Torna il Festival estivo di Accademia Chigiana che a Siena unisce produzione e formazione musicale
Nuova edizione del Chigiana International Festival & Summer Academy a Siena con un focus sul compositore tedesco Stockhausen, nel 90° anniversario dalla nascita, e su Klein e Nitsch nella web radio di arte e musica della rassegna
Ritorna a Siena e nei luoghi più suggestivi delle Terre senesi, dal 6 luglio al 31 agosto 2018, il Chigiana International Festival & Summer Academy. Si tratta di un festival internazionale di alto profilo che dal 2015, dopo aver mandato in pensione il tradizionale programma concertistico estivo dell’Accademia Chigiana – storica istituzione musicale senese nata nel 1958 per volontà del Conte Guido Chigi Saracini e del Monte dei Paschi di Siena -, è ora in grado di mettere in relazione la produzione, l’alta formazione musicale e la distribuzione musicale. “Questa nuova edizione del Festival internazionale della Chigiana rappresenta la definitiva svolta verso una nuova visione in cui l’Accademia diventa il motore di un Festival di produzione, unico nel suo genere in Italia e nel contesto internazionale”, dichiara il suo direttore artistico Nicola Sani. “Una manifestazione in cui la grande maggioranza della programmazione è il risultato di nuove produzioni realizzate in esclusiva dall’Accademia attraverso le sue attività formative. Per la prima volta formazione, produzione e grande spettacolo diventano una cosa unica. Così i più celebri interpreti di oggi interagiscono tra di loro e con i giovani talenti, i corsi diventano laboratori in cui nascono nuove idee in sinergia tra giovani provenienti da oltre 40 paesi del mondo”.
I CONCERTI
Con un cartellone di 62 concerti esclusivi, e un omaggio al compositore e artista visivo fiorentino Daniele Lombardi, a pochi mesi dalla scomparsa, nel complesso museale di Santa Maria della Scala (sede anche di tre conferenze tenute da Salvatore Sciarrrino, dedicate a Il Suono e il Tempo), il focus del Chigiana International Festival & Summer Academy 2018, intitolato quest’anno Sounding Times, sarà incentrato su Karlheinz Stockhausen, nel 90° anniversario della nascita. Tra i compositori del XX secolo che ha maggiormente approfondito l’importanza della dimensione del tempo nella sua musica e nelle sue riflessioni teoriche, Stockhausen (scomparso nel 2007) è l’autore al centro della programmazione del Festival di quest’anno, come nelle passate edizioni sono stati Kurtág e Sciarrino, con un ciclo di concerti ad hoc che culmineranno il 17 luglio con un live del figlio Markus Stockhausen, che si esibirà alla tromba e flicorno in una delle sue celebri performance di “intuitive music”, Phoenix. Il suono, poi, si sposa con le arti figurative in Chigianaradioarte, una web radio a cura di Federico Fusi, attiva per tutta la durata del Festival non-stop 24h che, dal 2016, costituisce una sezione speciale della rassegna, dedicata alla Radio Art, Sound art e Sound Installations, grazie alla collaborazione tra l’Accademia e inner room.
IL PROGRAMMA E IL CONCEPT
“Quest’anno vogliamo proporre di guardare a un “non limite”, pensando che un’operazione di questo genere potesse contribuire ad abbattere le barriere tra le varie discipline, che nell’arte d’avanguardia – dove artisti visivi e musicisti lavoravano a stretto contatto, o erano la stessa persona – non sono mai esistite e vigeva una totale libertà nell’arte”, racconta ad Artribune il curatore Federico Fusi, in merito al palinsesto di Chigianaradioarte di questa edizione, dedicato al rapporto tra arti visive e musica dalle avanguardie storiche ai giorni nostri. “Vorrei trasmettere l’idea che non vi siano “uomini”, ma “opere”, e provare a identificare un modo nuovo per tornare, da questo recente passato al nostro tempo, per ridefinire una interdisciplinarietà importante oggi e rompere i canali coercitivi”. Con un focus sulla produzione sonora inedita di due grandi artisti visivi: Yves Klein e Hermann Nitsch. “Sono autori del calibro di Yves Klein, che concepiva la Monotone-Silence Symphony già nel 1947 (la prima ideazione), ed Hermann Nitsch che ha una discografia vastissima”, conclude Fusi. “Sono venuto a conoscenza del patrimonio musicale lasciatoci da Klein grazie alla conoscenza ventennale con l’archivista della Fondazione Klein, Daniel Moquay, conosciuto in occasione di una mia mostra a Parigi. Il materiale di Nitsch, invece, è stato rinvenuto grazie alla preziosa collaborazione della Fondazione Morra e di Italo Tomassoni”.
– Claudia Giraud
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