Da Italia’s Got Talent al mondo. La storia dell’armonicista sardo Moses Concas
L’artista e musicista che vinse “Italia's Got Talent” nel 2016 unendo armonica e beatbox continua a portare la Sardegna e l’Italia nel mondo. Il singolo “One heart”, che anticipa il nuovo disco, è un viaggio reggae animato da strumenti tradizionali come le launeddas. Ne abbiamo parlato con lui
Sono trascorsi ormai più di sei anni da quando ha incantato l’intero Paese unendo uno strumento tradizionale come l’armonica a una pratica contemporanea come la beatbox, trionfando a Italia’s Got Talent, per poi approdare anche nell’omonimo contest americano, arrivando persino a esibirsi per Papa Francesco. Da quel momento Moses Concas (1988), artista di Quartu Sant’Elena (Cagliari), non ha mai smesso di portare la sua arte in tutto il mondo. Abbiamo avuto la possibilità di parlare con lui in vista del lancio del suo nuovo disco.
INTERVISTA A MOSES CONCAS
Partiamo dalle radici, ovvero dal desiderio, che ha sempre contraddistinto la tua musica, di unire le diverse culture del mondo.
Fin da bambino ho fatto teatro in lingua sarda, italiana, inglese e francese e ho avuto la fortuna di viaggiare in diversi luoghi e conoscere tanta gente. Questo ha dato sfogo al mio amore per la comunicazione, per il suono delle diverse lingue, per la magia di saper comunicare, anche solo con gli occhi. Ecco, a volte penso che proprio la comunicazione, il contatto con diverse persone e culture sia di fatto una delle meraviglie della vita.
Una vocazione che ti ha presto portato all’estero.
In quegli anni ho iniziato a scrivere diversi testi e mi sono trasferito a Londra, una città che unisce 130 nazionalità in un solo luogo. Lì ho iniziato a vivere questa magia anche nella musica, nonostante la nostra diversità in termini di abitudini, lingua e ideologia. La bellezza del risultato per me è estasiante. È da lì che ho capito che è possibile trovare un modo di comunicare universale capace di abbinarsi e comprendere un po’ i modi di tutti, un po’ della loro lingua, un po’ della loro cultura in ogni frase. Questa è per me ormai una missione nella vita perché riesce a comprovare che siamo tutti compatibili se troviamo il giusto modo di interagire tra noi. Creare una musica universale, senza bandiera, ma con tutta la street art che ho dentro.
Non a caso, il tuo ultimo singolo, One heart, riesce a esprimere delle vibe reggae attraverso l’incontro con le launeddas di Supahfly (Matteo Muscas) e le liriche di Forelock (Alfredo Puglia, storico cantante degli Arawak), in un viaggio unico tra le isole mediterranee e caraibiche, ma anche tra passato e futuro.
Una sorta di matrimonio fra tradizione umanistica e innovazione musicale. L’antico dell’armonica e delle launeddas tramutati con la beatbox e le vibe reggae in una nuova armonia pronta a elevare e unire la musica sarda e giamaicana. Questa è la caratteristica che contraddistingue il processo creativo e artistico. L’approccio che ha animato la costruzione del brano è invece frutto di un processo di improvvisazione.
IL NUOVO ALBUM DI MOSES CONCAS
Il singolo è prodotto da Moses Production London ed è stato registrato in live da Luca Vargiu al Meet Studio di Sassari con al basso Lucio Manca. Sarà presente nel nuovo disco previsto in uscita nel corso del 2023, il quale sarà ricco di nuove collaborazioni da svelare.
Si tratta di un progetto fondato sulla sperimentazione, che scava sempre più in profondità cercando di interpretare spazi, tempi, generi e strumenti differenti. Sarà un incredibile mix di suoni e generi, dall’elettronica al reggae e dalla street alla musica antica. Sicuramente punta a essere un album rivoluzionario dove vengono uccisi i pattern di album classici con un unico genere e concept. È un viaggio nel mondo, dove la protagonista è sempre l’armonica, ma che vi porterà in giro tra diverse situazioni: dai paesaggi emozionanti e rilassanti a tracce molto più ballerine. Il disco uscirà quest’anno e presto avremo la possibilità di annunciare il titolo e la data ufficiale.
Negli ultimi anni sono stati numerosi gli esperimenti di questo tipo che ti hanno portato a esibirti tra Abu Dhabi (per la finale di Formula 1, dicembre 2021), Dubai, Praga, Las Vegas, Los Angeles, Hong Kong, Bali e ancora Francia, Austria, Egitto e Porto Rico.
Lo scorso ottobre sono stato premiato al contest Musician Buskers di Gwangju, in Corea del Sud, dove ho avuto il piacere di competere e collaborare con tanti artisti locali e internazionali. Nel 2021 invece, per i 150 anni di Grazia Deledda, ho realizzato America & Sardigna, un tango sudamericano animato dalle poesie della Premio Nobel e da strumenti a fiato come la tromba, le launeddas e su sulittu.
Lo sviluppo è stato anche qui improvvisato con un approccio caratteristico.
Si tratta della realizzazione di progetti site specific, ovvero “specifici di un luogo”, in questo caso frutto di una lunga collaborazione con il Festival della Resilienza, volto a valorizzare il patrimonio del Centro Sardegna. Un lavoro che, adattandosi al contesto pandemico, ha dato vita a una residenza artistica radicata in un territorio ma, al tempo stesso, capace di coinvolgere artisti da ogni parte del mondo.
Gian Luca Atzori
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