Nuova Consonanza. Un mese di musica contemporanea a Roma
Superata la cinquantina, la più importante e nota manifestazione di musica contemporanea italiana non propone, a differenza di altre edizioni recenti, un programma a tema, ma un intreccio di vari generi. Appuntamento dal 14 novembre al 19 dicembre in vari spazi di Roma, con sedici concerti, incontri, conferenze, un seminario e un concorso di composizione.
L’edizione 2015 del Festival Nuova Consonanza si propone di fare il punto sullo stato dell’arte della musica contemporanea. “Il teatro musicale, l’approfondimento delle poetiche di alcuni maestri della musica d’oggi e uno sguardo sempre più volto a una dimensione internazionale esprimono lo spirito di un appuntamento che ci auguriamo continui a costituire un punto di riferimento nella promozione della creatività musicale contemporanea”, spiega Lucio Gregoretti, neopresidente di Nuova Consonanza.
Anche in questa 52sima edizione del festival le principali accademie e istituti di cultura stranieri presenti a Roma offrono un apporto significativo. C’è tuttavia una nuova stretta collaborazione fra Nuova Consonanza e il Macro, che accoglierà gran parte dei concerti.
Scegliendo nel ricco programma, segnaliamo in primo luogo lo spettacolo inaugurale al Teatro Palladium: la prima assoluta de La guerra giusta, un trittico formato da una cantata, un melologo e un’opera di teatro musicale, composte in occasione del centenario della Prima guerra mondiale da Daniele Carnini (Un eroe, opera in un atto per soprano, baritono, tenore e ensemble su testo di Renata M. Molinari), Dimitri Scarlato (La tregua di Natale per soprano, tenore, ensemble ed elettronica, su testo di Sandro Cappelletto anche voce narrante) e Paolo Porto (Il grande balipedio per soprano, voce narrante, coro maschile e ensemble, con testo liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Carlo della Corte). Firma la regia Vittorio Pavoncello, voci soliste il soprano Marta Vulpi, il tenore Gianluca Bocchino, il baritono Luca Bruno, il Roma Tre Orchestra Ensemble diretto da Enrico Marocchini, affiancato dal Coro Claudio Casini (con Stefano Cucci direttore).
Sullo stesso filone si pone il concerto del giorno successivo, Canti dalle trincee, con la Roma Termini Orchestra diretta da Enrico Blatti: ai canti popolari dell’epoca si alternano le novità di Paolo Cavallone, Mauro Cardi, Pier Paolo Cascioli ed Enrico Blatti. Sono titoli che probabilmente si rivedranno in altri teatri italiani nelle prossime stagioni.
Di grande interesse anche il primo appuntamento al Macro: un omaggio a uno dei compositori polacchi della nuova musica, scomparso due anni fa, Zbigniew Karkowski. Il titolo della serata – Electric KTT, intorno a Zbigniew Karkowski – suggerisce un percorso di electronic new music e noise music (un assaggio si può ascoltare su Spotify).
Al Teatro Centrale Preneste si vedrà De Sica racconta ancora (1961-2014), un’opera audiovisiva realizzata da un gruppo di giovani compositori-film maker all’interno di un’esperienza di produzione presso il CREA – Centro di Ricerca ed Elaborazione Audiovisiva della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Musica Licinio Refice di Frosinone. Un significativo omaggio che trae origine dal programma televisivo De Sica racconta (Rai, 1961) a cura di Isa Barzizza, in cui il grande cineasta leggeva celebri favole e fiabe, all’interno di un’essenziale modalità di messa in scena.
Di rilievo il ritratto di Helmut Lachenmann, in collaborazione con il Goethe-Institut Rom. Il compositore, che quest’anno festeggia ottant’anni, ha vinto nel 2008 il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia. L’Ensemble Interface eseguirà tre suoi pezzi: Dal niente (Intérieur III) (1970) per clarinetto solo, Ein Kinderspiel (1980) per pianoforte e Trio fluido (1966) per clarinetto, viola, percussione. Una musica, la sua, “amatissima e controversa”, come si legge nella motivazione del premio veneziano, “capace di aprire un nuovo mondo sonoro, forzando provocatoriamente i limiti della percezione”.
Il suono tattile. Portrait Ivan Fedele è invece il concerto che apre il De Musica, il workshop di composizione che Nuova Consonanza ogni anno organizza all’interno del suo festival, affidandolo a un compositore di spicco. Quest’anno sarà la volta del compositore salentino, direttore artistico della Biennale Musica.
Il festival si chiude sabato 19 dicembre al Conservatorio di Santa Cecilia con il secondo seminario del ciclo Bach Is Back, una riflessione sull’influenza che la musica del Kantor di Lipsia ha avuto e ha sui compositori moderni e contemporanei, e per converso su come il punto di vista moderno e contemporaneo possa influenzare l’interpretazione della sua musica.
Giuseppe Pennisi
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