All music is the same. L’omaggio a Giuseppe Chiari di Villa Romana a Firenze
Ancora fino al 20 ottobre l'Istituzione tedesca di Villa Romana ospita nei suoi spazi di via Senese a Firenze una piccola ma preziosa esposizione dedicata al genio, purtroppo, ancora sottovaluto di Giuseppe Chiari.
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Nata come omaggio per celebrare il decimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Chiari (Firenze, 1926-2007) All music is the same diventa l’occasione per allestire una mostra frutto della selezione di una serie di opere realizzate tra il 1960 e il 2003 e provenienti dalla prestigiosa collezione della galleria tedesca di Renè Block.
Musicista, pianista, artista visivo, ma anche performer di se stesso e scrittore – fiorentino doc – un po’ chiuso, incapace di ammettere il proprio torto, Chiari si avvicina dapprima agli studi matematici, poi in maniera autonoma inizia a frequentare lezioni private di pianoforte, percorsi formativi che non porterà mai a compimento.
Di sicuro una personalità eclettica, riflessivo, antiaccademico per eccellenza, innovatore consapevole sia nel campo delle arti visive che della musica d’avanguardia diventando insieme a John Cage uno dei massimi sperimentatori in ambito internazionale.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo si schiude alla visione proponendo collage, inchiostri e acrilici su carta, fotografie, testi e video di documentazione di performance e concerti realizzati con art/tapes/22, centro di produzione di videoarte fondato a Firenze tra il 1972-73 da Maria Gloria Bicocchi e suo marito Giancarlo.
Nell’attraversare le sale si percepisce l’atteggiamento gioiosamente sovversivo di Chiari rispetto alla sua produzione artistica che diviene il crogiolo del suono, del gesto, del segno e della visone all’interno di un processo che include l’esperienza dell’oggetto (pianoforte, carta, termometro, ecc) non per carpirne la morfologia o la funzione ma per ri-funzionalizzarlo piegandolo alle proprie esigenze ossia la produzione di suoni/rumori.
La mostra si conclude e completa con una serie di interviste, in cuffia – raccolte anche in una piccola pubblicazione o scaricabili dal sito di Radio Papesse, che le ha realizzate – a personaggi a lui vicini fin dagli anni ’60, restituendo in tal modo il ritratto polifonico di un genio, ahimè, ancora da scoprire.
–Gino Pisapia
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