Molti, specie in Italia, non prestarono la dovuta attenzione alla notizia, perché proprio in quel giorno, il 13 ottobre scorso, giungeva quella della morte di Dario Fo, vincitore – fra molto altro – del Premio Nobel per la letteratura nel 1997. E molti – anche noi di Artribune – notarono il fatto che quasi per destino quello era il giorno in cui venivano annunciati i premi Nobel per il 2016. E se per Fo – scrittore sì, ma soprattutto autore, regista ed attore teatrale – si era trattato di un Nobel “anomalo”, altrettanto lo era quello che veniva rivelato come il prossimo, ovvero il cantautore icona della musica mondiale Bob Dylan. Il quale, ad onor del vero, apprese la notizia con inattesa freddezza, guardandosi bene dal dedicarle anche una sola parola nell’ambito del concerto che teneva a Las Vegas.
PREESISTENTI IMPEGNI
Molti pensarono all’atteggiamento riservato di un personaggio notoriamente anticonformista: ma ora quell’atteggiamento rivela nascondere una reale freddezza, non propriamente apprezzata in terra svedese. Già, perché Dylan conferma ora che non sarà presente il 10 dicembre alla cerimonia di consegna del Nobel, limitandosi ad inviare un discorso da leggere ad alta voce. Perché vincolato a “preesistenti impegni“, come aveva quasi beffardamente preannunciato. Lo scrittore svedese Per Wästberg, membro dell’Accademia, ha accusato senza mezzi termini Dylan di essere “maleducato e arrogante“, e ha detto che si tratta di un fatto “senza precedenti” che l’Accademia apprenda solo a pochi giorni che un vincitore non si recherà a ritirare il suo premio.
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