Apre a Pittsburgh la prima retrospettiva di Kim Gordon dei Sonic Youth
Famosa presso il grande pubblico per il suo ruolo di bassista e cantante della band Sonic Youth, Kim Gordon è sempre stata un personaggio poliedrico. Il Warhol Museum di Pittsburgh le dedica in questi giorni un'ampia retrospettiva, mostrando i suoi lavori come artista. Tra dipinti, disegni, sculture e installazioni.
“Non ho mai pensato a me stessa come a una musicista. Ho sempre pensato: sono un’artista che fa della musica. Adesso sono un’artista che fa dei dipinti”, ha dichiarato Kim Gordon (1953) durante una recente intervista con il New York Times. L’artista americana, nota internazionalmente per il suo ruolo di bassista e cantante della band post-punk Sonic Youth, è infatti arrivata alla musica attraverso le arti visive e la performance, manifestando in più occasioni la sua passione per i linguaggi dell’arte contemporanea. Dopo essersi diplomata all’Otis College of Art and Design, in California, dove strinse amicizie con personaggi come Mike Kelley (che nel 1992 avrebbe disegnato la cover dell’album dei Sonic Youth Dirty), Dan Graham e Cindy Sherman, Kim Gordon si trasferì a New York dove di lì a poco avrebbe iniziato la sua ben nota avventura musicale e dove fece anche la sua prima mostra, alla galleria White Columns (1981). Nonostante i tanti punti di contatto con il mondo dell’arte e le numerose collaborazioni con grandi artisti, la Gordon tornò a dipingere soltanto all’inizio degli Anni Duemila, intensificando poi il suo impegno nel settore dopo lo scioglimento della band e il divorzio dallo storico partner Thurston Moore.
PITTURA E SCULTURA LO-FI
Oggi il frutto della ricerca artistica di Kim Gordon viene mostrato al pubblico in Lo-Fi Glamour, la prima grande retrospettiva museale su suolo statunitense, organizzata dal Warhol Museum di Pittsburgh. La sede non è casuale, infatti Andy Warhol è da sempre una grande fonte di ispirazione per la Gordon, che in occasione di questa mostra ha anche firmato un’inedita colonna sonora per Kiss (1963-64) uno dei film più famosi dell’artista americano, disponibile per l’acquisto sotto forma di LP in edizione limitata. In mostra ci sono una serie di dipinti ispirati alla sua storia musicale (Noise Name Paintings), alcune tele della serie Twitter paintings, in cui riprende il contenuto di alcuni status postati sul social network da personaggi come Stephen Malkmus e Jerry Saltz, ma anche disegni e sculture. Non manca la componente audio: una video-installazione ad alto impatto sonoro ci ricorda l’amore della Gordon per il tema del rumore, tanto che ai visitatori più sensibili al volume viene consigliato l’uso di apposite cuffie. Il titolo della mostra Lo-fi Glamour, è naturalmente un riferimento alla scena musicale di cui i Sonic Youth furono una voce chiave, ma, secondo le parole della stessa artista, l’ispirazione viene anche “dall’interpretazione lo-fi che Warhol seppe dare della cultura popolare”. Il prossimo 14 giugno al museo è inoltre prevista la proiezione di Sir Drone (1989) di Raymond Pettibon (autore della cover dell’album Goo dei Sonic Youth), pellicola amatoriale che ha come protagonisti, tra gli altri, l’artista Mike Kelley e Mike Watt, storico bassista dei Minutemen.
– Valentina Tanni
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