Treviso è ripartita con il jazz
Ottimi numeri per il Treviso Suona Jazz Festival, la rassegna musicale che ha riportato in presenza nella città veneta alcuni protagonisti della scena jazz nazionale.
Una città in trasformazione grazie alla musica, con i suoi spazi più belli donati a un pubblico desideroso di performance dal vivo. Tutto ciò è stato possibile grazie al Treviso Suona Jazz Festival, andato in scena dall’8 al 12 settembre.
La formula, ormai collaudata da diversi anni, di occupare luoghi d’arte chiusi per molto tempo e finalmente animati dal festival, ha caratterizzato anche questa settima edizione della kermesse. Molti spazi cittadini, poi, sono rimasti inutilizzati per molti mesi proprio a causa della pandemia, e sono tornati, così, a respirare. Palazzo Giacomelli, ad esempio, sede dei primi due spettacoli, era chiuso da mesi, così come l’Auditorium della Provincia di Treviso, e il Teatro Comunale, che aveva vissuto solo una limitata attività primaverile.
CONCERTI SOLD OUT AL TREVISO SUONA JAZZ FESTIVAL
Sono stati sold out concerti come quello inaugurale di mercoledì 8 settembre del bandoneonista Daniele Di Bonaventura e del chitarrista Marcello Peghin, tra tanghi, candombe e suoni del Mediterraneo, o l’evento del 9 settembre dedicato al cinema con il pianoforte di Bruno Cesselli a sonorizzare Seven Years Bad Luck di Max Linder. Al pari dell’omaggio alle atmosfere della New Orleans degli Anni Venti e Trenta, Storyville Story, al Teatro Mario Del Monaco, con il sestetto capitanato dagli inossidabili Fabrizio Bosso (tromba) e Mauro Ottolini (trombone). Per finire con il concerto cameristico all’Auditorium Sant’Artemio, del pianista Enrico Pieranunzi e del clarinettista Gabriele Mirabassi.
IL SUCCESSO DELL’EDIZIONE 2021
“Gli artisti sono stati entusiasti e il pubblico numeroso”, racconta Nicola Bortolanza, direttore artistico di Treviso Suona Jazz Festival. “Nelle passate edizioni raggiungevamo circa 7mila presenze; oggi abbiamo calcolato circa 3mila persone, che è in linea con le limitazioni di posti attuali”.
Collaterali ma non meno accattivanti, gli eventi sparsi in città: dalla Tiger Dixie Marching Band nelle vie del centro alle mostre fotografiche, dagli open air concert, gli ensemble dei Conservatori Steffani e Venezze in Loggia dei Cavalieri, alle esibizioni nei plateatici dei locali da parte musicisti del territorio.
“Non nascondo le difficoltà che abbiamo avuto nel seguire una normativa in continua evoluzione, per adeguare l’organizzazione all’inevitabile complicazione di tutte le attività, ma siamo molto soddisfatti”, continua il direttore artistico. “Stiamo valutando di ritornare il prossimo anno a maggio, come facevamo solitamente. Dipende dalle condizioni che si verificheranno, se ci consentiranno di lanciare il festival oppure solo un assaggio dell’evento successivo”. Con tutti gli interrogativi per il futuro, e in tasca l’ottimo successo dell’edizione della ripartenza, il festival trevigiano si rinnova mantenendo l’altissima qualità degli ospiti, il suo carattere itinerante, il dialogo tra il pubblico e la cornice urbana di Treviso.
‒ Sara Bonfili
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