Morto a Milano Sylvano Bussotti. Il compositore-artista avrebbe compiuto a breve 90 anni
Morto a 89 anni in una residenza sanitaria di Milano, il compositore, uomo di teatro, pittore, scenografo e costumista fiorentino è protagonista in questi giorni a Firenze di un evento che avrebbe voluto celebrare i suoi 90 anni da compiere l’1 ottobre
Alla vigilia dell’inaugurazione di 90BUSSOTTI | Ascolti e visioni su Sylvano Bussotti, la cinque giorni che la città di Firenze stava preparando per celebrare il compositore, uomo di teatro, pittore, scenografo e costumista fiorentino in occasione dei suoi 90 anni, Sylvano Bussotti è morto la mattina del 19 settembre a Milano, nell’istituto per anziani dove era ricoverato da tempo. “Non è riuscito ad arrivare al suo compleanno, che sarebbe stato il primo ottobre, ma la manifestazione in suo onore si terrà ugualmente. Anzi, direi a maggior ragione, per ricordarlo insieme a tutti i suoi amici di sempre. Noi saremo qui, in suo nome, fino a sabato 25”, raccontano gli organizzatori del progetto curato da Fabbrica Europa, Fondazione Culturale Stensen, Florence Queer Festival, Tempo Reale, Maschietto Editore, istituzioni cittadine a lui profondamente legate, in collaborazione con Maggio Musicale Fiorentino, Bussotti Opera Ballet e Museo Marino Marini, con il contributo del Comune di Firenze – Estate Fiorentina 2021 e con il coordinamento di Culter.
CHI ERA SYLVANO BUSSOTTI
Nato nel 1931 a Firenze, Sylvano Bussotti comincia da bambino a studiare musica arrivando anche a frequentare il Conservatorio, senza tuttavia mai laurearsi a causa dell’inizio della guerra. Si avvicina ancora giovane alle arti figurative grazie allo zio Tono Zancanaro e a suo fratello maggiore Renzo, entrambi pittori, che lo forgiano nell’artista che è diventato, con le sue partiture, opere d’arte in cui la tradizionale notazione si alterna a una esperienza pittografica. Conosce tantissimi personaggi illustri come Alberto Arbasino, Aldo Braibanti, John Cage, Carmelo Bene, Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini fino all’incontro fatale col suo grande amore, Rocco Quaglia, coreografo, ballerino, collaboratore e compagno di Bussotti dagli anni Settanta, per il quale scrive brani da balletto. Regista di lirica alla Scala, costumista e scenografo, Bussotti intraprende una carriera ricca di contaminazioni che lo porteranno a ricoprire incarichi di assoluto prestigio nel panorama artistico internazionale, da direttore artistico del Teatro alla Fenice di Venezia e poi della Biennale musica, a direttore del festival pucciniano di Torre del Lago. Assoluta trasversalità, che si rispecchia anche nelle sue composizioni, dove convergono suoni, danza e teatralità, e il suo amore viscerale per tutta la musica, come spiega lui stesso in un suo scritto: “e non mi disprezzate la cattiva musica. Nel senso di ciò che musica è o non è. La musica cosiddetta popolare. Siccome la si sona e si canta molto più appassionatamente della buona musica. (Nel senso di musica classica o Grande Musica, la Pesante). Poco a poco ella s’è impregnata del sogno e delle lagrime degli uomini. Rispettatela per questo. Il suo posto è immenso nella storia sentimentale della società. Ritornelli che un orecchio fine, educato, rifiuterebbe di ascoltare, ricevettero il tesoro di migliaia di vite per cui suonarono come ispirazione, consolazione premurosa e perenne; di cui furon la grazia e l’idea. […]”.
IL CORDOGLIO DI ACCADEMIA MUSICALE CHIGIANA DI SIENA
“Sylvano Bussotti è stato un compositore grandissimo”, dichiara Nicola Sani, Direttore artistico dell’Accademia Chigiana, “i cui percorsi si sono spesso e necessariamente incrociati con Siena. La sua opera, oltre a comprendere assoluti capolavori di importanza cruciale, tra cui composizioni come il quartetto I Semi di Gramsci, La Passion Selon Sade, The Rara requiem e il Melodramma romantico Lorenzaccio, dal dramma omonimo di Alfred de Musset, si estende a tutte le componenti dell’espressione musicale, artistica, visiva, filosofica e in generale del pensiero umanistico. Il rapporto tra scrittura, segno e suono trovano in lui un fondamento determinante per il pensiero compositivo del XX secolo, così come il rapporto tra suono e alea, con le grafie aleatorie e la componente fisica, corporea che incarna il suono e ne diventa verbo, natura in movimento. Una perdita immensa sulla quale sarà molto importante continuare a ragionare nei prossimi decenni”.
IL CORDOGLIO DI FONDAZIONE ARENA DI VERONA
Il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia, la cui carriera si è spesso intrecciata a quella di Bussotti, così lo ricorda: “Ci legava una personale amicizia di lunga data a fianco di un’intensa frequentazione musicale. Abbiamo lavorato insieme in numerose occasioni; tra le tante porterò con me il ricordo del Trittico pucciniano alla Scala nel 1983 e l’Inaugurazione per il 50° Anniversario del Maggio Musicale Fiorentino nel 1987 con il Benvenuto Cellini di Berlioz”. Nella sua lunghissima carriera, Sylvano Bussotti ha curato in Arena la regia di Tosca nel 1984, anno del debutto sul palcoscenico veronese del giovane Daniel Oren, ed è tornato nel 1991 firmando regia, scene e costumi di Rigoletto. Al Teatro Filarmonico, invece, debutta nel 1985 con Un giorno di regno in veste di regista, scenografo e costumista, e vi ritorna nel 1990 per la regia di Cirano, commedia lirica di D. Bramati e musica di Marco Tutino. Più recentemente, nel 2012, è presente in qualità di compositore nella rassegna Verona Contemporanea.
– Claudia Giraud
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