Il film su Elvis. Il re del Rock’n’Roll raccontato da Baz Luhrmann
Austin Butler e Tom Hanks sono le persone centrali di un film che evoca il sogno americano attraverso l’ascesa e il disincanto del percorso artistico di Elvis Presley. Dal Festival di Cannes alla sala e con molta probabilità ai prossimi Premi Oscar
Elvis non è solo la storia di Elvis Presley. È la storia del Re ma anche di colui che lo ha creato e usato fino all’ultima goccia di sudore, il colonnello Tom Parker. È lui la porta di ingresso del film diretto da Baz Luhrmann e nelle sale cinematografiche italiane dal 22 giugno con Warner Bros. Tom Parker, nella sua finta identità, era un imbonitore in cerca di un artista che infuocasse il palco. Un piccolo uomo che ha avuto una grande fortuna, quella di trovarsi lungo il cammino del giovanissimo e sognatore Elvis. Il film, seguendo la narrazione di Parker, approfondisce le dinamiche più complesse della star. Dal rapporto con la madre al desiderio di un riscatto per il padre, dall’amore per Priscilla a quello ancora più grande per il suo pubblico e per la musica da cui era letteralmente posseduto. Elvis segue un arco temporale di 20 anni, dagli esordi alla fama di Presley fino al suo lento logoramento, sgretolamento e morte. Dalle parole di Priscilla Presley, unica donna che il Re ha sposato: “Questa storia parla della relazione tra Elvis e il colonnello Parker… una storia vera raccontata in modo brillante e creativo che solo Baz [Luhrmann], col suo modo artistico unico, avrebbe potuto realizzare… un regista che ha messo il suo cuore e la sua anima… in questo film. Austin Butler è eccezionale. Tom Hanks è il colonnello Parker”.
LA STAR ELVIS E IL TALENTO DI AUSTIN BUTLER
“Il diciannovenne Elvis Presley ha vissuto per qualche tempo in una delle poche case designate ai bianchi in un quartiere nero di Tupelo, nel Mississippi“, racconta il regista, “dove, insieme a un gruppo di amici della zona, ha assorbito la musica proveniente dai juke-box dei bar e dai raduni Pentecostali. Crescendo, ha fuso queste fonti unendole alla sua passione per la musica country. Parker, che non aveva affatto orecchio musicale, è rimasto totalmente colpito dall’effetto che Elvis aveva sui giovani. Come dice il colonnello nel film, ‘È stato il più grande spettacolo che abbia mai visto’“. Baz Luhrmann porta grande rispetto verso questo personaggio al punto di stare in sottrazione, di non fare prevalere tutti gli elementi del suo cinema ma mettendo sotto la lente cinematografica ogni dettaglio fisico ed emotivo di Elvis. Ad interpretare la star è Austin Butler che non si risparmia in nulla. Si aliena a favore del personaggio di cui è chiamato a vestire i panni mettendo in risalto il suo grande, grandissimo talento fatto di movimenti, gesti, mimica e voce. Dice Luhrmann, “Sapevo che non avrei potuto fare questo film senza un casting appropriato, e abbiamo cercato specificatamente un attore in grado di evocare il singolare modo sensuale di ondeggiare e le qualità vocali di questa star senza pari, ma anche la sua intima vulnerabilità. Avevo sentito parlare di Austin Butler nel suo ruolo di spicco al fianco di Denzel Washington in ‘The Iceman Cometh’ a Broadway, e poi ho ricevuto una telefonata da Denzel, che non conosco personalmente, ma che ha elogiato l’etica lavorativa di Austin. Al seguito di vari provini su schermo e laboratori di musica e performance, sapevo inequivocabilmente di aver trovato la persona giusta per incarnare lo spirito di una delle figure musicali più iconiche al mondo”.
ELVIS ICONA E METAFORA DEL SOGNO AMERICANO
Austin Butler ed Elvis diventano nel film una stessa completa anima. Il lavoro fatto a livello anche di costumi e acconciature rasenta la perfezione. Butler dà nuova vita a un’icona del secolo scorso, una di quelle talmente grandi e immense al punto di conquistare il mondo senza mai uscire dagli USA e in un periodo in cui non esistevano i social network. “Ciò che mi ha sempre affascinato dei personaggi iconici, è il fatto che prima di tutto sono esseri umani. Elvis è stato il primo, in un certo senso, a rappresentare l’emblema di un ragazzo che viene dal nulla e che poi diventa l’uomo più famoso del pianeta. È il sogno americano”, afferma Austin Butler. “Inoltre, ha incarnato così tante epoche che sembra aver vissuto 100 anni; è incredibile che invece ne abbia vissuti solo 42”. E sia su Butler che su Elvis continua Luhrmann: “Austin ha intrapreso un viaggio straordinario per interpretare Elvis ma, soprattutto, per mettere in luce l’essere umano. Allo stesso modo in cui Marilyn Monroe non è solo una star del cinema – incarna un tempo, un luogo, una sensibilità, una simbologia – anche Elvis non è un artista comune. In un lampo è passato dall’essere un camionista a diventare l’uomo più famoso del mondo. Inizialmente ottiene notorietà nel sud degli Stati Uniti, e nel giro di un paio d’anni è ospite di ‘Ed Sullivan’, diventando poi il giovane più chiacchierato, più provocatorio, più famoso del mondo e un milionario da un giorno all’altro. Certamente, già prima di Elvis delle celebrità come Sinatra avevano mandato in delirio le donne, ma la popolarità di Elvis è coincisa con l’emergere di una forza di mercato insaziabile di adolescenti, che si ricollegavano direttamente ai loro idoli attraverso la radio e la televisione”.
– Margherita Bordino
https://www.warnerbros.it/scheda-film/genere-biografico/elvis/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati