Jeff Mills plays Metropolis. A Torino un kolossal in versione techno colta
Dopo sei mesi dalla sua ultima apparizione torinese, Jeff Mills ritorna nel capoluogo piemontese per presentare, grazie alla collaborazione con Seeyousound, un progetto ambizioso: la sonorizzazione live del capolavoro di Fritz Lang, “Metropolis”. E lo fa con il massimo dei voti.
Parlare di un mostro sacro della musica contemporanea come il dj e producer statunitense Jeff Mills (Detroit, 1963) non è mai semplice, se poi all’interno dello stesso discorso si aggiunge anche un gigante come Fritz Lang il tentativo si fa ancora più arduo. Fortunatamente la sorprendente naturalezza che il nostro The Wizard (pseudonimo utilizzato dallo stesso Mills agli esordi della sua carriera) è riuscito a trasmettere, lo scorso 11 marzo, rende il tutto più facile.
Ma andiamo con ordine: sia l’assenza del suono sia l’impressionante forza evocatrice delle immagini che lo compongono (caratterizzate dagli elementi propri del cinema espressionista quali ombre affilate, esasperazioni facciali e architetture imponenti) hanno reso Metropolis una fonte di ispirazione inesauribile soprattutto per numerosi musicisti.
Emblematici, infatti, sono il videoclip di Radio Ga Ga (che vede i Queen ripercorrere alcuni momenti del film), l’audace colonna sonora firmata da Giorgio Moroder ‒ contenente anche un brano cantato da Freddie Mercury ‒ per una nuova versione ridotta del 1984 o il video diretto da David Fincher, nel 1989, per il singolo di Madonna Express yourself.
Date queste premesse la pellicola di Fritz Lang non poteva lasciare indifferente un personaggio così raffinato come Jeff Mills che, proprio per il suo forte interesse nei confronti del cinema, verso la fine degli Anni Novanta ha iniziato a percorrere la strada sperimentale del Cinemix fondendo in un’unica performance le suggestioni proprie della musica con la potenza visiva dei film. Fu specificamente quest’attitudine a spingerlo, dal 2000, nella realizzazione di una colonna sonora per la distopica pietra miliare del cinema espressionista tedesco. Il progetto, per il quale inizialmente era stata concepita soltanto una porzione della partitura, è poi continuato dopo il restauro del 2010 che fu messo in pratica sia dalla Fondazione Friedrich Wilhelm Murnau che dalla Deutsche Kinemathek a seguito del ritrovamento, in Argentina, di 25 minuti di pellicola ritenuti perduti. L’opera del boss della techno di Detroit è stata poi presentata in anteprima mondiale nel 2017 per la Universum-Film Aktien Gesellschaft di Berlino e, due anni dopo, portata in Italia dal lungimirante direttore del Seeyousound Festival di Torino Maurizio Pisani.
JEFF MILLS E FRITZ LANG
Realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, che esattamente dieci anni fa aveva ospitato il producer americano per il progetto The Trip, Jeff Mills plays Metropolis ha letteralmente catturato l’intero pubblico del Cinema Massimo rivelandosi come un’esperienza eccezionale, per non dire epica. La totale aderenza dei suoni con l’intero film ha rappresentato uno spettacolo al quale raramente si riesce ad assistere. Con un live durato quanto l’intera versione del film (restaurato grazie alla Cineteca di Bologna), ovvero 155 minuti, si è potuto assistere non solo all’indiscutibile maestria di Mills, ma soprattutto alla disarmante attualità di una pellicola prodotta oramai novantadue anni fa. Tra intelligenze artificiali, profezie apocalittiche, movimenti populisti e caccia alle streghe, Metropolis appare realmente come un kolossal del nostro tempo: un’opera eterna che può continuare ad aprirci gli occhi nella speranza di non reiterare più situazioni e atteggiamenti meramente autodistruttivi. Tutto questo è stato impreziosito dalla sensibilità di Jeff Mills che, tra la solennità di un organo ‒ ad aprire e a chiudere l’esibizione ‒ e suoni minimali, è riuscito a creare un climax ipnotico che in più occasioni è sfociato in quella techno colta e ovattata di cui lui è ministro indiscusso. La perfezione chirurgica con la quale suoni e campionamenti hanno accompagnato scene ed espressioni facciali ha dato l’illusione momentanea che tra Jeff Mills e Gottfried Huppertz, compositore delle musiche originali concepite per Metropolis, non ci sia alcuna differenza. La passione che unisce un professionista come Mills e gli organizzatori dell’evento è qualcosa che nutre profondamente lo spirito in quanto capace di promuovere l’amore nei confronti della cultura. E non vi è momento migliore di questo per ricordarci ancora una volta che, parafrasando la morale di Metropolis, il mediatore fra il cervello e le mani non può che essere esclusivamente il cuore.
‒ Valerio Veneruso
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