Club To Club raddoppia. Un festival anche a Milano
Lo storico festival di musica elettronica torinese sbarca nel capoluogo lombardo, per una tre giorni in compagnia di grandi ospiti internazionali, proprio durante Miart. Nella serata di lancio alla Buka di Milano noi c’eravamo. Ecco il report.
MILANO, LA GRANDE ASSENTE
In principio era Torino. Il capoluogo piemontese è stato per anni l’epicentro dei festival di musica elettronica e non – ci ricordiamo tutti del Traffic Festival – e, con il Club To Club in piena forma, è ancora sulla cresta dell’onda, nonostante Bologna con il suo RoBOt e Roma con lo Spring Attitude abbiano allargato la mappa dei clubber.
La grande assente, in effetti, era Milano. Era, appunto. Da quest’anno, infatti, il festival torinese si sdoppia: si farà anche a Milano, dal 7 al 9 aprile (negli stessi giorni di Miart), come una sorta di overture del Fuorisalone, che inizierà pochi giorni dopo. Il format del #C2CMLN, chiaramente, è più ridotto in confronto all’edizione torinese, però diventa più corposo rispetto alle singole serate che il #C2C organizzava nel capoluogo lombardo.
UN PROGRAMMA INTENSO
La line-up è già fuori da un po’, ma è giusto riportarla: giovedì 7 aprile, ai Magazzini Generali, suoneranno – tra i vari artisti – gli Animal Collective, gruppo rock psichedelico di Baltimora (composto anche da Panda Bear), Marlon Silva aka dj Marfox, pioniere del ghetto sound of Lisbon e dj Niggafox, con i suoi suoni afro-tribali. Venerdì 8 aprile, alla Buka, dj set di Arca, a seguire Babyfather (Dean Blunt) e la techno Bienoise; sabato 9 aprile, infine, alla Santeria Sociale, diagonal showcase: Jaime, Not Waving, Powell (live) e Grand River.
DALL’ELETTRONICA ALLA TECHNO
Per presentare tutto ciò, i responsabili del #C2C hanno organizzato, venerdì 26 febbraio, una sorta di serata preview, di lancio. E noi c’eravamo. Il programma della nottata, svoltosi alla Buka, era molto interessante: warm-up di Primitive Art, poi i ritmi ipnotici e le melodie elettroniche del genio di Oneohtrix Point Never (reduce del Club To Club torinese del 2015), poi LSWHR (cioè Altrove), il collettivo romano di musica sperimentale, e, dulcis in fundo, la maestria di Darren J. Cunningham alias Actress, che non suonava in Italia dall’edizione 2014 del RoBOt Festival. La Buka è piena e sta per finire il set di Primitive Art, l’ora di 0PN è emozionante, il suo sound, sempre riconoscibile, è eclettico e mescola tutto ciò che gli passa per la mente. La strada è spianata e il pubblico, che ormai gremisce il club, è carico. Qualche minuto di pausa, e poi è il turno dell’esplosività di Actress. Reduce dal bellissimo album Ghettoville, Darren J. Cunningham confeziona un set intenso, ricercando un suono di confine, tra elettronica e techno, dove la prima c’è per suono e composizione, mentre la seconda per potenza e velocità. Non sai mai cosa aspettarti da un set di Actress: il ricordo dell’esibizione di Bologna è ancora vivido per chi c’era. La serata continua, si dilunga ben oltre, affonda nella piena notte milanese, con le musiche di Hencote/Henkot.
Paolo Marella
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati