Tiptop Audio Records. Bosch, videoarte e sintetizzatori modulari
Produrre sintetizzatori, ma anche dischi e poi videoclip ispirati all’arte visiva. Una nuova etichetta indipendente si concentra su techno ed elettronica dal sapore analogico. E non rinuncia alle collaborazioni tra musicisti e artisti. Ecco la storia e quattro lavori freschi freschi.
UNA NUOVA ETICHETTA, TRA ITALIA E USA. NEL NOME DEL SYNTH
In principio era un marchio di strumenti musicali elettronici: Gur Milstein, verso la fine del 2009, iniziava a costruire le sue macchine sonore analogiche, nella selva di cavi e circuiti del suo laboratorio californiano, nel cuore della Silicon Valley. Nasceva così Tiptop Audio, azienda produttrice e distributrice di synth, presto apprezzati da producer e musicisti internazionali. Un certo gusto vintage, una predilezione per l’anima più fisica, selvatica, concreta delle sonorità elettroniche, un’attenzione autentica alla qualità del suono e alle potenzialità della tecnologia audio, tra passato e futuro: Milstein vinceva la sua sfida e non si fermava lì. Dopo sei anni di conferme e di traguardi nasceva Tiptop Audio Records, etichetta indipendente intimamente legata alla mission e alla storia del brand.
Il suggerimento è arrivato, nel 2015, dal fiorentino Piero Fragola, a cui è stata affidata la direzione della nuova creatura. E nel cuore del progetto, naturalmente, restano i tradizionali sintetizzatori: alla base delle release Tiptop ci sono architetture modulari generate in ambito analogico, tra sperimentazioni electro/techno con vocazione dance.
“I sintetizzatori modulari”, ha spiegato Fragola in un’intervista su djmagitalia.com, “rappresentano la possibilità di costruire il proprio suono, dalla radice della sintesi sonora fino alle concatenazioni più complesse di elementi che interagiscono gli uni con gli altri. Il suono è ‘vivo’, i loop non si ripetono mai uguali a se stessi ma si modulano nel tempo. L’approccio alla macchina è fisico, le connessioni sono visibili e non occultate da un display, i cavi connettono i moduli fra di loro nella costruzione di una “patch” personale che non ha nulla a che vedere con un preset”.
NON SOLO SUONI. TIPTOP AUDIO E LA VIDEOARTE
Ma non si ferma alla ricerca sonora il lavoro di questa giovane label, che non sceglie la radicalità di certa musica colta, fortemente di nicchia, ma che scansa anche vie facili e commerciali. Produzioni rigorose, dunque, e un approccio serio, ragionato.
L’accostamento tra suoni e immagini in movimento è un’altra costante. Coinvolti spesso videoartisti, illustratori, pittori, disegnatori, registi, per la realizzazione di art work, videoclip e progetti speciali. E il gusto non manca, insieme a una linea definita e a uno stile che schiaccia l’occhio ad atmosfere magiche, surrealiste, visionarie, creepy, oscure, o ancora all’astrazione pura o all’estetica bio-tecnologica.
La seconda uscita di Tiptop Audio Records – appena lanciata, nell’attesa della nuova release firmata Avenir&Restivo, Tephroite – si muove lungo la linea della Modular Techno, tra accenti più briosi e atmosfere cupe, dilatate. Accanto all’artwork di Matteo Giampaglia, inserito nel doppio disco in vinile, la vena artsy del progetto emerge da quattro nuovi video, particolarmente riusciti.
DRUMCELL & LUIS FLORES – SUBMISSION OF THOUGHT
Da un’idea di Piero Fragola, con la realizzazione tecnica di Victor Valobonsi, il pannello centrale del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch prende vita, dilatandosi oltremisura: slow motion estenuante, incantesimo sospeso, minuzie di gesti e cesello di segni, simboli, dettagli. Il tempo che quasi si dissolve. E intanto risuonano gli intrecci cavernosi di Drumcell & Luis Flores, dal mood quasi industrial, tra le spire di un landscape incantato, peccaminoso. Là dove germinano apparizioni di favola, nel ramificarsi dei beat in distorsione ed espansione.
BLACK SHAPE – DOOM ROOM
È ancora Fragola a occuparsi del videoclip di Doom Room, per le fasi di digitalizzazione ed editing, mentre a disegnare le tavole grafiche ci ha pensato l’artista Matteo Giampaglia. Ritmi sostenuti ed ossessivi, per il brano di Black Shape, condotto da una voce ipnotica, vagamente blues e sfacciatamente sintetica. Perfetta colonna sonora per un viaggio ai confini del reale. E così, lungo i bordi e i crateri di un paesaggio lunare, si muovono personaggi biomorfi, tratteggiati a mano con finezza. Fantastici, grotteschi, poetici: corpi che galleggiano nel vuoto, ancorandosi all’immaginazione.
JOAO CESER – SYSTEM FAILURE
Dal cubismo orfico di Robert Delaunay fino al pop di Roy Lichtenstein, passando per giganti come László Moholy-Nagy, Kazimir Malevič, Wassily Kandinsky, Paul Klee. Il Novecento, le avanguardie storiche, la seconda metà del secolo e la continua ricerca intorno alla forma, il ritmo, il colore, l’icona. Attraverso accurate trasposizioni grafiche, il video ritrova la forza dinamica e costruttiva del cerchio, elemento base di celebri composizioni pittoriche; e lo fa sulle note di un brano di Joao Ceser, anch’esso scandito da una circolarità di suoni modulari, danzerecci. Tra geometrie compositive e leggerezza ritmica.
SCANNER – VALBOR
L’uomo invisibile, col suo cappello a cilindro, attraversa in bicicletta paesaggi in bianco e nero, come tra le pagine di un antico almanacco; e sono stampe inglesi del XVIII secolo, sequenze di paesaggi e monumenti sospesi fra realtà e sogno, fra memoria segreta e documentazione. Dal St. John’s College alla St. Saviour’s Church, passando per Cambridge, le pregiate incisioni diventano teatro di una storia impossibile. Mentre la musica di Scanner, lisergica, audace, rapisce il viandante in un unico movimento avvolgente.
Helga Marsala
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