Musica al Polo ‘900 di Torino: il Fondo Ezio Bosso trova casa in città. Presto mostre e concerti
L’archivio del compositore e musicista torinese morto due anni fa si trova ora nella sua città natale, negli spazi del Centro culturale nei Quartieri juvarriani. Da qui partiranno progetti per i giovani ispirati al suo pensiero
Ezio Bosso ha trovato casa a Torino. L’immenso archivio del geniale e sensibile compositore e musicista torinese morto due anni fa si trova ora nella sua città natale, negli spazi del Polo ‘900, il grande Centro culturale nei Quartieri juvarriani dove studiare, leggere, vedere mostre. “Una scelta non scontata se si pensa al rapporto problematico e intermittente con Torino, ma sempre presente nella sua vita”, afferma Alessandro Bollo durante la sua ultima conferenza stampa da direttore del Polo ‘900: dal 1 aprile gli subentrerà Emiliano Paoletti. “A pochi passi da qui ci sono Piazza Statuto, dove si ritrovava da ragazzo insieme ai Mods, il teatro Juvarra delle sue prime sperimentazioni con il teatro e la danza, e Palazzo Barolo, presso cui dal 2013 ebbe la residenza permanente d’artista grazie a Catterina Seia”.
IL FONDO EZIO BOSSO AL CENTRO CULTURALE POLO DEL ‘900
Così, per volontà della famiglia, il Fondo Ezio Bosso è affidato al centro culturale Polo del ‘900 e depositato presso l’Istituto Piemontese Antonio Gramsci, esperti di valorizzazione delle personalità più importanti del Novecento e d’attualità. Si tratta di materiali e oggetti che ricostruiscono le tappe più importanti della sua vita, come gli spartiti della Quarta Sinfonia per la Magna Charta delle Università Europee, primo inno ufficiale di questa istituzione (2015). Un importante nucleo è dedicato a The 12th Room, primo disco da solista che gli conferisce il Disco D’oro e il successo presso il grande pubblico, legato anche all’emozionante esibizione, oltre alla lezione umana, di Sanremo 2016. Ci sono anche quaderni di poesie e pensieri sulla sua musica come Split, Postcards from far away (the tea room), inno alla speranza ispirato ai ricordi di un veterano di guerra. E poi omaggi di registi come Gabriele Salvatores, per il quale compone le colonne sonore di Io Non ho Paura (2003), Quo Vadis Baby? (2005) e Il Ragazzo Invisibile (2014); e di artisti visivi come David Tremlett che gli dedica la scritta I will never, never, never forget your performance e la scultura in bronzo delle sue mani.
IL FUTURO DELL’ARCHIVIO DI EZIO BOSSO
“Sono documenti e oggetti che possono legittimare progetti fatti a suo nome”, interviene la sorella Ivana Bosso che anticipa la destinazione futura dell’Archivio. Torino e il Polo del ‘900 sono, infatti, il punto di partenza per fare in modo che Ezio Bosso continui a ispirare le generazioni future. Sotto questa spinta, a maggio, in occasione dell’anniversario della morte, prendono il via una serie di iniziative dedicate al Maestro tra cui l’esposizione inedita al Polo del ‘900 di alcuni materiali tratti dal Fondo. Con la Filarmonica TRT, invece, il maestro Michele Gamba dirige l’orchestra in un concerto commemorativo al Teatro Regio di Torino con composizioni di Ezio Bosso e altrui, per la divulgazione della musica classica (16 maggio). “Per fare in modo che Ezio Bosso continui a parlare alle persone abbiamo pensato di ospitare al Polo un’esposizione inedita di alcuni oggetti significativi tratti dal Fondo”, conclude Emiliano Paoletti, futuro direttore del Polo del ‘900. “Il fulcro centrale sarà dedicato a ‘The 12th room’ una tra le più affascinanti immagini che Ezio Bosso ci ha lasciato. In quei giorni al Polo si terranno anche attività dirette ai giovani completate dal racconto di chi Ezio l’ha conosciuto”.
-Claudia Giraud
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