50 anni di The Dark Side of the Moon, il capolavoro dei Pink Floyd
Pubblicato il 1° marzo 1973 in anteprima mondiale negli Stati Uniti, e ancora oggi fra i più acclamati dalla critica, questo concept album dei Pink Floyd riflette sulle fasi dell’esistenza umana e sull’avidità che spesso la contraddistingue. Fra rock progressivo, jazz e musica concreta
L’Europa e il mondo del 1973 sono profondamente cambiati rispetto al 1967, quando i Pink Floyd si formarono in piena stagione psichedelica e idealismo hippy. Adesso molte illusioni si sono dissolte, i sognatori di un tempo sono diventati adulti e devono fare i conti con una realtà che non sono riusciti a rendere migliore. Specchio di una società che si radicalizza, nasce il rock progressivo, colonna sonora ideale per dare forma alle spigolosità e alle frustrazioni di un’umanità che ha fallito molti dei suoi obbiettivi. Dopo il poco convincente Obscured by Clouds (sound track del film La Vallée di Barbet Schroeder), il gruppo londinese tornò al lavoro per completare un’idea cui Roger Waters aveva cominciato a pensare già nel 1971; infatti, prima di essere registrato negli studi di Abbey Road nel 1973, The Dark Side of the Moon nacque nel corso di alcune sessioni tenute fra il 1971 e il 1972 in una sala prove ai Decca Studios a Broadhurst Gardens e in un magazzino vittoriano in disuso al 47 di Bermondsey Street, a sud, che era la sala prove dei Rolling Stones. Le sessioni in studio furono intervallate da concerti dal vivo in cui presentare al pubblico i nuovi bravi a mano a mano composti, e capire se quella era la direzione giusta.
L’album nacque, in un certo senso, in mezzo ai fan, e poiché la Gran Bretagna stava attraversando un momento di forte recessione economica, Waters colse l’occasione per riflettere su temi quali il conflitto interiore e sociale, l’avidità, lo scorrere del tempo, la morte e il disagio mentale.
THE DARK SIDE OF THE MOON DEI PINK FLOYD
Aperto e chiuso da campionature del battito cardiaco umano, The Dark Side of the Moon cavalca la spontaneità, l’incertezza e le pressioni della vita che pulsa incessante, con il suo carico di stress e nevrosi. Un carico suggerito dall’inserimento nelle varie tracce ‒ grazie all’attento lavoro di produzione di Alan Parsons ‒ di suoni e rumori che sono diretta espressione della vita quotidiana: tintinnio di monete, orologi che ticchettano, elicotteri che volteggiano nel cielo. Ma l’album non è un’immersione nel caos, è anzi trascendentale, si sviluppa su più dimensioni spaziali, e accompagna l’ascoltatore in una passeggiata nelle profondità siderali, nel flusso di coscienza di joyciana memoria, dà forma all’istinto di fuga da una società costrittiva, ma, a differenza di quanto accadeva nel decennio precedente, il messaggio finale non è completamente positivo. Il lato oscuro della Luna, cui fa riferimento il titolo, è la metafora del lato oscuro di ogni essere umano, un lato non necessariamente sempre pericoloso, ma sicuramente poco gradevole.
Fra i brani più significativi, Money è una caustica invettiva contro il capitalismo e l’avidità da esso generata; stigmatizzando il denaro, il brano attacca il materialismo imperante che ha eroso la spiritualità dell’essere umano. Roger Waters, autore di tutti i testi dell’album, rende anche un omaggio a Corri, Coniglio, il romanzo di John Updike che disserta sulla noia di un’esistenza borghese nella provincia americana; nel brano Breathe (In The Air), la quartina Corri, corri coniglio // Scava la tana, dimentica il sole // E quando alla fine il lavoro è finito // Non ti sedere, è ora di scavarne un’altra ironizza appunto sulla routine quotidiana della classe media, schiacciata dal lavoro e dal desiderio di accumulare, già analizzato in Money.
Allontanandosi dal rock progressivo, Us and Them dà spazio a Richard Wright e alla sua formazione jazzistica, mentre il testo, di Waters, si scaglia contro il bellicismo della società del Novecento, i pregiudizi sul colore della pelle e la più generale indifferenza verso gli altri, in particolare i senza tetto, che in quel momento storico stavano drammaticamente aumentando per le vie di Londra. Problematiche che tenta di risolvere Eclipse, traccia finale dell’album che riflette sui concetti di unità e alterità, e invita gli esseri umani a riconoscere la ricchezza della diversità, nonostante la Luna la metta spesso in ombra. Una negatività che però la concordia sociale può spezzare.
LA PRESENZA DI SYD BARRETT
Sebbene fossero passati quasi cinque anni dal suo allontanamento, la presenza di Syd Barrett aleggiava ancora fra i suoi ex colleghi; la commozione per la sua vicenda personale non è probabilmente mai stata metabolizzata appieno dalla band, così come rimane del rimorso per il suo necessario allontanamento. Brain damage affronta il delicato tema del disagio mentale, e in particolare il distico E se la band in cui suoni inizia a suonare canzoni differenti // allora ci rivedremo sul lato oscuro della Luna sembra essere l’auspicio di poter un giorno spiegarsi con l’ex collega, allontanato forse in maniera un po’ troppo brusca in un momento in cui si sentiva particolarmente fragile.
LA COPERTINA STORICA DI STORM THORGERSON
Con testi efficaci pur senza essere troppo profondi, The Dark Side of the Moon è un album che esprime un cauto ottimismo e lascia presagire quelle che saranno le problematiche degli anni a venire. Anche a livello musicale, con le prime concessioni a sonorità commerciali che, per quanto riguarda i Pink Floyd, avrebbero raggiunto il picco sette anni dopo con The Wall. Nella copertina l’album conferma la sua fondamentale attitudine alla sperimentazione: quel prisma che assorbe e ridistribuisce la luce sotto forma di un arcobaleno, ideato da Storm Thorgerson, lascia comunque pensare a un raggio di speranza, a un qualcosa che può nascere dentro l’essere umano e germogliare tutto intorno a beneficio degli altri. Sotto un altro punto di vista, triangoli e piramidi sono forme di “geometria sacra”, che in qualche modo appaiono casualmente nel caos sistematico dell’esistenza quotidiana e talvolta vi portano ordine. Concentrato in appena 42 minuti, The Dark Side of the Moon è ancora oggi rappresentativo dei tempi che viviamo, e segnò uno dei momenti più prolifici della collaborazione fra il chitarrista David Gilmour e il bassista Roger Waters. Purtroppo, a causa del ruolo preminente rivestito da quest’ultimo nella scrittura dei testi, l’album ha segnato l’inizio di una lotta creativa all’interno della band che avrebbe pesantemente influito sugli equilibri interni e sulle relazioni personali fra i membri del gruppo, fino alla clamorosa rottura del 1985. Che le recenti schermaglie non hanno certo contribuito a sanare.
Niccolò Lucarelli
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