Arte e musica. Intervista a Oliver Ackermann della band A Place to Bury Strangers

I legami tra arte e musica sono moltissimi e spesso non evidenti. Ne abbiamo parlato con Oliver Ackermann della band statunitense A Place to Bury Strangers

Oliver Ackermann (Allentown, 1976) è un chitarrista e cantante statunitense, fondatore della band noise rock A Place to Bury Strangers. Cresciuto in Minnesota e Virginia, ha studiato design industriale a Rhode Island e ha avviato a Brooklyn nel 2002 Death by Audio, società produttrice di pedali con effetti per chitarra (tra i suoi clienti, celebri band come gli U2 e i Nine Inch Nails), nonché spazio dedicato alla musica e alle arti. Nel 2003 ha fondato A Place to Bury Strangers, band che negli anni ha cambiato più volte formazione sino agli attuali John e Sandra Fedowitz, che lo affiancano rispettivamente al basso e batteria (John Fedowitz era stato un componente della prima band fondata da Ackermann nel 1995).
Tra i suoi musicisti di riferimento Ackermann cita i Velvet Underground (Lou Reed e John Cale) e gli Stooges (Iggy Pop), e la band irlandese shoegaze My Bloody Valentine. Il sound del gruppo, anche conosciuto come APTBS, è influenzato da psichedelia rock, noise, shoegaze e space rock.

LA STORIA DI A PLACE TO BURY STRANGERS

Gli APTBS vengono definiti la band “più rumorosa” di New York per l’alto volume dei loro suoni e il caos generato nei loro concerti. La band raggiunge ottimi consensi esibendosi alla celebre Webster Hall di New York nel 2006 insieme The Brian Jonestown Massacre, e nel 2007 con The Jesus and Mary Chain, e viene presto riconosciuta come una delle migliori band alternative di New York da importanti testate come il Washington Post e il New York Times. Sempre nel 2007 affiancano il tour della band rock americana Black Rebel Motorycle Club, mentre nel 2008 aprono alcune date dei Nine Inch Nails e supportano il tour americano ed europeo della band indie rock americana MGMT. Nel 2009 il secondo album viene pubblicato con l’etichetta indipendente britannica Mute Records, passeranno poi all’etichetta indipendente americana Dead Oceans con la pubblicazione di tre album. Nel luglio 2021 è uscito l’EP Hologram, prima release della neonata Dedstrange Records, etichetta fondata dallo stesso Ackermann, che lo scorso febbraio ha pubblicato il nuovo album See Through You, nato in un momento di dolore legato al fatto che la band si stava sciogliendo (per poi cambiare formazione) e alla pandemia, che rapidamente sembrava cambiare New York (e il mondo). Per il lancio dell’album, Ackermann si è affidato a registi dediti alla cinematografia di genere horror, che hanno confezionato i relativi video musicali. Fino al 27 marzo 2022 la band è in tour in Italia.

A Place To Bury Strangers. Photo by Ebru Yildiz

A Place To Bury Strangers. Photo by Ebru Yildiz

INTERVISTA A OLIVER ACKERMANN

La tua definizione di arte.
L’arte è così vaga. Può essere facile persuadere le persone in tal senso se si tratta, per esempio, di un dipinto o di una scultura o di un’opera fatta per concentrarsi sulla bellezza o per stupire chi guarda. L’arte può anche essere una vera merda, un abbaglio, un prodotto digitale o qualsiasi altra cosa, ma se nessuno la riconosce come tale, non verrà considerata e quindi la parola non funziona come definizione. Penso che molta arte interessante sia una sorta di estremismo che contiene alcune verità assolute e può dirsi veramente buona solo se è intenzionale.

La tua definizione di musica.
La definizione di musica può essere la stessa di arte, come se fosse una sua sottocategoria che ha a che fare specificatamente con le onde sonore. Penso che la caratteristica veramente interessante della musica sia che non puoi vederla e non puoi toccarla. È un po’ come un libro, in cui immagini i personaggi e le scene, ma non li vedi mai. La musica può guidarti ed essere una colonna sonora per i tuoi stati d’animo e per accompagnare ciò che stai facendo. E’ estremamente potente ed è per questo che la buona musica dovrebbe essere gustata come un’ispirazione per la nostra vita.

ARTE E MUSICA SECONDO OLIVER ACKERMANN

Ti definisci un “artista”?
Non direi. Per me un artista è qualcuno che sta creando opere di cui possano godere gli altri, e per qualche strano motivo non riesco davvero a immaginare che le persone possano godere delle opere che sto creando. È come se non potessero vederle e solo io fossi connesso profondamente con esse.

L’opera di arte visiva che più ami.
Non è una domanda a cui posso rispondere. Amo così tante cose, principalmente l’arte moderna, ma mi piace essere lì e vederla davvero. Brady di Panther Modern ha prodotto un lavoro incredibile.

La canzone che più ami.
Anche questa è una domanda difficile poiché ciò che voglio ascoltare cambia nel tempo. Ho appena sentito la band Dummy e hanno un sound davvero interessante.

I tuoi recenti progetti.
Sto lavorando su alcuni diversi dispositivi di riverbero, alcuni preamplificatori, filtri, manipolatori d’onda, modi per controllarli e combinazioni tutti etichettati sotto Death By Audio. Ho lavorato per pubblicare alcuni musicisti incredibili su un’etichetta discografica che i miei buoni amici Steven Matrick e Mitchell O’Sullivan hanno iniziato a chiamare Dedstrange. Stiamo anche pubblicando i nuovi dischi di A Place To Bury Strangers. Ho registrato molte canzoni e alcuni remix per altri artisti. Abbiamo appena iniziato un tour e ho disegnato molte magliette, poster, ecc., ho costruito alcuni sintetizzatori, effetti, scritto alcune nuove canzoni, molti piani e mappe per gli spettacoli e, naturalmente, ho lavorato al mio libro di barzellette.

Un ricordo della tua vita.
Ricordo uno degli ultimi giorni nello spazio di Death By Audio, quando con Matt ed Edan siamo arrivati e il nostro amico Zan, che era sulla porta del locale, ci chiese se potevamo andare ad aiutare altre persone nel retro. Quando siamo tornati all’ingresso e siamo entrati, c’erano un sacco di persone che hanno urlato “sorpresa”, ricordo che mi sono guardato intorno e ho pensato “oh wow è il compleanno di qualcuno o qualcosa del genere e me ne sono dimenticato?” No! Era una festa per noi tre per aver reso possibile tutto questo. C’era una torta e qualcuno aveva fatto delle magliette, è stato un gesto così gentile e incredibile che conserverò il ricordo per sempre. Grazie davvero a tutti.

Samantha Stella

https://www.aplacetoburystrangers.com/

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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