Walk of Muses #19: Vatican Shadow e My Flower
Il nuovo appuntamento con Walk of Muses, rubrica dell’artista Samantha Stella dove la musica incontra l’arte, presenta il ritratto del musicista sperimentale statunitense Vatican Shadow e del produttore elettronico italiano My Flower.
Vatican Shadow è uno dei vari pseudomini con il quale opera il musicista sperimentale, dj e produttore elettronico di ambient industriale e techno, e artista multimediale statunitense Dominick Fernow. Nato in Ohio da una famiglia cattolica e cresciuto in Wisconsin, Fernow si è accostato in gioventù al death metal e alla cassetta su nastro.
Nei suoi primi lavori con il nome Prurient utilizzava microfono, amplificatore e talvolta batteria, per poi accostarsi all’elettronica e ai sintetizzatori. Ha fatto parte di numerose band, incluso il progetto darkwave statunitense Cold Cave. Nel 1996 ha iniziato i suoi progetti solisti e ha fondato l’etichetta Hospital Productions insieme a Becka Diamond con uno spazio aperto al pubblico a New York, poi chiuso nel 2011. Il progetto Vatican Shadow, con cui ha appena pubblicato un nuovo LP, è iniziato nel 2010 con tematiche provocatorie come guerra, terrorismo e manipolazione dei media, ed è diventato in un decennio uno dei punti di riferimento internazionali per la dark techno. Numerose le sue esibizioni in America ed Europa, tra cui ricordiamo il celebre locale berlinese Berghain. Tra le collaborazioni, quella con il performer e musicista italiano Nico Vascellari al Marina Abramovic Institute di San Francisco nel 2010.
La tua definizione di arte.
Una necessità umana. La nostra unica arma contro la maledizione della coscienza. La mente umana non può esistere senza mitologia e simboli, perché questi sono semplicemente strumenti del pensiero astratto e l’ignoto è sempre in attesa. L’arte richiede ambiguità.
La tua definizione di musica.
Un forum multimediale altamente frainteso. Un condotto per mente, corpo e spirito, imbastardito, svalutato e calpestato, che Steve Jobs e compagnia hanno trasformato in un negozio da 99 centesimi a notte. Qualcosa senza il quale non posso vivere. No, la musica non è identità, ma può essere una fantasia. I dischi e la merce sono un buon tipo di materialismo.
Ti definisci un “artista”?
Sì, ma la pratica artistica non è speciale o rara, che è qualcosa di importante che ho imparato da Robert Crouch a Los Angeles. Come diceva Duchamp chiunque può essere un artista, ma correre il rischio di guadagnarsi da vivere con l’arte lo è di più …è la via del “matto”.
L’opera di arte visiva che più ami.
Difficile da dire: Machine Turn Quickly di Francis Picabia, la performance di Nico Vascellari alla Biennale di Venezia 2007, un CD della Control-Domination confezionato in pietra, il D-Day, la fuga da Alcatraz di Frank Lee Morris, un tavolo nero con due grifoni che si attaccano…
PAROLA A MY FLOWER
My Flower è il progetto elettronico fondato nel 2015 dal dj e producer italiano Sergio Frazzingaro aka Faktor, originariamente insieme ad Andrea Mangione. Faktor è stato attivo dal 2008 al 2014 con il progetto di musica elettronica Lula Circus, più vicino alla house, fondato con il producer Danilo Sardella, con dischi pubblicati per etichette importanti come la berlinese Resopal e la losangelina Culprit LA, suonati da dj internazionali ed esibizioni in rinomati club e festival in tutta Europa.
Dopo alcuni album pubblicati per l’etichetta londinese Stem Records, My Flower è approdato nell’universo della label italiana Just This. Il suo sound è stato definito ipnotico ed esoterico. Tra le collaborazioni, il remix di Dominick Fernow, ovvero Vatican Shadow, e l’attuale simbiosi con il producer italiano Darse (pubblicato per la label Afterlife), con cui sono usciti diversi EP. Faktor ha suonato su numerosi palchi della Russia e dei Paesi satelliti. Tra il 2005 e il 2015 è stato membro del duo di artisti visivi Corpicrudi, fondato insieme all’artista Samantha Stella.
La tua definizione di arte.
Arte per me è una sintesi di fattori in equilibrio perfetto. Quando l’emozione e non solo fissa nel tuo cervello qualcosa di indelebile, un ponte a senso unico. Un eterno mai passato.
La tua definizione di musica.
La vedo una forma artistica perfetta. Riempie gli spazi senza ingombrarli. Evoca, rimanda, ossessiona e ti accompagna, accelera il tuo battito cardiaco ma non la vedi. È una forma di architettura invisibile.
Ti definisci un “artista”?
Se per artista si intende appassionato di forme artistiche si lo sono. Sulla definizione in senso stretto rispondo con una domanda, chi può definirsi un artista? Potrei scrivere un poema circa questo concetto ma la sintesi è già sopra.
L’opera di arte visiva che più ami.
La Gioconda di Leonardo Da Vinci. L’ambiguità di quel dipinto è pura contemporaneità. Può significare tutto e il suo contrario, il suo enigma è la sintesi pura dei nostri giorni.
– Samantha Stella
LE PUNTATE PRECEDENTI
Walk of Muses #1: Hugo Race e New Candys
Walk of Muses #2: Jozef Van Wissem e The Underground Youth
Walk of Muses #3: The Winstons e Tess Parks
Walk of Muses #4: Scott Gibbons e freddie Murphy
Walk of Muses #5: Marissa Nadler e The Third Sound
Walk of Muses #6: Andrea Liberovici e Squadra Omega
Walk of Muses #7: Jarboe e Kill Your Boyfriend
Walk of Muses #8: Alessandro Cadario e Mauro Martinuz
Walk of Muses #9: James Johnston e The Three Blind Mice
Walk of Muses #10: Simone Marie Butler e The Vacant Lots
Walk of Muses #11: Giovanni Sollima e Julia Kent
Walk of Muses #12: Einstürzende Neubauten e Bologna Violenta
Walk of Muses #13: Cristiano Godano e Be Forest
Walk of Muses #14: James Williamson e Starcrawler
Walk of Muses #15: Joe Cardamone e Holy Motors
Walk of Muses #16: Jaye Jayle e Messa
Walk of Muses #17: John Murry e Oh Petroleum
Walk of Muses #18: Annie Hardy e Stony Sugarskull
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati