Arte e musica. Parola alla pianista sperimentale Naoko Sakata

La pianista giapponese Naoko Sakata unisce improvvisazione, avanguardia e jazz. Le abbiamo chiesto quali sono i suoi riferimenti nel mondo dell’arte e non solo


Naoko Sakata (Nara, 1983), da anni di base in Svezia, è nota per il suo stile difficilmente classificabile all’interno di un genere e una categoria specifici. Figlia di un’insegnante di pianoforte, Sakata ha iniziato a suonare il piano dall’età di tre anni, imitando la musica a orecchio. Maturando negli anni poco interesse verso la lettura degli spartiti e una certa reticenza per schemi e regole, ha prediletto una forma libera e primitiva che l’ha avvicinata in particolare alla musica jazz. Trasferitasi a Göteborg nel 2008, affascinata dall’approccio stilistico del pianista svedese Bobo Stenson, ha studiato all’Università di Teatro e Musica e ha approfondito un programma di improvvisazione. Dopo alcuni album con il suo trio, e diverse collaborazioni con altre formazioni, nel 2020 ha pubblicato con Footprint Records il suo album di debutto come pianista solista intitolato Inner Planets. Sakata ha attirato l’attenzione dell’etichetta discografica svedese Pomperipossa Records, che si muove tra musica d’avanguardia, sperimentale, drone e ambient, guidata dalla musicista e organista Anna Von Hausswolff, che ha pubblicato nel 2021 il secondo album per pianoforte solista di Sakata intitolato Dancing Spirits.  Registrato da Filip Leyman in due giorni nella chiesa Annedalskyrkan a Göteborg, include sette improvvisazioni libere eseguite dall’artista su un pianoforte a coda Steinway: musica irripetibile, risultato di un approccio sperimentale portato agli estremi in cui il corpo di Sakata diventa il canale con cui dare vita alla musica che sente nella sua mente. Esecuzioni impetuose, visionarie, eleganti, virtuose.
Naoko Sakata ha ricevuto ottimi apprezzamenti anche dalla BBC6, che ha definito le sue improvvisazioni per piano come incantesimi di uno spirito istintivo, femminile e selvaggio. Con all’attivo diversi tour in Giappone e in Europa, e aperture per alcuni concerti di Anna Von Hausswolff, l’artista si è esibita anche in musei di arte come l’Uppsala Konstmuseum e il Malmö Konstmuseum (Intonal Festival) in Svezia, e recentemente il Munchmuseet di Oslo (All Ears Festival) in Norvegia.

Naoko Sakata. Photo Sigge Fabiansson

Naoko Sakata. Photo Sigge Fabiansson

INTERVISTA A NAOKO SAKATA

La tua definizione di arte.
Libertà.

La tua definizione di musica.
Essere insieme con energia.

Ti definisci una “artista”?
Sì.

L’opera di arte visiva che più ami.
Dreams di Akira Kurosawa e The ten largest di Hilma af Klint.

La canzone che più ami.
Baby Don’t Cry di 2Pac.

I tuoi recenti progetti.
Sto realizzando il mio prossimo album per pianoforte in solo che consiste in improvvisazioni e uscirà quest’anno.

Un ricordo della tua vita.
Quando avevo circa sei anni seguivo mia nonna in un campo, dove coltivava frutta e verdura. Il posto era circondato da una foresta di bambù e c’era un piccolo fiume, dove giocavo con pesciolini e granchietti.

Samantha Stella

https://www.naokosakata.com/

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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