Elba Isola Musicale d’Europa: il report del festival tra musica, teatro e patrimonio artistico
Dopo l’edizione speciale del venticinquennale, anche quest’anno Elba Isola Musicale d’Europa ha riservato delle sorprese: una nuova orchestra, un omaggio musicale-teatrale a Pasolini e un’immaginifica esibizione jazz
Dopo l’edizione speciale dell’anno scorso, dedicata alla celebrazione dei suoi primi 25 anni di vita, anche quest’anno Elba Isola Musicale d’Europa, rinnovando la sua propensione al connubio tra musica, natura e patrimonio storico-artistico, ha riservato delle sorprese. Innanzitutto un cambio di passo per questo festival internazionale di musica classica e contemporanea che in questa 26esima edizione ha concentrato la maggior parte dei suoi concerti tra l’antica Torre del Martello alla Villa Romana della Linguella e il mare del Golfo di Portoferraio, inaugurando proprio qui un nuovo progetto.
LA NUOVA ELBA FESTIVAL ORCHESTRA
Si tratta dell’istituzione dell’Elba Festival Orchestra, una formazione sinfonica internazionale di 40 elementi con musicisti di ben 16 nazioni diverse, comprendente sia solisti affermati che giovani emergenti: un’ottima vetrina per gli esordienti e, allo stesso tempo, il valore aggiunto di un’orchestra capace di arricchire la programmazione del festival, solitamente votata alla musica da camera con esibizioni di terzetti, quartetti o ensemble, con la potenza della sinfonia. “Da quest’anno parte questa nuova iniziativa”, ci ha spiegato il direttore artistico dell’Elba Music Festival, il pianista russo George Edelman, suo fondatore nel 1997 insieme a Yuri Bashmet e all’allora Assessore alla Cultura del Comune di Portoferraio Massimo Scelza nell’appena restaurato Teatro dei Vigilanti di Portoferraio, fatto costruire da Napoleone durante il suo esilio sull’isola d’Elba. “Sarà un’orchestra stanziale qui all’Elba che si esibirà in occasione del festival, anche se sono benvenute trasferte nel corso dell’anno, con un intento soprattutto didattico: ai nostri affezionati solisti già affermati che parteciperanno di anno in anno in base alle loro tournée, si affiancheranno, come è già avvenuto quest’anno, i direttori delle migliori scuole di conservatorio di tutta Europa insieme ai loro allievi più promettenti”.
I CONCERTI DI ELBA ISOLA MUSICALE D’EUROPA
L’esordio è avvenuto nel segno della Sinfonia n. 3 D 200 di Franz Schubert, composta nell’estate del 1815, pochi mesi dopo il diciottesimo compleanno dell’autore: una melodia sognante che ben si sposava con l’atmosfera che si respirava nei pressi del porto al calare del sole, tra fiati e archi. Il concerto alla Villa Romana della Linguella, per non venire meno all’anima cameristica del Festival elbano, è stato aperto da Arboreto salvatico, brano per due violoncelli del siciliano Giovanni Sollima ispirato all’omonima raccolta di ritratti arborei di Mario Rigoni Stern e proposto nell’esecuzione di Giovanni Gnocchi e Raphael Bell: una riflessione in musica sull’ambiente, sul clima, al quale Sollima non è nuovo e che, come per l’autore, il racconto di un elemento naturale è solo lo spunto per raccontare se stessi.
IL CONCERTO-SPETTACOLO IN OMAGGIO AL CENTENARIO DALLA NASCITA DI PASOLINI
La sera successiva è stata un tripudio di emozioni, scaturite dall’omaggio a Pier Paolo Pasolini nel centenario dalla nascita, in forma di spettacolo multidisciplinare con musiche strumentali, corali e letture ad opera di due voci recitanti, con protagonista il Coro del Friuli Venezia Giulia. Il concerto-spettacolo, dal titolo Mio fratello partì in un mattino muto… Pierpaolo e Guido, ha rievocato il rapporto tra Pasolini e suo fratello Guido, diventato partigiano appena diciottenne e ucciso dai nazifascisti, attraverso il giusto equilibrio tra parti recitate e musiche di autori cari allo scrittore, poeta e regista, come Bach, Luigi Nono per il dramma teatrale I Turcs Tal Friul, scritto da Pasolini nel 1944, o Giovanna Marini, iconica figura della “canzone di protesta”. Ma su tutti ha colpito il brano commissionato dal festival alla compositrice e pianista siciliana Virginia Guastella, nonché direttrice della prima edizione di UOF – Urban Opera Festival andato in scena a Bologna in primavera: una composizione molto visiva e marinettiana, con un crescendo di suoni onomatopeici a caricare di pathos la composizione. “La commissione prevedeva che lavorassi sul senso della “perdita” che ha toccato Pasolini durante la sua vita, dalla morte del fratello in avanti”, confida Guastella. “In quanto amante della poesia italiana di quel periodo ho voluto usare testi da diverse sue opere poetiche che mi permettessero di far trasparire dal lavoro musicale un Pasolini non solo poeta, ma anche regista e attento osservatore della realtà popolare. Per tale ragione questo brano contiene parti in cui il coro recita, lavora sulle parole come “suoni” – i rumori del quartiere di Roma così a lui familiare- alternate a sezioni interamente cantate. Il tutto fino alle ultime battute, in cui ho voluto inserire un inno alla vita come mio personale e sentito omaggio ad un grande artista privato della vita prematuramente”.
IL CHITARRISTA JAZZ LIONEL LOUEKE ALLIEVO DI HERBIE HANCOCK A CAPOLIVERI
Non solo musica classica: il festival ha riservato anche una finestra sulla musica jazz andata in scena al cinema Teatro Flamingo di Capoliveri (location sostitutiva dell’anfiteatro La Vantina a causa del maltempo). Qui si è svolto il concerto imperdibile di uno dei chitarristi più creativi del momento, che unisce il tropicalismo brasiliano alla Caetano Veloso ai ritmi percussivi africani: Lionel Loueke. Originario del Benin, il chitarrista e anche cantante è stato allievo del grande pianista Herbie Hancock e attualmente è membro della Herbie Hancock touring band. Proprio al suo mentore è dedicato il suo ultimo album dal titolo HH, pubblicato dall’inglese Edition Records che ha riproposto durante il live all’Elba: prendendo a prestito le composizioni più famose di Herbie Hancock (tra cui Cantaloupe Island, Watermelon Man e Rock It), Loueke ha impresso loro il suo suono personale, molto ritmato sia dal suono della voce che dalla percussione delle dita sulla cassa della chitarra.
– Claudia Giraud
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