Il Magma di Milano Marittima
Torna il Modulo Fest promosso dal collettivo Magma. Un denso programma dedicato all'arte e alla musica di ricerca anima le calde serate della Riviera romagnola. Il tutto tra le mura di alcune delle location dimenticate più suggestive di Milano Marittima.
TUTTO IL FASCINO DEL MAGMA
Nel corso degli anni il percorso di eventi Magma ha saputo consolidare un timbro tutto personale dove l’arte contemporanea e i linguaggi della musica elettronica più sperimentale convivono e si influenzano a vicenda.
Il programma di Modulo Fest 2015 mette subito in chiaro che il collettivo romagnolo non ha certo paura di osare, ed è questa sua attitudine che ne fa per molti aspetti la grandezza: ad ospitare le numerose mostre, le istallazioni artistiche e i set dei producer in line-up sono infatti alcuni degli spazi dimenticati più affascinati della Riviera, sinistre location completamente abbandonate a sé stesse, dei non-luoghi un tempo rigogliosi e frequentati di cui ora rimane solo lo scheletro e un silenzio assordante ad avvolgerli nella loro più pura maestosità. I presenti percorrono queste rovine come lumache che attraversano un campo da calcio, soggiogati dai rimasugli che il tempo ha lasciato intatti e investendoli di luce nuova; è dunque un sentiero lento, e le opere in mostra scandiscono il susseguirsi di stanze altrimenti vuote e desolate: inevitabile quindi non farsi catturare dalla vertigine che Magma ha riconsegnato a realtà come il Woodpecker, ex discoteca nell’entroterra di Milano Marittima, o il Centro Climatico Marino, una delle colonie più antiche presenti sul lungo mare; e ancora, il mostro di cemento Montecatini, deserto dal 1998. Da queste architetture la componente umana si è volutamente allontana, ma i feti urbani figli della città del turismo di massa par excellence, Milano Marittima, sono tornati a trasmette qualcosa, per lo meno sul metro artistico, grazie a un organismo giovane e vivace, Magma, che soffia sulle ceneri – ancora calde – dei tempi che furono e fa scattare nuovamente la scintilla.
ZUCCHERO E CATRAME
In Romagna negli ultimi due decenni quasi il 60% del litorale è stato modificato da interventi edilizi, con la cancellazione di oltre 80 chilometri di spiagge e scogliere, trasformando dunque la fitta pineta in una giungla d’asfalto. Sospendendo il giudizio sulla condivisione o meno di tale tendenza, ci limiteremo a osservare quanto Milano Marittima abbia rappresentato il punto zero di questa urbanizzazione febbrile, incalzata dal modello “estate al mare” ancora oggi fortemente percepibile.
La città all’origine venne individuata da un gruppo di investitori milanesi, per l’appunto, con l’obiettivo di dar vita al primo villaggio vacanze made in italy: immersa nella natura della vicina Cervia – ma a 300 chilometri da Milano – l’area doveva svilupparsi secondo un piano costellato da rotonde e viali alberati dove poter fare lunghe passeggiate, e così è stato fino al secondo dopoguerra, periodo in cui Milano Marittima si trasformò nella località residenziale che tutti conoscono.
Nacquero dunque i primi spazi pubblici, negozi e locali a uso dei cittadini stabili tutto l’anno, e contemporaneamente l’estate al mare diventò un fenomeno di massa e non più d’élite. Negli Anni Novanta l’internazionalizzazione del mercato turistico e la diffusione dei viaggi low-cost misero però in crisi questo modello, che determinò lo spopolamento delle colonie, e solo con l’arrivo degli Anni Zero Milano Marittima rafforzò la sua immagine di fabbrica del divertimento grazie ai numerosi locali notturni che tuttora ne gonfiano le aspettative.
Se non si corre su questo binario la città resta però un luogo come tanti altri dove s’imparano le virtù di un certo tipo di noia, pur conservando un languido carattere di mare; ma sepolto sotto il rumore del chiacchiericcio mondano ribolle Magma, una valida alternativa a questo ambiente fin troppo mainstream e non l’ennesimo appuntamento nella babele degli eventi, dove un tetro arrancare sta man mano prendendo il posto della solita avventura esaltante: dunque, è soltanto analizzando Modulo Fest in quest’ottica paradiso-inferno, sacro-profano, che si può comprendere a pieno la sua ragion d’essere.
BACI DALLA PROVINCIA
Durante la manifestazione ricamata dal collettivo, una certa scena underground che abita la provincia – ma dall’aria cosmopolita – torna in superficie: la Romagna dell’arte, della cultura e della musica è viva e vegeta, ma opera nelle retrovie e bisogna saperla individuare; sotto questo punto di vista, inoltre, non stupisce più la scelta degli organizzatori di Magma di isolare l’evento in luoghi di cui non avremmo neanche considerato l’esistenza.
Commuove poi vedere come sui set degli ottimi producer ospitati – tra cui Vaghe Stelle, Petit Singe, Godblesscomputers e il nascente Osiris – i giovani ballano, si conoscono, si scambiano sguardi e si studiano, felici di essere vivi e farsi notare. Qui si incontrano ragazzi che sanno ridere, e che assaporano volentieri la brezza di sperimentazione insita in Modulo Fest, lasciando che l’euforia gli allenti quel vigore da provincia fatto di basse aspettative quando si percorrono le acque del divertimento.
In posti come questo, se non fosse per la brezza marina carica di odori, sembrerebbe davvero di essere scivolati in un locale della Londra underground, ma appena si mette il naso fuori dallo stabile si precipita immediatamente nella Milano Marittima by night: un’ambulanza ulula, le moto sfrecciano e le macchine si inseguono con il piede sull’acceleratore; un ragazzo guida come poco prima il duo Muvic giocava con i synth: in modo critico. Allora vale tutto, ed è meglio rientrare a proseguire quel lungo carosello visivo composto dalle sculture dinamiche di Enrico Ferrarini o dalle opere di Marco Malerba; sullo sfondo, poi, c’è quel beat contagioso che ha la fluidità del miele e che ti proietta nel futuro.
Infine, è interessante notare il numero di persone che indossino la t-shirt di Club Adriatico, un altro percorso di eventi che durante l’inverno accende letteralmente la Romagna, fieri e orgogliosi di essere parte di entrambe le realtà. Resta comunque il fatto che Magma anche quest’anno ha dimostrato quanto la forza insita in un microcosmo è capace di sviluppare dinamiche potenti e imprevedibili, e che non organizza tutto questo per una recensione ma ma per darsi uno scopo, nella convinzione che davvero la musica e l’arte ti possano portar via.
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