Walk of Muses #22: Anna Von Hausswolff e Nero Kane
Il nuovo appuntamento con “Walk of Muses”, la rubrica di Samantha Stella dove la musica incontra l’arte, presenta il ritratto della cantante e organista svedese Anna Von Hausswolff e del songwriter italiano Nero Kane.
Anna Von Hausswolff (Göteborg, 1986) è una cantante, compositrice, pianista e organista svedese che si muove tra darkwave neoclassica, rock gotico, krautrock. Una delle voci più interessanti nel panorama internazionale, paragonata a Nico, Kate Bush, Siouxsie Sioux, Diamanda Galas, e figlia di Carl Michael Von Hausswolff, pioniere del suono sperimentale, esibitosi anche a Manifesta e alla Biennale di Venezia, Anna ha debuttato nel 2010, con performance in tour internazionali, festival e teatri, insieme a band come Tindersticks e Swans. Nell’album del 2018, realizzato con il produttore della band statunitense di metal sperimentale Sunn O))), è stato utilizzato l’organo del XX secolo nella Marble Church di Copenhagen. Sempre nel 2018 la sua esibizione al Nobel Banquet per i Premi Nobel di Stoccolma, con The Royal Swedish Orchestra e Royal Swedish Ballet. Nel 2020 il progetto doom Bada, che include anche l’italiano Gianluca Grasselli, uscito con la sua etichetta Pomperipossa Records, e il suo ultimo album strumentale, realizzato solo con l’utilizzo dell’organo a canne. La Von Hausswolff espone in gallerie d’arte i suoi disegni e incisioni.
La tua definizione di arte.
La mia definizione di arte è il processo di creazione e invito a pensieri e significati più profondi attraverso la formazione e/o la rappresentazione della creazione. Il cambiamento e l’immaginazione sono necessari per la sua sopravvivenza.
La tua definizione di musica.
La musica è arte.
Ti definisci una “artista”?
Sì.
L’opera di arte visiva che più ami.
Le opere di Christina Wassberg e Albin Werle di cui cito: per Christina Wassberg Gryningen e per Albin Werle il dettaglio di un gioco chiamato Lovers vase.
https://www.facebook.com/annavonhausswolff/
PAROLA A NERO KANE
Nero Kane è il nome d’arte del songwriter e chitarrista psych dark folk italiano Marco Mezzadri (Milano, 1984), che combina le sue radici europee con il sound del deserto americano. Il suo album di debutto nel 2018 è stato prodotto a Los Angeles da Joe Cardamone (ha collaborato con James Williamson ex The Stooges, Warren Ellis e Mark Lanegan). Le sonorità di Kane sono accostate dalla critica alla melanconia del cantante australiano Nick Cave e del songwriter americano Johnny Cash. In uscita il suo secondo album, prodotto da Matt Bordin (Squadra Omega), che vede la collaborazione con il violinista Nicola Manzan e Samantha Stella, regista del film che ha lanciato il primo album, qui in veste di cantante, musicista e autrice. Kane e Stella si sono esibiti all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e su palchi italiani ed europei, teatri, gallerie d’arte e chiese. Aperture per Jozef Van Wissem, Hugo Race e Marissa Nadler. Riferimenti all’oscurità di The Turin Horse di Béla Tarr, ai territori desertici di Paris, Texas di Wim Wenders, allo spirito sciamanico di Dead Man di Jim Jarmusch e ai paesaggi di confine di Cormac McCarthy.
La tua definizione di arte.
L’arte è l’espressione della bellezza e della spiritualità umana al suo livello più alto. Probabilmente è una delle poche cose che ci divide dal regno animale che è, per molti aspetti, il migliore e unico possibile. La natura è arte.
La tua definizione di musica.
È la cosa che dà una ragione, un senso alla mia vita. In questa era di decadenza senza fine è la luce che guida e ispira il mio cammino e una delle poche cose che mi dà sollievo e pura soddisfazione, ma che al contempo mi fa combattere contro me stesso e la mia tendenza alla perdizione. Sotto un aspetto più generico, è un modo di esprimere i nostri sentimenti e pensieri senza alcun filtro o sorta di compromesso. Più cancelliamo questi compromessi e più questa diventa reale. Quando la musica è reale diventa arte.
Ti definisci un “artista”?
Non riesco a definirmi completamente un artista. Per me questo termine ha ancora una valenza troppo importante ed elitaria. Artista oggigiorno è una parola usata a sproposito e troppo spesso per cose che non hanno nulla a che vedere con l’arte. Un po’ come i famosi “15 minuti di celebrità” di Andy Warhol. Mi considero però un musicista o comunque una persona che usa questo tipo di forma d’arte/comunicazione per esprimere se stessa e i propri sentimenti nel modo migliore a me concesso e possibile. Dove c’è verità c’è arte.
L’opera di arte visiva che più ami.
È molto difficile sceglierne una sola. Probabilmente il dipinto L’Isola dei Morti (Die Toteninsel) di Arnold Böcklin (in particolare la terza versione del 1883 esposta alla Alte Nationalgalerie di Berlino) è quello che meglio rispecchia i miei sentimenti. Questa scena senza tempo, calma ma anche profondamente simbolica, drammatica e romantica, è qualcosa dove potrei perdermi per sempre. Davvero una “finestra estetica” sulla mia vita.
‒ Samantha Stella
LE PUNTATE PRECEDENTI
Walk of Muses #1: Hugo Race e New Candys
Walk of Muses #2: Jozef Van Wissem e The Underground Youth
Walk of Muses #3: The Winstons e Tess Parks
Walk of Muses #4: Scott Gibbons e freddie Murphy
Walk of Muses #5: Marissa Nadler e The Third Sound
Walk of Muses #6: Andrea Liberovici e Squadra Omega
Walk of Muses #7: Jarboe e Kill Your Boyfriend
Walk of Muses #8: Alessandro Cadario e Mauro Martinuz
Walk of Muses #9: James Johnston e The Three Blind Mice
Walk of Muses #10: Simone Marie Butler e The Vacant Lots
Walk of Muses #11: Giovanni Sollima e Julia Kent
Walk of Muses #12: Einstürzende Neubauten e Bologna Violenta
Walk of Muses #13: Cristiano Godano e Be Forest
Walk of Muses #14: James Williamson e Starcrawler
Walk of Muses #15: Joe Cardamone e Holy Motors
Walk of Muses #16: Jaye Jayle e Messa
Walk of Muses #17: John Murry e Oh Petroleum
Walk of Muses #18: Annie Hardy e Stony Sugarskull
Walk of Muses #19: Vatican Shadow e My Flower
Walk of Muses #20: The Telescopes e Sneers
Walk of Muses #21: White Hills e Schonwald
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