Vi raccontiamo Club To Club. Da Thom Yorke a Jeff Mills
Siamo stati a Torino in occasione del Club To Club, il festival ideale per chi ama la musica elettronica. Per la 15esima edizione è salito sul palco anche Thom Yorke, il leader dei Radiohead, insieme ad altri nomi, tra semi-celebrità del settore e call coraggiose. Ecco cosa ci è piaciuto e cosa no.
“Stasera c’è Yorke”, “non vedo l’ora di ascoltare Thom Yorke”, “sarà un live incredibile”, “Yorke è stato un colpaccio”; non si fa altro che parlare di lui a Torino, nei locali della movida, nella metro, e perfino ad Artissima c’è chi ne parla. È venerdì sera e l’ingresso del Lingotto Fiere di Torino riporta alla mente i nefasti delle code di Expo Milano. Ma si sapeva: appena Club To Club aveva annunciato il nome di Thom Yorke, il leader dei Radiohead, i biglietti sono andati sold out nel giro di due giorni. Detto in numeri: ci saranno state almeno 7mila persone, anche secondo la questura.
LA SERATA CON THOM YORKE
A mezzanotte circa siamo dentro. Il main stage inizia a riempirsi velocemente e tra poco sul palco salirà Four Tet, tra gli artisti più attesi. Per amor della brevità: il live non è stato all’altezza delle aspettative, con alti e bassi, dai pezzi indianeggianti del suo Morning/Evening alternati a pezzi techno. L’artista londinese è in grado di regalare grandi live, iperbolici e spiazzanti, ma non è stato questo il caso. Così arriva l’una e mezza, e l’area principale del Lingotto Fiere è gremitissima. Inizia l’attesa scalpitante per Thom Yorke, per il 90% dei presenti il momento più alto della serata. Qualcuno inizia già a registrare col telefonino, poi le urla “fuori-fuori”; passeranno venti minuti prima che il leader dei Radiohead decida di uscire dal palco (ma esiste ancora il fashion delay?).
L’ingresso fa esplodere il pubblico, totalmente in visibilio. Il cantante di Oxford era accompagnato da Nigel Godrich, storico produttore dei Radiohead, e Tarik Barri, che si è occupato dei visual. La partenza non è granché dal punto di vista tecnico, si sente pochissimo la voce di Yorke perché ricoperta dal suono degli strumenti. Il concerto poi è andato crescendo, dai pezzi dell’ultimo album da solista Tomorrow’s modern boxes ai capolavori di Eraser – l’oscura Black Swan è stata sicuramente il momento più bello del live – fino ai pezzi inediti.
LE CHICCHE DI TERJE E JAMIE XX
Da registrare: mentre Thom Yorke esercitava un effetto soporifero sul pubblico, dall’altra parte del Lingotto, nella Red Bull Music Academy, Todd Terje stava incendiando la sala con un set – ci ha detto chi c’era – pazzesco. Nel complesso il live non è stato entusiasmante e come per Four Tet c’è dell’amaro: entrambi potevano dare molto di più e rendere la 15esima edizione del Club To Club memorabile, ma così non è stato.
A risvegliare gli animi però, dalle tre e mezza fino alle cinque del mattino, è stato l’incredibile set di Jamie xx, producer e percussionista della band inglese The xx. Il suo dj set è stato siderale, riuscendo a far ballare tutto il Lingotto: ha spaziato dall’house all’elettronica, con pezzi funky, afro, techno, drum and bass, che hanno immediatamente fatto dimenticare le ore precedenti. A nostro parere, il migliore tra quelli esibitisi venerdì sera.
SABATO SERA CON NICOLAS JAAR E JEFF MILLS
Sabato (sold out anche questa data) invece tutta un’altra musica. All’una in punto Nicolas Jaar è sul main stage, totalmente inghiottito dal fumo e dall’oscurità. Il suo set è bellissimo, onirico, intenso. Il momento più alto, musicalmente più bello, è stato verso metà performance, quando dalle casse è uscito No one is looking at U, traccia estratta da Nymphs II (EP uscito nel maggio 2015). Due ore volate via meravigliosamente.
Alle tre poi, con il pubblico ormai carico, è stato il turno di Jeff Mills – e chiunque abbia assistito a un set di Mills, sa di cosa stiamo parlando. La sua è tecnica pura, con un suono ricercatissimo e potente, quella che è stata definita la techno di Detroit e che ha fatto di Mills il suo più importante ambasciatore. Sono quasi le cinque del mattino e Mills regala un dj set che a Torino in molti ricorderanno: una performance senza tregua, da togliere il fiato per il tanto dimenarsi, un suono da tenerti in trappola, che quasi ti costringe a ballare.
Chiudiamo così la nostra esperienza al Club To Club, che ha saputo unire divertimento e momenti più ricercati. Non vogliamo però, differentemente da altri magazine, incoronare Torino capitale della musica elettronica. Dopo quindici anni il Club To Club è diventato sicuramente un ritrovo eccellente per gli amanti dell’elettronica ma, al tempo stesso, lo Spring Attitude e il RoBOt di Bologna stanno migliorando alla velocità della luce. Nei prossimi anni ne potremo vedere delle belle, a suon di beat ovviamente.
Paolo Marella
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