Il 32 dicembre siete tutti invitati al Festival che non ci sarà. Ecco i partecipanti
Se volete sostenere il settore dello spettacolo, affondato dagli impedimenti di questo 2020, potete acquistare un biglietto del Festival che non ci sarà, e non partecipare all’evento. Ecco gli artisti e le associazioni che aderiscono all’iniziativa.
Tra coloro che stanno pagando lo scotto più alto della pandemia, ci sono teatri, cinema, sale da concerto e artisti, associazioni e organizzatori legati al settore audiovisivo, che nonostante le proteste sono fermi in Italia dal 25 ottobre a causa delle restrizioni, ma sono in grande emergenza fin dallo scorso marzo. Per andare incontro a queste categorie e per lanciare un segnale a tutela di un comparto stremato dalle difficoltà di questo momento storico, il magazine di eventi e lifestyle Zero e l’agenzia di digital marketing Hearts & Science hanno organizzato una pirotecnica kermesse, intitolata Il Festival che non ci sarà. Il Festival non avrà luogo il 32 dicembre 2020 dalle 00.00 alle 6.00 e i biglietti sono ancora acquistabili.
IL FESTIVAL CHE NON CI SARÀ
L’evento intende rappresentare tutte le manifestazioni legate alle arti visive, alla musica, al cinema, alla creatività e alla performance. Per questo, il palinsesto è stato composto da soggetti protagonisti della scena artistica contemporanea – come festival, enti, associazioni – che nulla proporranno in termini di performance, ma ai quali saranno destinati i proventi dell’operazione: il Festival che non ci sarà si configura quindi come un’iniziativa benefica sotto mentite (e ironiche) spoglie. La stessa fake-line-up è il frutto della collaborazione di tutti i partner e gli artisti coinvolti, che sono: Attraversamenti Multipli, Crack Festival, Electropark, Express Festival, Frac, Funzilla Fest, Gaeta Jazz, Handmade, Here I Stay, Indierocket, JazzMi, Linececk, Live Arts Week, Live Cinema Festival, LOST, Manifesto, More Festival, No Glucose, Novara jazz, Nu, Oltre Festival, Ombre Lunghe, Open House Roma, Polifonic, Rome Psych Fest , Santarcangelo Festival, Seeyousound, Short Theatre e Sprint.
I BIGLIETTI PER IL FESTIVAL CHE NON CI SARÀ
I biglietti sono acquistabili su EventBrite e sul sito dedicato a 10 euro e sono sia digitali che fisici: quello cartaceo sarà un biglietto d’artista in edizione limitata e arriverà a casa dei primi 500 acquirenti, riferito a un’ipotetica capienza fisica massima della location dove non si terrà l’evento, in una logica del sold-out che il festival intende mantenere, anche se solo su un piano platonico. Un modo, allo stesso tempo, per sensibilizzare sull’urgenza del ritorno a un consumo fisico delle arti, una necessità che i vari concerti e festival tenutisi online purtroppo non sono riusciti a soddisfare. L’evento, minuziosamente curato nella sua presentazione (più che nella sua realizzazione effettiva) contiene diversi riferimenti all’arte contemporanea, come la mail-art, nata a Milano con i primi esperimenti futuristi attraverso i Collage Postali degli anni Venti e proseguita con i lavori pittorici della serie Today di On Kawara alla fine degli anni Sessanta. Per quanto riguarda l’idea della boutade – annunciare in pompa magna eventi che poi non si verificheranno – l’idea è presa da Maurizio Cattelan, che in occasione della sua prima personale nel 1989 nella Galleria Neon di Bologna fece chiudere la porta a chiave, appendendo fuori un cartello con su scritto “Torno Subito”; ma anche a fondazioni, premi, biennali del tutto inconsistenti che negli anni si è inventato, accaparrandosi la nomea di artista irriverente e goliardico.
IL FESTIVAL CHE NON CI SARÀ, UNA FAVOLA POSTMODERNA
“In un momento di silenzio e distanza reciproca del pubblico dalla materia prima artistica e viceversa, abbiamo voluto creare una bolla spazio-temporale, un non-evento entro cui far convergere molte delle istanze che l’arte e la cultura performativa si trovano a dover affrontare per lasciare una traccia coerente con il non-mood-2020 da cui dovremo necessariamente ripartire, dando vita un nuovo inizio”, spiega Andrea Amichetti, ideatore e direttore artistico de Il Festival che non ci sarà. “Il Festival vuole essere una favola postmoderna; nell’ultimo giorno falsificato e immaginario di un anno che per certi versi non è esistito. Ma che è necessario ricordare – perché no, anche con un sorriso strappato”.
-Giulia Ronchi
zero.eu/it/il-festival-che-non-ci-sara/
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