C’mon Tigre e l’album ispirato da un fotoreporter
Cosa succede quando un celebre duo musicale incontra un altrettanto famoso fotoreporter? La risposta è nell’album “Scenario” dei C’mon Tigre, ispirato agli scatti di Paolo Pellegrin
Non succede spesso che un intero album tragga ispirazione per la sua musica da un unico artista. Nel terzo lavoro di C’mon Tigre è andata proprio così. Il duo italiano, abituato a circondarsi di musicisti e artisti nazionali e internazionali per coinvolgerli nell’interpretazione visiva dei propri brani a cavallo tra jazz, soul, black e afro-beat, questa volta ha costruito uno Scenario a partire dall’immaginario fotografico di Paolo Pellegrin: il suo libro di scatti più significativi è presente nella special edition del vinile.
“In un periodo di immobilità come quello che abbiamo appena vissuto, in cui non era possibile viaggiare”, ci spiegano i C’mon Tigre, “abbiamo guardato il mondo attraverso gli occhi di Paolo, un grandissimo regalo per noi che siamo abituati a raccogliere frammenti di realtà per strada su cui scrivere”. Il racconto per immagini di vite spezzate – dalla guerra o dalla pandemia – del grande fotoreporter della Magnum Photos è stato il detonatore di sonorità elettroniche profondamente contaminate, nelle atmosfere e nelle strumentazioni. “Ci siamo trovati di fronte a un’umanità in una delle sue forme più autentiche e abbiamo iniziato a plasmare la scrittura osservando attentamente, immaginando la vita attorno alle persone ritratte negli scatti di Pellegrin, riflettendo sul contesto. È stato un processo intenso, dentro abbiamo trovato tutto, la gioia, la fratellanza, il rispetto, la speranza ma anche la rabbia, l’ingiustizia, la tragedia. Tutto quello che ci caratterizza come esseri umani”.
L’ALBUM SCENARIO DI C’MON TIGRE
Ne sono nate dodici tracce dai suoni eterogenei, ma dall’anima jazz sempre in sottofondo (Migrants su tutte, suite strumentale direttamente ispirata a un reportage sulla Libia), realizzate in collaborazione col fotografo romano che da sempre vive e testimonia tematiche che riguardano condizioni di vita, di povertà, di dolore e di violenza, da un punto di vista antropologico. Anche quando il soggetto è il cambiamento climatico, come nella recente mostra nella sede torinese delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, dove era comunque centrale il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente naturale.
“Paolo ci ha permesso di entrare nel suo archivio, più di trent’anni di lavoro, abbiamo assieme selezionato il materiale, ci siamo confrontati molto, anche su come impaginare il libro. Rimane uno dei lavori più densi che abbiamo mai fatto e per la prima volta abbiamo voluto confrontarci con tematiche molto più grandi noi, su cui in passato non ci eravamo mai esposti: le migrazioni, le minoranze, problemi sociali, scenari di guerra. Il rispetto che abbiamo per il lavoro di Paolo e di questo album è immenso, ringraziamo il fato che ci ha fatto incontrare”, concludono i C’mon Tigre.
Claudia Giraud
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #68
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati