I suoni dell’Amazzonia al Museo del Cinema di Torino. Il Climate change secondo gli ZU
Il tema del cambiamento climatico in chiave spirituale e sciamanica, affrontato in una performance audio video. Stiamo parlando della presentazione del nuovo album degli ZU, Terminalia Amazonia, il prossimo 16 gennaio presso il Cinema Massimo di Torino. Già messo in scena a Digitalive 2019, durante un’anteprima alla Pelanda di Roma, con uno sviluppo drammaturgico e […]
Il tema del cambiamento climatico in chiave spirituale e sciamanica, affrontato in una performance audio video. Stiamo parlando della presentazione del nuovo album degli ZU, Terminalia Amazonia, il prossimo 16 gennaio presso il Cinema Massimo di Torino. Già messo in scena a Digitalive 2019, durante un’anteprima alla Pelanda di Roma, con uno sviluppo drammaturgico e scenografico inedito più vicino all’happening che al concerto, anche grazie al contributo video esclusivo del visual artist Lillevan Recherche, il progetto arriva letteralmente sotto la Mole in un momento per lei particolare. Si appresta, infatti, a festeggiare i 20 anni il Museo Nazionale del Cinema, aperto al pubblico nella rinnovata sede della Mole Antonelliana il 20 luglio 2000, con un lungo anno celebrativo – intitolato Torino Città del Cinema 2020 – fatto di eventi cinematografici contaminati con varie discipline, dall’arte contemporanea al teatro e dall’editoria alla musica.
IL PROGETTO DELLA ROCK BAND ZU DEDICATO ALL’AMAZZONIA
In questo campo rientra il festival torinese d’avanguardia Jazz is Dead, nella cui orbita gravita Terminalia Amazonia degli ZU: un inno al fragile polmone verde della Terra e primo atto della collaborazione del festival con il Museo Nazionale del Cinema di Torino. “Ciò che si scopre in Terminalia Amazonia è l’integrazione dei mondi: le antiche canzoni sciamaniche della tradizione Shipibo-Conibo e la nostra ricerca di suoni e frequenze“, afferma Massimo Pupillo che, insieme agli altri due membri storici della band romana di rock strumentale sperimentale, Luca T. Mai e Jaco Battaglia, e con il recente ingresso alla chitarra di Stefano Pilia, ha campionato in quattro anni di viaggi nella giungla amazzonica sonorità umane e naturali del luogo.
E lo ha fatto creando field recording notturni delle tipiche canzoni cerimoniali di guarigione, conosciute come Icaros: un suono denso e spettrale che trasmette il suo intento sciamanico, esaltato dai visual di Lillevan, co-fondatore del gruppo audio visivo berlinese Rechenzentrum, e noto per le sue collaborazioni con Fennesz e Morton Subotnick, tra i pionieri della musica elettronica. Ecco qualche estratto del video in anteprima…
– Claudia Giraud
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