50 anni di Pollution: la voce di Battiato per la Terra

Usciva nel gennaio del 1973 il secondo album di Franco Battiato, una profonda riflessione sugli effetti dell’inquinamento ambientale causato dall’umanità. Mezzo secolo dopo, l’album si rivela quanto mai attuale


Gli Anni Settanta sono stati un decennio caratterizzato da un profuso impegno civile, spesso anche con mezzi assai radicali, ma è indubbio che molte grandi questioni furono sollevate allora per la prima volta. Fra queste, la necessità di proteggere l’ambiente dall’inquinamento. Con il suo secondo album dall’emblematico titolo Pollution (“inquinamento”), Franco Battiato (Ionia, 1945 ‒ Milo, 2021) fu tra i primi artisti, sulla scia di Adriano Celentano, a riflettere sulle conseguenze di stili di vita troppo impattanti sull’ecosistema. L’album uscì per Bla Bla, etichetta indipendente milanese attiva fra il 1970 e il 1976 che, prima di essere assorbita dalla Ricordi, ebbe in catalogo Battiato e fu un punto di riferimento per diversi gruppi al di fuori del mainstream, fra cui gli Aktuala e gli Osage Tribe, con cui nel 1970 aveva brevemente collaborato lo stesso cantautore siciliano. Un album che dimostra la sensibilità di Battiato per i grandi temi sociali, in un momento in cui l’ecologia cominciava timidamente a occupare il dibattito quotidiano.

Franco Battiato all'inizio degli Anni Settanta

Franco Battiato all’inizio degli Anni Settanta

L’ALBUM POLLUTION DI BATTIATO

Inserito nella lista dei cento migliori album del progressive rock italiano e molto apprezzato anche da Frank Zappa, Pollution si inscrive nel solco dei grandi concept album, e per combinazione il 1973 vide anche l’uscita di un altro caposaldo del genere, The Dark Side of the Moon, di cui avremo occasione di riparlare.
Quello di Battiato è un album dal suono visionario che inframezza Strauss alla musica elettronica e al rock sperimentale, dal suono aggressivo e a tratti volutamente disturbante. Colonna portante dell’album la suite Pollution, e il brano Beta; la prima accompagna l’ascoltatore nel cuore del “rumore della Terra”, fra silenzi e suoni dei vari ambienti biologici, un affresco sonoro per dipingere idealmente l’immensità dell’ecosistema.
Beta, invece, prende il titolo dall’antico termine fenicio beth che significa “casa”, e suggerisce l’idea delle profonde connessioni (che sfuggono a occhio nudo) fra i vari organismi sulla Terra, i quali spesso vivono in simbiosi; emblematica la domanda “Dentro di me vivono la mia identica vita dei microrganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io a quale corpo appartengo?”. Sullo sfondo, l’idea che il pianeta sia la casa comune, l’unica che abbiamo a disposizione. Emblematica, anche per i suoi riferimenti letterari, il secondo brano del lato A, 31 dicembre 1999 ‒ ore 9, dove la traccia sonora rimanda alla potenza di un’esplosione di portata cosmica che distrugge il pianeta e l’umanità; la stessa esplosione immaginata da Italo Svevo chiudendo La coscienza di Zeno.
Pollution è un viaggio fra gli ingranaggi dell’ecosistema, tra fenomeni fisici e delicatissimi equilibri naturali, un viaggio da compiere con rispetto e senso di meraviglia, ma anche una riflessione sulla necessità di limitare l’impatto delle attività umane.

La copertina di Pollution, 1973

La copertina di Pollution, 1973

L’APPELLO DI FRANCO BATTIATO ALLA RESPONSABILITÀ

La riflessione di Battiato va però assai oltre la “semplice” questione dei danni causati dall’inquinamento; l’artista cerca infatti di risalire alla sostanza di ciò che è minacciato dall’inquinamento, e cioè una complessa rete di ecosistemi umani, animali, vegetali, marini, terrestri, che sta appunto alla base della vita sulla Terra. Chiave di volta del ragionamento di Battiato, infatti, è la domanda che ritorna in chiusura di diversi brani (e dà il titolo allo strumentale di chiusura del lato B), rivolta direttamente a chi ascolta: “Ti sei mai chiesto quale funzione hai?”. Una domanda che implica l’accettazione di un ruolo responsabile nei confronti dell’ecosistema, perché a ben guardare l’individuo è soltanto un ingranaggio di un universo assai vasto e complesso, e il suo agire non è mai senza conseguenze.
I sette brani (tranne Pollution) sono caratterizzati da testi brevi o brevissimi dove spicca un rigoroso linguaggio scientifico funzionale alla riflessione sull’inevitabile catastrofe ecologica. Battiato si conferma un intellettuale prestato alla musica, che all’eleganza delle melodie unisce la profondità dei testi, ma come tutti gli intellettuali è stato poco ascoltato.

Attiviste indiane del movimento Chipko, 1973

Attiviste indiane del movimento Chipko, 1973

I PIONIERI DELL’ECOLOGIA

Dopo la nascita del WWF nel 1961, gli Anni Settanta videro un considerevole aumento dei movimenti organizzati per la difesa dell’ambiente, segno che la questione stava cominciando ad assumere una presenza sempre maggiore nel dibattito quotidiano. Fra le esperienze più importanti, in Canada, nel 1971, viene fondato Greenpeace, in Germania la Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschland nasce nel 1975, mentre fra i primi partiti politici di orientamento ecologista ci fu il Green Party, nato in Gran Bretagna nel 1973. In Italia, invece, il 1978 vede la nascita di Amici della Terra (seguito poco dopo da Legambiente). Anche il “Sud del mondo” sceglie di combattere per il pianeta, e lo fa spesso con un punto di vista più ampio, poiché i movimenti ecologisti si fondono con quelli per i diritti dei contadini, delle donne, delle minoranze etniche che vedono distrutto il loro habitat naturale in nome dello sfruttamento economico. Fra le esperienze più radicate, il movimento Chipko, fondato nel 1973 nella regione himalayana di Uttarakhand, in India, che si batte contro il degrado delle foreste ed è ancora oggi un simbolo dell’eco-femminismo e dell’eco-socialismo. L’eco-femminismo era a sua volta nato negli Anni Sessanta fra Europa e Stati Uniti, e si consolidò appunto negli Anni Settanta, indagando le implicazioni della mentalità della società patriarcale nello sfruttamento e nello sterminio degli animali, così come delle risorse naturali. Una lotta alla quale anche Battiato ha voluto prestare la sua voce.

Niccolò Lucarelli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più