La Toscana punta sulle tecnologie digitali: nasce MusAr, un’app per scoprire la Certosa di Calci
La Toscana punta sempre di più sulle tecnologie digitali: dopo l’app lanciata dai Comuni montani del Casentino e quella per i più piccoli ambientata a Firenze, arriva da Pisa MusAR, dedicata alla Certosa di Calci. Ne abbiamo parlato con la responsabile del progetto Stefania Gitto…
Puntare sulle tecnologie digitali in modo efficace è possibile e la Regione Toscana sta dimostrando di essere molto attiva in questo settore. Numerose sono le applicazioni che collegano storia, cultura e turismo e che mettono d’accordo sia i più grandi che i più piccoli. L’ultima novità arriva dal Museo nazionale della Certosa di Calci a Pisa ed è stata presentata il 26 luglio. Si tratta di un’app, MusAR, dedicata ai beni artistici e musicali, nata in collaborazione con la Regione Toscana e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e creata dal Centro di Documentazione Musicale della Toscana (CeDoMus). Abbiamo intervistato Stefania Gitto la responsabile di MusAR.
IL PROGETTO
L’idea è semplice: coniugare arte, musica e storia utilizzando le più moderne tecnologie digitali e di realtà aumentata. Al centro della narrazione la Certosa di Calci, un ex convento a 10 km da Pisa, fatto costruire dell’arcivescovo Francesco Moricotti nel 1366.
“Come Centro di Documentazione Musicale della Toscana”, racconta ad Artribune Stefania Gitto,“ci occupiamo di catalogare tutte le collezioni di musica che sono conservate nel territorio, però, per la maggior parte dei casi, vengono restituite solamente ad un pubblico specialistico. Nel nostro Paese manca una vera e propria cultura musicale. Quindi mi sono chiesta: come far conoscere questo mondo a più persone possibili? La risposta è stata immediata: attraverso le nuove tecnologie, perché permettono di coniugare linguaggi diversi. L’idea, portata avanti con Filippo Bonechi e Francesco Geri di Sistemalab, ha visto anche la collaborazione di Angelo Teardo e Francesco Cipriani. Inoltre la Regione Toscana ha creduto in MusAr, in particolar modo l’assessore alla Cultura e Ricerca Monica Barni e il direttore generale Roberto Ferrari. Questo è un progetto pilota che spero riusciremo a sviluppare in altri luoghi culturali”.
COME FUNZIONA
“L’app MusAR può essere scaricata gratuitamente sul proprio dispositivo elettronico in qualsiasi momento da Google Play e Apple Store”, sottolinea Stefania Gitto, “L’utilizzo è abbastanza intuitivo. È presente una piantina della Certosa di Calci dove sono segnati con un punto rosso delle zone di interesse che corrispondono: alla biblioteca, al capitolo, alla chiesa e alla sagrestia. Per ogni luogo è presente un oggetto a cui vengono allegate informazioni storiche, ma se lo stesso oggetto è inquadrato con la telecamera del proprio device ecco che prende vita. Un esempio? L’affresco di una delle volte della chiesa dove sono inseriti grandiosi concerti celesti. Qui sarà possibile, toccando i diversi strumenti, leggere la loro storia e sentire il loro suono. La cosa interessante dell’applicazione è che il luogo fisico è fondamentale per la riuscita dell’esperienza completa e i visitatori potranno comunque tornare a casa con un bagaglio di informazioni che possono consultare in ogni momento”. “Infine”, conclude la responsabile, “è presente anche una terza funzione che permette di conoscere la posizione dei monaci, nei diversi orari della giornata, che una volta vivevano nella Certosa di Calci”.
LE ALTRE APP MADE IN TOSCANA
In Toscana sono presenti numerose realtà che stanno investendo nelle tecnologie digitali. A luglio i Comuni montani del Casentino hanno lanciato, all’interno della App WEGLINT, disponibile per iOS e Android, una serie di video-documentari per raccontare come i diversi artisti del passato hanno interpretato il tema dell’Annunciazione nella regione. La particolarità dell’app è la presenza di una geolocalizzazione che permette di essere avvertirti quando si è vicini a punti d’interesse. Il percorso ideale parte da Pieve di Santa Maria Assunta di Stia dov’è conservata l’Annunciazione di Bicci di Lorenzo per poi concludersi alla Basilica di San Francesco ad Arezzo con l’opera di Piero della Francesca.
Firenze, sempre negli scorsi mesi, ha sperimentato un’applicazione per i più piccoli chiamata Firenze Game che permette di conoscere la storia della città attraverso un gioco di carte pensato per smartphone o tablet scaricabile dai maggiori store online.
– Valentina Poli
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