Edda, l’outsider. Una graziosa utopia in musica

Spopolavano negli Anni Novanta, protagonisti della scena rock italiana. Poi, per i Ritmo Tribale, l’improvviso stop, legato al ritiro del loro leader. Da qualche anno Edda è tornato a scrivere e cantare, ma in una veste nuova, biografica e musicale. A breve arriva il suo quinto disco. Anticipato da un bel singolo con videoclip.

Si chiama Graziosa Utopia la nuova fatica di Edda, al secolo Stefano Rampoldi, attesa per il prossimo 24 febbraio. E sono passati tre anni da Stavolta come mi ammazzerai? e otto da quel sorprendente lavoro (Semper Biot), che segnò il suo ritorno sulle scene.
Un disco maturo, forte e disperato, denso di suggestioni, spiritualità, provocazioni e amore incondizionato”: così viene presentato l’album, mentre la campagna di comunicazione, guidata da Woodworm Label – l’etichetta indipendente toscana che segue produzione e distribuzione – ha già svelato l’ironica cover surreal-pop disegnata da Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti (a cui si aggiunge un ritratto di Edda, stampato su poster ltd 30×30, in omaggio per chi acquista il vinile). Ma a girare, dallo scorso 20 dicembre, è soprattutto il singolo di lancio, Benedicimi. Con tanto di videoclip.
E c’è già molto di Edda nel titolo dell’album. La grazia e l’utopia: nei testi folli, nelle armonie spezzate e negli arrangiamenti ricercati, nella maturità autoriale e nella continua ribellione, nella spinta emotiva, spirituale, onirica. Nella nevrosi irrisolta e nella delicatezza che cuce i dettagli. Nella genuinità e nell’incedere convulso, malinconico, non addomesticato.

Edda. Photo Elettra Mallaby

Edda. Photo Elettra Mallaby

LA STRANA PARABOLA DI UN ROCKER

Ex leader dei Ritmo Tribale – reucci dell’hard-rock italiano Anni Ottanta/Novanta, fra sbando esistenziale e radicalità underground –, travolto dal successo e poi sedotto dall’infame trappola dell’eroina, Stefano molla tutto nel 1996, all’apice della gloria. E scompare. Isolamento assoluto, qualche demone intorno e un’identità da ricomporre. Per alcuni era morto, per altri era fuggito in India, per tutti, alla fine, venne l’oblio. Dodici anni di silenzio, scontando la dipendenza dalla droga e poi inventandosi una vita normale, dopo la comunità. Da frontman di una rock band a operaio, arrampicato sui ponteggi dei cantieri edili di Milano, a ubriacarsi di una ruvidezza nuova, di una verità forse mai sperimentata. Col lavoro che lo teneva agganciato alle cose, al mondo, a sé stesso: quasi una pratica ascetica, una strategia di concentrazione. Disciplina necessaria.
Lavoro che non abbandonerà nemmeno quando, nel 2012, tornerà alla musica, stavolta come solista, facendo del suo talento un’altra chance e affrontando di petto il proprio karma. Non più Stefano, ma Edda. Interprete geniale di un cantautorato gonfio di tormento, ma anche di leggerezza: fra tremori e candore, tuffi metafisici e vocalizzi viscerali.

BENEDICIMI. IL NUOVO SINGOLO

Travolgente, questo primo brano, fin dal primo ascolto. Una preghiera per una donna, croce e desiderio, mentre lui – da anni convertitosi al movimento Hare Krishnacontinua a parlare di sé al femminile: così sente la sua anima, così dice di percepirsi sul piano immateriale, simbolico, non sessuale. E da qui ha scelto il suo nuovo nome, che poi è quello della madre. “Per i miei peccati dovrò sempre soffrire”, canta Edda in Benedicimi. E quasi supplica, chi lo ama e insieme no: “Ti prego fammi entrare nella tua testa”, “Ti prego di non farmi male”, “Tu sei la figlia del demonio o la sorella di Sant’Antonio”, “Tu hai il potere di straziare”. Edda indifeso, come sempre appare quando parla, si muove, racconta del (non) senso della vita e del mistero delle relazioni. Edda con una forza tutta sua, quando infila un verso dopo un altro, nelle partiture impetuose, disobbedienti. “La peggiore malattia che ho è la voglia di te/Ti prego non scopare la mia tenerezza”. Canzone d’amore e di struggimento, in un’accelerata sinfonia rock, che sposa riverberi di chitarre e trame d’archi sontuosi.

Edda, Graziosa Utopia Il testo, nel video, è scandito da una lettering colorato – in accordo con la veste grafica di cd e vinili, stampati in diverse tinte – mentre uomini e donne danzano in un interno domestico, senza mai porgere il volto alla telecamera.
Potente, sincopata e lieve, Benedicimi è una bella prova, che già lascia pregustare il disco in arrivo. E intanto, da qualche anno, Edda è sceso dai ponteggi e ha trovato il coraggio (o la voglia) di fare solo musica, daccapo. Il richiamo di una vocazione, per un artista nato due volte, che si porta dietro la bellezza del precipizio e la fatica della costruzione. Un diamante solitario della musica italiana indipendente, outsider autentico, fuori da qualunque categoria. Con tutte le ossessioni, gli inciampi e le fragilità di oggi e di ieri, tradotti nella forgia di queste canzoni uterine, “graziosamente” irregolari.

Helga Marsala

http://edda.net/
www.woodworm-music.com/

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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