Tra colore e musica. Tornquist e Milani

Musica e architettura si incontrano nella ricerca di Tiziano Milani, che stavolta guarda all’opera dell’“artista e scienziato” Jorrit Tornquist.

La ricerca di Tiziano Milani prende sempre idealmente le mosse da un’idea di architettura intesa, in via generalissima, come scienza e arte dell’abitare uno spazio, sia esso fisico oppure immaginario. “Intrappolata” all’interno di una camera riverberante e legata alle proprietà fisiche degli oggetti (Im Innersten, Afe, 2009) o, al contrario, fatta vagare per la città sotto forma di deriva psicogeografica (The City of Simulation, Setola di Maiale, 2010), l’architettura è per Milani sempre “musica congelata”, a voler scomodare Goethe.
Un grumo custodito piuttosto gelosamente nel corso di una carriera ormai ventennale che il sound artist ha sciolto e poi impastato con cura come fosse colore da sgocciolare su un’enorme tela sonora in occasione di Light+Color+Sound (music for Jorrit Tornquist’s exhibition) (Setola di Maiale, 2018). Brano commissionato per la mostra dedicata dalla Galerie Loenhard di Graz agli ottant’anni di Jorrit Tornquist (Graz, 1938) che è ora anche un disco, Light+Color+Sound restituisce in quaranta minuti di musica astratta ma altamente evocativa, lo spirito erratico e al contempo rigoroso dell’architetto austriaco con cittadinanza italiana.

Immagine di un'opera di Tornquist tratta da un booklet del disco di Tiziano Milani, Light+Color+Sound (music for Jorrit Tornquist’s exhibition) (Setola di Maiale, 2018)

Immagine di un’opera di Tornquist tratta da un booklet del disco di Tiziano Milani, Light+Color+Sound (music for Jorrit Tornquist’s exhibition) (Setola di Maiale, 2018)

INDETERMINAZIONE E CASUALITÀ

Quella di Tornquist è figura di artista e scienziato assolutamente da scoprire – o da riscoprire: un uomo che, oltre a essere un meraviglioso segreto custodito dalla storia dell’architettura italiana, è prima di tutto un “fanatico ed eccellente cacciatore di arcobaleni”. Milani non ha paura di mettersi sulle tracce di questo rabdomante del colore e chiama ancora una volta l’ascoltatore a “costruire e a definire il proprio personale concetto di tempo”, fedele a un principio per cui “in fase di creazione musicale i suoni non sono vincolati alla dimensione temporale, intesa sia come ritmo che come durata”. L’ascoltatore, così, è libero di reinterpretare il proprio tempo sonoro anche in base al luogo e alle condizioni di ascolto.
Sviluppando il concetto di indeterminazione e di casualità”, ci ha raccontato Milani, “sto cercando di svincolare ogni composizione dalla dimensione spazio-temporale”. E allora non sorprende che a fare da collante tra questi due artisti sia stato proprio il colore.

Vincenzo Santarcangelo

https://milanitiziano.wordpress.com/
http://tornquist.it/
www.setoladimaiale.net

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #45

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Vincenzo Santarcangelo

Vincenzo Santarcangelo

Vincenzo Santarcangelo insegna al Politecnico di Torino e allo IED di Milano. Membro del gruppo di ricerca LabOnt (Università di Torino), si occupa di estetica e di filosofia della percezione. È direttore artistico della rassegna musicale “Dal Segno al Suono”,…

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