Musica elettronica al Monk di Roma: c’è il festival Manifesto
Uno dei locali di punta della scena musical-culturale di Roma ha accolto la nuova edizione di Manifesto, il festival di musica elettronica tutto da ballare. Ecco com’è andata
Ormai da diversi anni il festival Manifesto è un’occasione per poter ascoltare (e ballare) bella musica elettronica, e non scontata. Una rassegna che, pur essendo sensibilmente cresciuta nel corso del tempo in termini di pubblico e di visibilità, resta una realtà piccola (per numero di esibizioni, spazi utilizzati…), un’espressione tra le più felici di quel tessuto di piccoli e medi festival che caratterizza la scena della musica “ballereccia” nel nostro Paese, meno dotato di altri di eventi mastodontici (la propensione alla piccola e media impresa colpisce ancora?).
L’EDIZIONE 2022 DI MANIFESTO AL MONK DI ROMA
Dopo l’anteprima, giovedì 10 novembre, al Palazzo delle Esposizioni, con le performance di Arssalendo e Fukinsei, l’edizione di quest’anno, dal titolo archeologico di Ipogeo 2022, ha avuto luogo, come di consueto, venerdì 11 e sabato 12 novembre, al Monk, locale tra i più apprezzati della scena culturale e notturna di Roma Est, esponente di punta di un favoloso “Portonaccio District” che non è mai decollato e forse non è nemmeno mai esistito.
In entrambe le serate l’ampia sala del locale romano è stata gremita di pubblico, ma entro i limiti della praticabilità; un parterre variegato per stile e per età (non sono mancate le teste pelate). La sala era immersa nella semioscurità (che è, tendenzialmente, la condizione migliore per le danze “a cassa dritta”); le luci e i visual, quando c’erano, rischiaravano soltanto il palco e le sue immediate adiacenze. Anzi, i palchi: nella sala ce n’erano due, posizionati alle estremità opposte del vasto ambiente, e finito un set bastava voltarsi e fare qualche passo per iniziare subito un nuovo viaggio musicale (senza voler paragonare tra loro realtà imparagonabili e senza nulla togliere al Club To Club di Torino, quanto è stato più pratico questo semplice voltarsi, rispetto alle processioni, e ai conseguenti tempi morti, per andare da una sala all’altra dell’evento torinese di scena al Lingotto?).
I PROTAGONISTI DEL FESTIVAL MANIFESTO 2022
Nella serata di venerdì, dopo un Capibara sprizzante energia da ogni singolo poro, è salita sul palco Loraine James, che non ha deluso le attese, proponendo un live set non facile, ma mai criptico, caratterizzato da ritmi frenetici e spesso poco lineari, ma quasi mai a discapito della ballabilità: un “suonar disgiunto”, per dirla con Tasso, che nella seconda parte dell’esibizione si è aperto in una dimensione più “comoda”, e tuttavia mai banale. Bello anche il live immediatamente successivo di Christian Löffler, dal carattere molto diverso, più disteso e sognante, con un percorso che è andato in direzione opposta a quello di James, diventando più burrascoso col trascorrere dei minuti. Di grande impatto anche, nella serata successiva, i live set di Gold Panda, che ha trascinato il pubblico con la sua elettronica melodica, e di Indian Wells, in bilico tra atmosfere oniriche e i decisi impulsi ritmici della batteria e della drum machine. Chiusura della serata, in scioltezza, affidata agli Ivreatronic.
Fabrizio Federici
https://www.manifestofest.com/
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