MArteLabel: l’etichetta musicale dell’arte
Qui siamo un passo avanti all’idea di un bel vinile con un artwork realizzato da un artista. Qui siamo alla certificazione dell’opera. Ecco MArteLabel, pioniera mondiale di un oggetto inedito.
Se la musica è fatta di immagini e i dischi si vendono sempre meno, c’è un solo modo per invertire la tendenza: la certificazione, per fare di un disco un’opera d’arte. Che si tratti di vinile o cd, il valore aggiunto è dato dall’artwork dell’artista. In questo modo, chi acquista musica non compra solo un supporto fonografico, ma un’esperienza artistica a 360 gradi.
Lo sanno bene quelli di MArteLive, il festival multidisciplinare di Roma che da quindici anni valorizza lo spettacolo dal vivo, superando le barriere che dividono la musica dalle altre arti. E sempre in quest’ottica nasce nel 2008 la MArteLabel, con una scuderia di artisti selezionati non in base al genere musicale, ma alla capacità di ibridare il linguaggio del teatro, della danza, delle arti visive, del cinema nel contesto del concerto.
Un’etichetta discografica che, funzionando come una factory, realizza internamente tutte le fasi del progetto musicale, dal videoclip al merchandising classico o artistico. Dove gli artisti collaborano tra loro, anche disegnando copertine per se stessi o altri “colleghi”, come nel caso della cover del disco degli Human Progression Machine (HPM), un duo di musica strumentale, realizzato sulla base di alcune opere di Francesca Dragoni, leader dei Petramante e artista poliedrica di MArteLabel.
Ma la crisi economica incombe: “I dischi non si vendono?”, si chiede Giuseppe Casa, direttore artistico e fondatore di MArteLive. “Invece di demoralizzarsi, bisogna trovare una soluzione alternativa: trasformiamo il disco in un prodotto nuovo. Facciamogli cambiare forma. Quando citiamo la teoria dell’evoluzione di Darwin applicandola al mercato discografico, ci prendono per pazzi. Ma la chiave è davvero quella: sapersi reinventare, cambiare pelle, adattarsi ai mutamenti, anche se si parla di marketing, di musica o di arte”. Da qui l’idea di un servizio di certificazione delle opere musicali (la prima di questo genere in Italia e nel mondo), in collaborazione con MyTemplArt, giovane start-up di catalogazione online.
Con un’app e un QR-code geolocalizzato, è possibile verificare in tempo reale i dati dell’artista che ha rilasciato l’autentica e assicurarsi una piccola opera d’arte. A tiratura limitata e, soprattutto, a prova di falsificazione.
Claudia Giraud
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