Biennale Arte di Venezia 2022. Ci sarà musica nei padiglioni Svizzera, San Marino e Australia
Musica noise, installazioni sonore o immersive, atti performativi catartici sono i linguaggi utilizzati nei Padiglioni di Svizzera, San Marino, Australia e nell’Evento Collaterale presso il Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena di Venezia. Eccoli nel dettaglio
C’è molta musica, installazioni sonore o immersive alla prossima Biennale di Venezia, in programma dal 23 aprile al 27 novembre 2022 all’insegna de Il latte dei sogni, il tema scelto dalla curatrice Cecilia Alemani per la 59. Mostra Internazionale d’Arte. Dal progetto del Padiglione Svizzera, dove l’artista originaria del Marocco Latifa Echakhch coinvolge il compositore e percussionista Alexandre Babel per sviluppare l’approccio musicale dell’esposizione, lavorando insieme al curatore Francesco Stocchi a un’installazione immersiva, dove il corpo e la memoria sono coinvolti come in un concerto, fino all’intervento performativo catartico dell’artista newyorchese Rachel Lee Hovnanian, vediamo nel dettaglio padiglioni ed eventi collaterali dove compare il suono…
– Claudia Giraud
https://www.labiennale.org/it/arte/2022
IL PADIGLIONE SVIZZERA ALLA BIENNALE ARTE DI VENEZIA 2022
La mostra che rappresenta la Svizzera alla prossima Biennale di Venezia si intitola The Concert ed è concepita dall’artista originaria del Marocco Latifa Echakhch – in collaborazione con il percussionista e compositore Alexandre Babel e il curatore Francesco Stocchi – come un’esperienza immersiva, una proposta ritmica e spaziale che, attraverso una serie di sculture, permetta al visitatore una percezione completa del tempo e del proprio corpo, da vivere con tutti i sensi. La musica è al centro della mostra proprio perché la mostra stessa è pensata come un brano musicale e per questo, proprio come una canzone, The Concert ha un inizio e una fine. Negli ultimi anni Latifa Echakhch si è interessata particolarmente di musica, di come funzioni, prendendo lezioni di pianoforte, studiandola. E ora tutto questo si è riversato nel progetto pensato per Swiss Arts Council Pro Helvetia del Padiglione della Svizzera, attraverso il linguaggio dell’armonia e della dissonanza, per creare un sovrapporsi di sentimenti di aspettativa, di appagamento e di svanimento. “Vogliamo che il pubblico lasci l’esposizione con la stessa sensazione di quando si esce da un concerto”, dice Latifa Echakhch. “Che senta l’eco di questo ritmo, di quei frammenti di memoria”. L’esposizione sarà accompagnata da un vinile e da un libro che riflettono le discussioni che hanno guidato il progetto.
IL PADIGLIONE SAN MARINO ALLA BIENNALE ARTE DI VENEZIA 2022
Tra gli 8 artisti invitati ad esporre le loro opere all’interno del Padiglione della Repubblica di San Marino c’è anche l’artista e musicista Roberto Paci Dalò che lavorerà insieme all’artista Nicoletta Ceccoli a un progetto fatto di volti, disegno e suono, dal titolo Risvegli, all’interno del più ampio progetto Postumano Metamorfico, in riferimento alla naturale tensione dell’uomo verso il futuro, tra possibili trasformazioni e nuove forme di esistenza e coesistenza. “Costruire luoghi da attraversare e abitare è alla base del mio lavoro. Per far ciò utilizzo disegno e suono”, spiega Paci Dalò. “Il buio è sovente punto di partenza: una selva oscura, luogo di metamorfosi, trasformazioni, mutazioni e narrazioni. Tra luce e oscurità si snoda un percorso iniziatico dove si incontrano l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande per attraversare un tempo del sogno (dreamtime) e i suoi rituali”. Quello che si vedrà nel Padiglione sammarinese saranno dunque “fiabe alchemiche come dispositivi sensoriali e sinestetici nei quali il suono e l’ascolto costruiscono l’architettura acustica che predispone l’accesso a un mondo capace di evocare il mito presente nel nostro quotidiano”, racconta ancora Paci Dalò. “Un mondo che non si compone di oggetti ma di flussi che ci penetrano e che penetriamo, di onde a intensità variabile e in perpetuo movimento. Conoscere il mondo significa respirare, respirare significa assaporare il mondo. Un dialogo interspecie dove si ritrovano umano, vegetale, animale e minerale, all’insegna della mescolanza. Una “plurifonia”, come direbbe Adriana Cavarero, nella quale appaiono sguardi e volti che indagano la raffigurazione dell’arte di ogni tempo. ‘What right do I have to be in the woods, if the woods are not in me?’ (John Cage)”.
IL PADIGLIONE AUSTRALIA ALLA BIENNALE ARTE DI VENEZIA 2022
Desastres è il titolo del progetto che rappresenta l’Australia alla Biennale di Venezia. Concepito dall’artista e musicista noise italo-australiano Marco Fusinato, figlio di emigrati veneti in Australia, è un progetto acustico sperimentale che sincronizza il suono con l’immagine e trasforma per la prima volta il padiglione australiano, situato negli storici Giardini della Biennale, nella sede di una performance dal vivo. Fusinato si esibirà, infatti, live nel padiglione – durante gli orari di apertura della Biennale, per un totale di 200 giorni – utilizzando una chitarra elettrica, come generatore di segnale nell’amplificazione di massa per improvvisare lastre sonore di intensità discordanti che innescano un diluvio di immagini. L’esperienza totalizzante che ne risulta è aperta al pubblico: a lui il compito di interpretare e darne un senso. “La mia idea di attivare il pubblico è di ricordare loro che sono vivi. Che hanno un polso, un ritmo”, dice Fusinato. “Il mio lavoro inizia sempre con qualcosa che voglio sperimentare“.
EVENTO COLLATERALE DEL CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE DELLA CULTURA ARMENA (CSDCA)
È, invece, un Evento Collaterale della Biennale Arte 2022 il progetto Angels Listening dell’artista newyorchese Rachel Lee Hovnanian, presentato alla Biblioteca Zenobiana del Temanza e nel suo giardino a Dorsoduro, storico edificio veneziano del XVIII secolo, che dal 1991 è sede del CSDCA. Concepita come uno spazio meditativo, immersivo e sonoro, L’installazione è composta da sette angeli, come le sette note musicali, resi muti da Hovnanian, per rappresentare la soppressione della verità e offrire una riflessione sul ruolo dell’arte in questa congiuntura storica e sociale senza precedenti. Poi, un atto performativo catartico, ne libererà la voce repressa. “Il modo in cui oggi percepiamo il mondo e ci connettiamo l’un l’altro è stato profondamente alterato dal recente allontanamento sociale imposto dalla pandemia globale così come dalla natura polarizzata dei sistemi politici e culturali del nostro tempo, che ha sancito il dominio della tecnologia e dell’alienazione sulla fede e sulle esperienze comuni”, spiega Rachel Lee Hovnanian. “Angels Listening offre uno spazio che trasforma centinaia di voci silenziate in un coro di confessioni, dimostrando la liberazione associata alla catarsi e la sacralità dei luoghi di meditazione nei momenti d’isolamento condiviso“.
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