Records, un po’ casa editrice un po’ etichetta discografica, a partire da un’idea di Andrea Provinciali. L’ex redattore della storica rivista di musica Il Mucchio si era già messo alla prova con la pubblicazione, nel 2010 per Arcana Edizioni, di Tiamottì! 11+1 canzoni d’amore italiane a fumetti. Poi la svolta con le TINALS, musicassette di carta: “È la scelta del formato che più caratterizza la novità del progetto: non volevo fare un altro libro, volevo qualcosa che fosse allo stesso tempo di nicchia, ma anche pop e accessibile e che soprattutto non si esaurisse in una singola pubblicazione”.
Ed è così che sono nate le illustrazioni, didascaliche oppure dissacranti, di brani romantici di vario genere musicale, dal folk al metal, dal mainstream all’underground, piegate a organetto, e delle stesse dimensioni di un vero tape. Si va da Heroes di David Bowie, con le grafiche fiammeggianti di Gianluca Costantini, a Boys don’t cry dei Cure, sottolineato dal segno intenso di Massimo Pasca, passando per Perfect day di Lou Reed, raccontato dal fumettista Marino Neri. C’è anche un’illustrazione della street artist MP5 che firma Love Will Tear Us Apart dei Joy Division. E poi canzoni di gruppi più di nicchia, come Sparklehorse, Arab Strap e Slint.
Sul sito sono visibili tutte le musicassette, a cui sono collegate compilation ascoltabili da scaricare gratuitamente, in cui band italiane, nel giro dell’etichetta indipendente To Lose La Track, coverizzano le canzoni scelte dai fumettisti. TINALS al momento vive online, ma ha le idee ben chiare sul futuro: “Quello che non vogliamo assolutamente fare è legarci a una distribuzione standard editoriale: ne cercheremo una mirata e precisa in librerie, fumetterie, ma soprattutto in negozi di dischi che siano indipendenti e affini al nostro approccio”.
Claudia Giraud
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #18
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